Gli eunuchi sono stati un gruppo sociale importantissimo per tutte le maggiori civiltà mondiali. La loro storia millenaria attraversa l’Asia, l’Europa e l’Africa. Poi, verso il XIX secolo, il loro numero comincia a declinare, fino alla definitiva scomparsa. Il loro ruolo è stato poco studiato e a lungo sono stati considerati un tabù da parte degli storici e dei sociologi. Perché?
Le ricerche su questo gruppo sociale sono mancate per molto tempo e per vari motivi. Il più semplice è che sono stati considerati individui imbarazzanti e, per chi non ne conosceva bene la storia, addirittura ributtanti. Il secondo è che c’è stata una tradizione importante, nata nel XVIII secolo da illuministi come Voltaire e Montesquieu, che considerava gli eunuchi semplicemente come i guardiani degli harem, con l’unica funzione sociale di controllare le donne del sultano -e se fosse davvero così, avrebbero ragione gli illuministi, la loro storia non sarebbe molto interessante. Al tempo gli intellettuali europei avevano in mente soprattutto l’Impero ottomano, il più conosciuto e vicino degli imperi orientali, quello che suscitava più curiosità.
Cosa l’ha spinta a occuparsi degli eunuchi?
Nei miei studi mi era già capitato di leggere il saggio fondamentale di Max Weber, Confucianesimo e taoismo, dedicato alla religione e alla società cinese. In questo saggio, Weber parla anche degli eunuchi, li studia come gruppo sociale, ma al tempo non ci avevo fatto caso. Curiosamente, mi sono imbattuto in queste persone di nuovo, durante un altro progetto di ricerca che riguardava il passaggio dalla poligamia alla monogamia. Questa ricerca mi ha portato a leggere articoli più approfonditi su di loro. Nell’ultimo ventennio del secolo scorso le ricerche sugli eunuchi sono aumentate -soprattutto fuori dall’Italia- e sono ancora in corso. Immagino che nel futuro sapremo molte più cose sull’Asia, ad esempio. In ogni caso, durante questa ricerca ho incontrato le storie di questi signori e ho scoperto che erano del tutto diversi rispetto a ciò che credevo di sapere, sulla scorta degli stereotipi diffusi. La funzione dei castrati non era unicamente quella di guardiani dell’harem, ma hanno avuto ruoli e funzioni diverse, spesso importantissime. Così, ho accantonato momentaneamente la mia ricerca per dedicarmi alla storia degli eunuchi.
Perché questa storia dovrebbe interessare a un lettore contemporaneo?
Li ho trovati interessanti per vari motivi, legati ad altri ambiti di ricerca di cui mi sono occupato nella mia carriera. Ad esempio il tema sociologico del declino della violenza, che ha un’illustre tradizione in inglese e in tedesco, ma è ancora poco conosciuto in Italia.
Partendo da un saggio ormai classico di Norbert Elias, ci si riferisce di solito al declino della violenza all’interno degli Stati europei, ben documentato dagli studiosi della devianza e della criminalità. Raccogliendo i risultati di varie ricerche, questi studiosi hanno dimostrato come, almeno per quanto riguarda l’indicatore più importante della violenza, ovvero gli omicidi, il loro tasso ha avuto un andamento plurisecolare di discesa. Le nostre sono società meno violente rispetto a quelle del passato. Per questo, pur essendo abituati a sentir parlare di omicidi (anche se sono pochissimi rispetto al passato), non siamo più abituati a sentire parlare di mutilazioni né tanto meno di castrazione: è una forma di violenza per noi inconcepibile, scomparsa insieme a molte altre. Così, salvo eccezioni rarissime, gli eunuchi sono scomparsi alla fine dell’Ottocento, e questa discontinuità storica è senz’altro legata al declino della violenza.
Il secondo motivo di interesse è legato a interrogativi che hanno a che fare con quello che i sociologi chiamano “squilibrio di status”, fenomeno che riguarda tanto il passato quanto il presente. Si crea uno squilibrio di status quando un individuo occupa posizioni alte in una gerarchia (ad esempio prestigio, potere e ri ...[continua]
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