Qual è la storia del Collettivo Verde?
Santo Tucci. Ora il collettivo è formato anche da detenuti giovani, con pene anche inferiori ai 10 anni. Noi fondatori, invece, siamo in carcere da almeno 25 anni (abbiamo pene superiori ai 30 anni, qualcuno lergastolo), per cui abbiamo vissuto da reclusi il periodo degli anni di piombo, dellemergenza Br, dellemergenza mafia; in un certo senso siamo cresciuti allinterno di questo tipo di atmosfera.
Il Collettivo è nato alla fine degli anni Ottanta, quando dopo aver trascorso tanti anni in isolamento, in carceri speciali, soprattutto per scontare le condanne riportate per i reati commessi allinterno delle carceri, ci siamo ritrovati in questo istituto che rappresentava un po lultima spiaggia, tipo lAsinara.
Qui a Voghera venivano concentrati i detenuti più pericolosi presenti nelle varie carceri italiane e tra questi ceravamo anche noi che abbiamo poi dato vita al Collettivo Verde. In quegli anni infatti, quasi contemporaneamente, in ciascuno di noi stava avvenendo un cambiamento interiore, per cui ci siamo incontrati e abbiamo parlato a lungo cercando di capire cosa volevamo e come potevamo muoverci; dopodiché ci siamo autoconvocati. E stata quindi una scelta tutta nostra; allinizio eravamo più di tredici, poi qualcuno si è perso per strada; eravamo pochi anche per il fatto che allepoca incontrarsi con listituzione, parlare, era visto come una forma di grave tradimento di quelle che sono le fondamentali regole interne del carcere.
Del resto, noi non avevamo scelta, perché il rapporto con listituzione era necessario. Noi infatti, a seguito di tutto quello che avevamo fatto allinterno degli istituti, avevamo il grossissimo problema della credibilità. Lallora direttore generale, Amato, però ha percepito che cera qualcosa nellaria, e ci ha assecondato, così quando abbiamo cominciato a protestare per avere un po di spazi allinterno con gli scioperi della fame, quasi per caso è nato un rapporto tra noi e listituzione centrale, la direzione generale.
Il cappellano dellistituto (che cè tuttora, anche se sta poco bene) è stato da subito lanima di questo gruppo, perché ha creduto in noi quando listituzione locale era molto rigida; del resto ci conosceva. Comunque, si è scommesso su di noi e noi abbiamo cercato di meritarcelo, per i primi due anni per esempio nessuno, labbiamo messo anche per iscritto, ha puntato ai benefici che la legge prevedeva proprio per far sì che la cosa non sembrasse strumentale. Così, abbiamo iniziato questo processo; abbiamo avuto anche delle cadute voglio dire, del resto era in atto un cambiamento che era quasi una rivoluzione, anche della mentalità. Voglio dire, il carcere è istituzionalizzato, fino alle banalità più imprevedibili: anche i colori dei muri -può sembrare una stupidaggine- che devono essere tutti uguali, poi il fatto che si mangia a mezzogiorno, alluna si va a passeggio...
Voi invece avete lottato per lautogestione. E stata questa la scelta dirompente...
Santo. Lautogestione ha significato proprio rompere questi meccanismi, entrare un po nella vita normale, riprodurre in un certo qual modo le regole della società allinterno di un piccolo gruppo.
Abbiamo avuto tante critiche dai nostri vecchi compagni allinizio, che però sono state compensate dalle tantissime richieste pervenute nel corso degli anni. A distanza di dieci anni infatti il collettivo risulta un modello che pur con tutte le difficoltà riesce ancora a vivere, a sopravvivere e a interessare gli altri, significa che qualcosa di positivo cè. Allinizio era semplicemente impensabile per tanti di noi che un giorno si potesse andare a lavorare fuori...
Io sono in art. 21 in attesa di poter uscire con la semilibertà e la condizionale, perché sono nei termini di legge per ottenerla. Attualmente lavoro in una fabbrica qui a Voghera con Andraus e Russo, un altro ragazzo. Oggi noi a distanza di tanti anni siamo quasi tutti nella possibilità, parlo dei "vecchi", di poter accedere definitivamente alla libertà con la condizionale, quindi se non credessimo in quello che si è fatto, perché dovremmo continuare a scommetterci? Se continuiamo è anche perché vediamo arrivare persone come Aurelio, come Vincenzo che sono siciliani come me (io sono di Catania), e che si ...[continua]
Esegui il login per visualizzare il testo completo.
Se sei un abbonato online, clicca qui accedere, oppure vai alla pagina Abbonamenti per acquistare l'abbonamento online.
Gli abbonati alla rivista hanno diritto all'abbonamento online gratuito!