Piero e Roberto Bortolotti, fratelli, sono i titolari del negozio di generi alimentari “Robespier”, sito nel quartiere Santo Stefano, zona Murri, a Bologna.

Roberto. Ormai sono più di 23 anni che sono in questa bottega. Questo lavoro mi è caduto addosso appena finita la scuola. Era il 1983, durante l’estate avevo dato l’esame di maturità, nel novembre dello stesso anno mancò mio padre, all’improvviso, e così, essendo il fratello maggiore, venni catapultato in bottega senza neanche avere il tempo di pensarci: il negozio rappresentava l’unico sostegno economico per la famiglia.
In casa nostra c’è sempre stato un “negozio”: prima ci lavorava mio padre con sua madre, mia nonna, poi c’è andata a lavorare anche mia madre. Noi, fin da piccoli, abbiamo partecipato alle varie attività, aiutando a portare i pacchetti...
Nostro padre aveva cominciato nel ‘55, in via Murri, a 150 metri da qui. Noi poi in qualche modo siamo sempre vissuti qui, perché i miei a un certo punto avevano comprato un appartamento qui vicino per essere più comodi e quindi siamo cresciuti nella zona del negozio, dove ci conoscevano tutti, anche perché eravamo sempre in strada. Eravamo una coppia di fratelli abbastanza vivaci, e poi essendo i figli del fornaio...
Allora usava ancora prendere in gestione il negozio di un’altra persona, per cui nostro padre solo in un secondo tempo comprò la licenza, dopodiché accorpò il negozio a fianco e mise anche drogheria e dei conservati. In pratica i trenta metri quadri di oggi una volta erano due negozi.
Un tempo le botteghe erano molto piccole, c’era un macellaio, il panettiere, il salumiere, la latteria, il frutta e verdura, il ciabattino, la merciaia e il tabacchi. Era come un mini supermercato diviso in piccoli negozietti. Adesso qua c’è un lavasecco, un tabaccaio e noi.
Quando sono subentrato al mio babbo, eravamo panetteria e drogheria, c’erano poi le casse di acqua da portare via, e 40 posteggi giornalieri da servire. I posteggi sono le consegne a domicilio (allora il pane veniva consumato in grande quantità) che facciamo ancora oggi, anche se nel corso degli anni le vendite del pane si sono sempre più abbassate e magari si va su altri cibi, le streghe, i grissini. Una volta erano dei complementi, oggi invece c’è sempre meno gente che mangia pane…
Piero. Magari non mangi pane e prendi le streghe. Ormai c’è sta fissa che il pane ingrassa… Non so, forse queste cose sembrano anche più leggere, comunque sono di formati piccoli, quindi se ne mangia meno.
Roberto. Noi da qui abbiamo proprio assistito a come è cambiata l’alimentazione, specialmente nel pane. Del resto, tra le diete, le mode…
Piero. Anche il freezer. Oggi se avanza si surgela, per cui si va dal fornaio ogni due-tre giorni. Certo, dipende anche dal tempo a disposizione e dall’organizzazione di ciascuno. Per dire, la nonna è puntuale tutte le mattine, ma chi finisce di lavorare alle cinque, il pane lo compra la sera, trovando quello che c’è. Che poi noi come rivendita la sera abbiamo poco. Il latte è un alimento che ancora tira alla quotidianità, scade ogni tre giorni, e allora molti clienti tornano, perché noi puntiamo al fresco, per i conservati vai al supermercato.

Roberto. Il 1993 è stato un po’ un anno di svolta o comunque di evoluzione nella storia del negozio. Gli ipermercati, la grossa distribuzione stavano entrando prepotentemente per cui per noi si è imposto un momento di innovazione. Abbiamo cambiato la nostra maniera di presentarci sul mercato.
L’offerta di scatolame, cose conservate, ci sembrava ormai irrimediabilmente in mano alla grande distribuzione organizzata e allora abbiamo pensato di puntare sul fresco. Abbiamo ridotto gli spazi per i barattoli e i biscotti delle marche famose e ci siamo orientati su un banco più grande rifacendo il negozio e investendo in questa direzione.
Piero. Per cui oggi il biscotto del Mulino Bianco non lo teniamo, non solo perché la famiglia felice non esiste, ma soprattutto perché esce con 20 tipi di biscotti diversi e questo ci creava dei problemi. Anche ieri una signora che ha quattro figli ci diceva che mangiano quattro varietà diverse di merendine, per cui tu ne tieni una e hai già sbagliato; lo stesso capitava coi biscotti: uno mangia le macine, l’altro gli abbracci, l’altro il pan di stelle e così via…Se ordini dieci tipi di biscotti ti chiedono l’undicesimo, dopo un anno scleri. Insomma noi oggi vendiamo quelli dello zio Gianni o del nostro fornaio che sono die ...[continua]

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