Lorenzo Guadagnucci, giornalista, tra le vittime dell’assalto alla scuola Diaz, è componente del comitato “Verità e Giustizia per Genova” (www.veritagiustizia.it); Simona Mammano è autrice del libro Assalto alla Diaz, stampa alternativa/nuovi equilibri; Raffaele Barbiero è sindacalista Cisl.

Lo scorso 13 novembre si è concluso l’ultimo dei tre grandi processi di primo grado per gli eventi legati alle proteste contro il G8 del luglio 2001 a Genova. Il processo a 29 funzionari di polizia per l’irruzione alla scuola Diaz che terminò con 93 persone arrestate illegalmente e 61 di queste ferite gravemente si è concluso con sedici assoluzioni e tredici condanne.
Lorenzo Guadagnucci. E’ una sentenza che ha fatto scalpore perché sono stati assolti i vertici, cioè coloro che avevano il grado più alto, quanto meno fra gli imputati. Gli imputati erano accusati di falso, calunnie e di arresto illegale.
Gli assolti eccellenti sono sicuramente Francesco Gratteri, che è il capo dell’Anticrimine, Giovanni Luperi, che oggi è il capo del Servizio Segreto Civile, Gilberto Caldarozzi, direttore del Servizio centrale operativo (Sco), tutti altissimi dirigenti di polizia, tutti assolti. Secondo i pm erano i responsabili della catena di comando. Loro tuttavia hanno sostenuto che non c’era nessuna catena di comando, e comunque sono stati assolti da tutte le accuse, sia dall’accusa di calunnia nei confronti dei 93 che erano dentro la scuola, sia di falso per i verbali, sia di arresto illegale. Sono stati assolti anche i firmatari del verbale d’arresto, che forse è la cosa più sorprendente. Parliamo di Filippo Ferri, Massimiliano Di Bernardini, Fabio Ciccimarra, Nando Dominici, Spartaco Mortola e Carlo Di Sarro, tutti capi Squadra Mobile, vice questori, funzionari…
Alla fine hanno condannato i cosiddetti “Canterini boys”, cioè i dirigenti e i capi squadra del VII Reparto Mobile di Roma, in pratica quelli che sono entrati per primi alla scuola, quindi i capi squadra e dirigenti del gruppo dei picchiatori. Nessuno dei picchiatori era sotto processo perché non erano stati identificati. I loro capi, Canterini e Fournier, sono stati condannati, per falso, calunnia e concorso in lesioni. Canterini ha avuto quattro anni, Fournier due, i capi squadra tre anni. Poi c’è il falso accoltellamento. Secondo la ricostruzione della polizia, uno dei 93 avrebbe accoltellato un agente che si sarebbe salvato grazie al giubbotto anti proiettile. Il pm ha contestato la versione dell’agente, ci sono state anche le perizie dei Ris e varie ritrattazioni, comunque alla fine c’è stata l’assoluzione. Libero Mancuso, attuale assessore comunale a Bologna, che all’epoca però era un magistrato, commentò dicendo che era “il primo caso in cui veniva arrestato il coltello e non l’accoltellatore”. Questo perché il coltello fu sequestrato, ma l’accoltellatore fuggì, non si sa bene come, nella mischia, cosa abbastanza inverosimile.
Un altro aspetto abbastanza sconcertante della sentenza riguarda i due agenti che hanno portato le molotov all’interno della scuola, molotov che sono servite ad arrestare i 93. Hanno dato due anni e sei mesi a Burgio e tre anni a Troiani, per falso, calunnia e trasporto di armi.
In sostanza la ricostruzione più verosimile sarebbe che Burgio e Troiani avrebbero architettato la messinscena delle molotov per fornire a chi aveva compiuto materialmente l’operazione la possibilità di arrestare i 93 o­spiti della scuola. Le due molotov inoltre giustificano la perquisizione, che diventa legittima -senza autorizzazione preventiva del magistrato, com’è stato nel caso della Diaz- quando c’è il fondato sospetto che nel luogo dell’irruzione vi siano armi. Non solo, sempre in base alla loro versione ufficiale, le due molotov erano su un tavolino, all’ingresso della scuola, e quindi così in vista che tutti quelli che entravano erano coscienti di entrare in un posto dove c’erano delle bombe molotov, e quindi erano tutti colpevoli.
Insomma, Burgio e Troiani, di loro iniziativa, senza informare nessuno, avrebbero detto ai loro superiori di aver trovato le molotov dentro la scuola. I loro superiori, ingenuamente, avrebbero presa per buona questa versione, da lì si sarebbe innescato tutto il meccanismo dei falsi, gli arresti… però tutto in buona fede.
E’ una ricostruzione abbastanza curiosa.
Ultimo condannato, a un mese, è Luigi Fazio, per l’irruzione nella scuola di fronte, la scuola Pascoli, anch’essa parte del complesso Diaz ...[continua]

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