Khalida Messaoudi, algerina, femminista e militante democratica, da sempre in prima fila nella lotta contro l’islamismo (il che le costò due fatwe, le condanne a morte degli islamisti), oggi deputata del parlamento ma non più dirigente dell’Rcd (Raggruppamento per la cultura e la democrazia) dal quale è stata espulsa per non aver condiviso la scelta di uscire dal governo di Bouteflika, alla vigilia di quella che per Khalida era, ed è, la prova decisiva di una transizione democratica: il varo della riforma in senso laico dell’istruzione, alla quale Khalida aveva lavorato negli ultimi due anni.

Cosa hai pensato e che riflessioni hai fatto sull’attentato delle Twin Towers soprattutto vedendo che l’Occidente scopriva per la prima volta il fondamentalismo islamico, conosciuto da tempo in Algeria?
L’11 settembre stavo preparando un viaggio a New York, per andare a rappresentare il Parlamento algerino in un’assemblea generale dei parlamenti del mondo sui diritti dei bambini. Così quel giorno ero alla Camera e stavo girando fra i vari uffici per preparare il visto, quando ho visto che nei corridoi la gente correva da tutte le parti, si diceva che c’era stato un attentato negli Stati Uniti. Poi ricordo le immagini in televisione: quegli aerei kamikaze che si schiantano così su edifici immensi, che colpiscono i simboli stessi degli Stati Uniti; è stato qualcosa di spaventoso. Ma subito ho anche pensato: adesso le capitali occidentali, gli Stati Uniti per primi, capiranno che hanno a che fare con un nemico molto particolare, perché non ha un volto, non ha un indirizzo, le cui basi non sono in un paese preciso e che può trovarsi da qualunque parte, che è capace di usare le ultime tecnologie; capiranno che è di questo che si tratta? Capiranno che le strategie di lotta non possono essere quelle classiche? Gli Stati Uniti capiranno che il principio motore di questo nemico è un’ideologia totalitaria? I primi pensieri sono state queste domande, e continuo a pormele, purtroppo non sono sicura che gli Stati Uniti abbiano capito. Di certo l’Europa non capisce e non vuol capire.
Perché pensi che non abbiano capito?
Penso che non abbiano capito perché vedo il loro atteggiamento nei confronti dell’Algeria. Ora, gli americani, la cui responsabilità è comunque enorme, sono quelli che hanno capito di più, ma i paesi europei restano i più drammaticamente ciechi, sono accecati dal loro rapporto con l’islam che è basato sull’ignoranza totale, su dei fantasmi più che su una conoscenza; nonché, poi, da un antiamericanismo che viene prima di ogni altra cosa. Faccio un esempio semplicissimo: gli americani hanno fatto una lista di organizzazioni e di persone da ricercare, da trovare, da combattere; in questa lista ci sono due organizzazioni algerine, il Gia e il Gspc, che fa parte di Al Qaeda. Ebbene, allora intanto mi aspetterei che l’Europa facesse un bilancio degli ultimi 10 anni e riconoscesse la propria cecità: ogni volta che c’era una strage in Algeria, l’Europa diceva che non sapeva chi fosse ad uccidere, il che si tramutava di fatto in un appoggio al Gia e al Gspc. In secondo luogo, va detto che ogni volta che l’Algeria ha chiesto all’Europa l’estradizione di mandanti e organizzatori di assassinii, di stragi, di compratori e trasportatori di armi, di addestratori di assassini, nessun paese europeo ha mai voluto estradare alcun criminale algerino in Algeria. Solo una volta i francesi hanno estradato un uomo di cui l’Algeria non aveva alcun bisogno.
Credo sinceramente che l’Europa non si sia resa conto che al di là dei suoi interessi particolari in una regione -ammesso che potesse aver interesse a che un paese come l’Algeria venisse destabilizzato- l’integralismo era una vera e propria deriva totalitaria. Non se n’è resa conto, e per troppo tempo ha continuato a dare ascolto a gente che le spiegava che l’islamismo era una specie di guerra di liberazione: era il popolo musulmano che, essendo dominato dall’occidente, voleva liberarsi. Falso: l’islamismo non libera i popoli, li opprime, li schiaccia. Poi le organizzazioni islamiche storicamente sono state create -non lo dico io, lo dicono libri occidentali ben documentati- per il bisogno di interessi occidentali e non certo di quelli dei popoli musulmani.
Uso quest’espressione -popoli musulmani- ma personalmente non so cosa significhi, come non so bene cosa significhi “popoli cristiani”.
Quindi sono pessimista.
In che senso queste organizzazioni sarebbero state c ...[continua]

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