Luca frequenta il Liceo Classico a Napoli.

Il tuo liceo passa per essere il più politicizzato di Napoli, è così?
Rispetto agli altri licei, la politica dalle nostre parti è pane quotidiano... siamo noi che facciamo partire le occupazioni, decidiamo se si fanno oppure no...
Ci sono rapporti con i partiti?
Questo non lo so: chi fa le manifestazioni con Officina 99 -gli alternativi- automaticamente non prende contatti con i partiti. Officina 99 sta più a sinistra di Rifondazione e partiti più a sinistra di Rifondazione mi pare che non ce ne siano; invece chi fa le manifestazioni nel resto del corteo non si aggrega a nessun partito particolare... Comunque, come vedo io la situazione, il fatto di riferirsi a un partito non è neanche visto bene, apartitico è una parola che va bene.
Nella scuola la politica che forma prende, perché li chiamate “alternativi”?
Non so la parola dove è nata, li chiamano così perché vestono alternativo, con i pantaloni strappati, i capelli lunghi, con i treccioloni rasta; in un altro liceo magari trovi il ragazzo tutto leccato, con il gel. Ci sono due classi dirigenti nella scuola: una sarebbero i rappresentanti, sulla carta; ma quelli che organizzano le assemblee, che girano per le classi a chiedere le firme per qualcosa, sono solo tre, sempre gli stessi tre, gli altri ci sono ma non si vedono. I capi degli alternativi si fanno anche eleggere come rappresentanti, quelli meglio visti non sono neanche i più potenti, il più potente non è ben visto perché ha scocciato un sacco di gente, è dalla IV ginnasio che è sempre lui al potere.
Come funzionano le assemblee?
Adesso non ci vado più perché mi sono scocciato, sono una farsa che non serve a niente, nessuno ci va, quando ci sono le occupazioni quei tre o quattro dirigenti si uniscono agli studenti universitari, quindi alla fine uno si trova a prendere ordini dall’università.
Se la massa è contraria ai desideri del capo, loro accettano?
Sì, per esempio l’altro anno dopo un mese di occupazione i capi volevano smettere, invece molte classi volevano continuare perché i professori minacciavano interrogazioni a tappeto: loro ci dovettero stare, facemmo arrivare Natale in modo che i professori non potevano fare più niente.
Come hanno stabilito la loro egemonia nella scuola?
Non so, in ogni scuola c’è una classe dirigente, qui da noi è la politica che fa la differenza. Su 900 studenti la maggior parte non sono politicizzati, ma loro, che non sono tantissimi, è come se fossero tutta la scuola, tutti gli altri rimangono nell’ombra, come se non ci fossero. Loro hanno anche il possesso della struttura: nei bagni a fumare ci sono loro, nei corridoi, nella piazza loro ci stanno anche magari un’ora dopo che è finita la scuola, mentre gli altri se ne vanno...
Sui rapporti di forza interni alla scuola hanno mai detto niente?
No, no, su questo no... Qui in generale i rapporti sono abbastanza aperti al dialogo, se chiediamo qualcosa, per esempio un viaggio, ce la danno, gli alternativi tutelano abbastanza gli interessi degli studenti nella misura in cui gli interessi degli studenti sono le attività parascolastiche e zompare più giorni di scuola possibile.
Ci sono professori che fanno ingiustizie, preferenze, prevaricazioni?
Sì, ma di questo nelle assemblee non si parla, ci sono professori pazzi, ma ce li teniamo; il rapporto coi professori è alla giornata: riuscire a non farsi interrogare, ottenere una spiegazione, non avere un voto troppo basso. Si lotta metro per metro. A livello di scuola invece, come si suol dire, abbiamo un forte potere contrattuale: se chiediamo un’assemblea di tre giorni a vacante (inutile) ce la danno, ci devono stare... Da questo punto di vista siamo messi bene, ci sono scuole che stanno molto più sotto i piedi di noi.
Queste proposte le fanno sempre gli alternativi?
Sì, fanno dei collettivi per decidere, però anche questi sono fuori dell’orario scolastico, quindi ci vanno sempre loro, tanto se propongono di saltare qualche giorno di scuola non c’è nessuno tanto stupido da non votare a favore.
Si può dire che utilizzano il desiderio degli studenti di non andare a scuola?
...bé, la politica non è una cosa facile, non è che loro strumentalizzino noi per la politica.
Diciamo che esiste un tacito accordo, per cui c’è da una parte un desiderio di massa e qualunque legittimazione gli venga data, viene accettata volentieri?
Questo si può dire tranquillamente... E’ come se il mio liceo fosse fatto a sfere ...[continua]

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