Questo secolo è stato testimone di diverse rivoluzioni del pensiero scientifico e della tecnologia. La relatività, la meccanica quantistica, gli antibiotici, la genetica, gli aeroplani e la televisione ne sono gli esempi più ovvi. Ora che il secolo volge al suo termine, comunque, c’è un’altra rivoluzione che sta appena cominciando a lasciare il segno più profondo su quasi tutti gli aspetti delle nostre vite: il computer d’uso generico. La figura centrale e innovatrice di questa rivoluzione dei computer è stata quella di Alan Turing, la cui spiccata originalità e capacità visionaria l’hanno resa possibile con un’opera iniziata a metà degli anni Trenta. Nonostante ora sia difficile immaginare fino a che punto possa spingersi questa rivoluzione dei computer, è stato proprio Turing a rivelarci l’esistenza di limitazioni teoretiche.
Roger Penrose

Scuola e famiglia presentavano anch’esse un trauma profondo; ma, alla fine -o, per meglio dire, all’inizio- la mia "freccia del tempo” punta all’indietro, al mistero condiviso e naturale della nascita: il mistero di come la materia venga in aiuto alla mente umana, il tema centrale degli studi da lui condotti per una vita intera. Su questo argomento il velo della natura resta dov’è, ma certo il suo operato ha gettato le fondamenta per un nuovo secolo di filosofia della natura.
Andrew Hodges

Citazioni tratte da un discorso tenuto da Hodges -che ha letto anche il frammento iniziale di Penrose- in occasione della cerimonia per scoprire una targa nel luogo di nascita di Alan Turing a Paddington, Londra, il 23 giugno 1998.
Le ceneri di Alan Turing (Londra, 23 giugno 1912 - Wilmslow, 7 giugno 1954) furono sparse nel giardino Wordsworth del Woking Crematorium, nella contea di Surrey, il 12 giugno 1954.