Luciano Sartini, pensionato, vive a Cervia.

A che età ha iniziato a fare il pescatore?
Nella mia famiglia, dal mio bisnonno fino a me, siamo stati tutti pescatori. Io poi mi sono informato nell’archivio storico di Cervia e ho scoperto che lo eravamo già da tre generazioni prima del mio bisnonno. Quindi, includendo anche mio figlio, possiamo dire di esserlo da otto generazioni. Infatti siamo venuti a vivere a Cervia nel 1845, e il primo a trasferirsi qui, con suo figlio, è stato il nonno del mio bisnonno.
Da dove arrivava?
Nei primi anni dell’Ottocento i pescatori arrivati a Cervia provenivano quasi tutti da Chioggia, da Porto Garibaldi, da Comacchio. La mia famiglia è stata l’unica  che arrivava invece dalle Marche.
Ma secondo lei questo è successo perché qui c’era un mare più pescoso?
Nei primi dell’Ottocento qui di pescatori non ce n’erano. Molto probabilmente poi sono arrivati da Chioggia alla ricerca di una zona non ancora sfruttata dalla pesca. Cervia era un porto nuovo, dove poter cominciare a praticare questo mestiere. Così si sono insediati nel borgo Marina, nel viale che costeggia il canale. Lì il mio bisnonno ha scelto di costruirsi la casa, che c’è ancora ed è quella che ora si trova vicino al faro. In quella casa ci sono nato. La nostra famiglia era formata tutta di pescatori: Emilio, il bisnonno, Mario, il nonno, Antonio, mio padre e suo fratello Tullio, mio zio. In ­realtà il mio bisnonno non era un pescatore, ma un marinaio che lavorava sulle navi. A Cervia c’era un deposito di legname di proprietà di un grossista che lo importava dalla Yugoslavia e il mio bisnonno lavorava per lui, imbarcato su una delle barche usate per il trasporto.
Io sono orgoglioso del mio mestiere, rifarei tutto quello che ho fatto nella mia vita perché ho amato moltissimo il mio lavoro. Ho cominciato ad andare in mare a nove anni, solo d’estate, durante le vacanze estive, con il mio babbo. Dopo la licenza di terza media, a 14 anni, ho fatto il libretto di navigazione e ho cominciato professionalmente. In questo libretto ci sono registrati sessant’anni di imbarchi effettivi.
Avete sempre avuto un peschereccio?
Il mio babbo aveva una piccola barca a motore e andava in mare con mio nonno. Era un tipo di barca romagnola, a vela, adatta per la piccola pesca. E io c’ero sempre sopra, dalla mattina alla sera e a volte ci portavo addirittura anche i compiti da fare. La barca era attraccata nella banchina a 20 metri dalla mia abitazione. Volevo sempre stare in mare e lo ripetevo continuamente a mio padre.
Lui, che già due volte mi aveva salvato dall’annegamento, dopo che ero caduto in mare, mi disse che se volevo continuare  dovevo prima imparare a nuotare. Mi diede un mese di tempo. Trascorso questo periodo, gli dissi che ero pronto, così lui mi prese e mi buttò in acqua nel canale.
Mi alzavo tutti i giorni alle tre del mattino, preparavo i vestiti alla sera così da essere pronto in pochi minuti alla mattina, per la grande voglia di andare…
Ma perché le piaceva tanto andare in mare?
Il mare… Noi ci siamo quasi cresciuti dentro al mare: Borgo Marina è vicino al canale, tutti i nostri genitori facevano i pescatori, eravamo sempre tutti insieme lì, era il nostro ambiente naturale. E poi fin da bambini avevamo questo obiettivo, di iniziare ad andare anche noi per mare, e ci chiedevamo come sarebbe stato. Ora invece è cambiato tutto, non ci sono più bambini a Borgo Marina, solo ristoranti e attività turistiche. Noi nel Borgo Marina eravamo tutti uniti come i ragazzi della via Pal, nemici dei “piazzarul”, i ragazzini che abitavano in centro, che poi erano soprattutto i figli dei salinari. Il salinaro allora era un mestiere più garantito, meglio pagato, a loro veniva anche dato dallo stato un appartamento dove vivere con la famiglia. Il nostro lavoro invece era più incerto, difficoltoso e anche pericoloso. D’inverno poi si faceva la transumanza; per seguire la pesca si andava a Marina di Ravenna, porto molto più pescoso. Prendevamo una casa in affitto. Marina di Ravenna è in una posizione diversa rispetto a Cervia, lì il mare, alla stessa distanza dalla costa, ha una profondità doppia. E normalmente d’inverno il pesce si allontana dalla costa perché l’acqua diventa fredda e invece è più calda man mano che ci si allontana e si va al largo.
Una volta finita la scuola, ha continuato ad andare in mare?
Certo, è diventato il mio mestiere. Abbiamo sempre tenuto la lancia. I miei primi dieci anni da professionist ...[continua]

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