Mooky Dagan-Maimon, militante pacifista, è nato a Tel Aviv (1946), terza generazione di una vecchia famiglia sionista originaria della Russia. Musicista e attore, è stato assistente del Festival dei Due Mondi di Spoleto. Ha vissuto a Roma per sette anni. Tornato in Israele, è diventato direttore del Museo delle Arti di Tel Aviv. Ha partecipato a tre guerre.

Come vivi la situazione attuale in Israele?
Per me e per tanti che la pensano come me la situazione adesso è veramente tragica. Sharon primo ministro è un incubo che nessuno, solo tre mesi fa, immaginava potesse realizzarsi. Solo questo.
Recentemente Yehoshua ha fatto una specie di richiesta ufficiale, pubblica, ai coloni degli insediamenti di rientrare in patria, dentro i confini tradizionali di Israele...
Non succederà mai.
Ma ha avuto eco in Israele?
Sì, s’è letto sui giornali, ma non c’è stato nessun impatto: la gente che pensa che i coloni debbano tornare a casa in Israele che, come è noto, non sono una maggioranza, non hanno bisogno di leggere un appello simile. Forse sarebbe stato meglio se avesse tentato di convincere chi non ci aveva mai pensato.
Barak in campagna elettorale ha accusato Sharon di essere il responsabile degli insediamenti, ma tu pensi sia solo lui il responsabile?
Sono stati i governi di Golda, di Peres, del Likud, di tutti: questo è il peccato di tutti, non si può accusare soltanto il Likud.
Riguardo a Sharon, si sa che questa Intifada è cominciata dopo la sua visita a El Aqsa. Per me questo basta, anche se so bene che c’erano altre ragioni, che quello è stato soltanto il fiammifero che ha provocato l’esplosione e che quest’Intifada poteva iniziare in un altro momento. Ma riguardo agli insediamenti la responsabilità è di tutti.
Golda Meir negli anni ‘60 diceva che i palestinesi non erano un’entità sociale? Ora dopo due Intifada...
Ora nessuno lo dice più...
Ma è stata la dominazione israeliana a “creare” il popolo palestinese?
No, il popolo esisteva, soltanto gli israeliani non volevano accettare questo fatto. Sono un popolo, non è che lo sono diventati, lo erano anche quando Golda Meir diceva il contrario: loro avevano un’identità molto, molto forte, anche fra tutti gli arabi. E’ ridicolo pensare che il popolo palestinese sia un’invenzione recente.
Ma chi erano i palestinesi?
I palestinesi erano quelli che vivevano qua, è molto semplice... Un’entità ben distinta dai siriani, dai giordani, dagli egiziani, da tutti. Chiedi a un arabo: ti dirà subito che i palestinesi ci sono da sempre, come da sempre ci sono i siriani; semmai non si sa molto bene chi sono i giordani perché sono beduini per la maggior parte, ma chi sono i palestinesi lo sanno tutti benissimo e da sempre.
Questa seconda Intifada dimostra che Israele, benché sia lo Stato più potente del Medio Oriente e abbia a disposizione dei servizi molto efficienti, non riesce a risolvere il problema della sicurezza...
Il nostro è un esempio dei più chiari del fatto che la forza ha dei limiti tremendi. Sì, va bene, siamo i più forti, ma loro fanno la guerra con dei sassi e contro i sassi non c’è niente da fare. Il problema della sicurezza di Israele sarà risolto quando sarà risolto quello fra Israele e Palestina. Solo così avremo la sicurezza vera, l’unica...
La pace quindi. Ma su che base?
Sulla base della giustizia.
Cioè?
Vogliamo essere molto chiari? Ci sono delle risoluzioni delle Nazioni Unite che dicono molto chiaramente cosa Israele deve fare. Ma noi non abbiamo fatto niente di questo e non vedo il motivo per cui i palestinesi, avendo quelle risoluzioni dell’Onu, debbano invece fare la pace soltanto come la vuole Israele. Credo che quelle risoluzioni debbano essere la base della soluzione.
Venendo al concreto, tu pensi che si possa tornare ai confini del ‘67?
Non vedo perché no.
Ma questo significherebbe il rientro dei coloni?
Certo, la base di un accordo fra Israele e palestinesi non può che prevedere il rientro di tutti i coloni a casa, in Israele.
E Gerusalemme?
A me il problema di Gerusalemme sembra del tutto artificiale; per risolverlo forse basterebbe trovare una soluzione semantica che possa essere avallata dalle due parti. Io non ricordo che tutti in Israele avessero questo sogno di conquistare Gerusalemme: è stata conquistata per caso, non ci avevano pensato prima della guerra del ‘67; è avvenuto così, perché i giordani hanno cominciato a sparare, mentre non dovevano… Quindi il problema di Gerusalemme è ridicolo, ...[continua]

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