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Thomas de Maizière, e dalla ministra au-
striaca Johanna Mikl-Leitner. L’obiettivo,
come risulta da un documento pubblicato
dal Bundestag tedesco, è quello di contenere
la pressione migratoria intra-europea e di
contrastare la migrazione clandestina. Non
solo al Brennero, ma anche nelle stazioni
ferroviarie a Rosenheim e a Monaco -punto
d’arrivo della “rotta del Brennero”- nel 2014
si è fatto sentire l’arrivo dei profughi trami-
te gli EC partiti dall’Italia. Così, sono state
“riconcettualizzate” le pattuglie trilaterali,
operanti già dal 2000. Dal novembre 2014
pattuglie trilaterali salgono a Trento sui
treni internazionali diretti a Monaco e fan-
no scendere già nella stazione di Bolzano le
persone che, con il biglietto del treno pagato,
viaggiano privi di documenti validi in Italia
o con permessi non validi per l’espatrio. La
prima identificazione avviene, spesso, at-
traverso il colore della pelle. In pratica, si
tratta di controlli sistematici e in un certo
senso di controlli di confine. Il confine, ap-
punto, è mobile e si moltiplica. Oltre cento
persone al giorno, in queste ultime settima-
ne di maggio 2015, sono state fatte scendere
dagli EC e/o è stato loro impedito di partire
da Bolzano. Quando si problematizza male
un fenomeno, categorizzato come “migrazio-
ne clandestina”, e in seguito si individuano
dispositivi di controllo e risposte tramite le
“forze di polizia” non si arriva certo a solu-
zioni “programmate”, ma si producono altri
effetti. Di fatto, i controlli non riescono a
fermare le persone in Italia, semplicemente
hanno reso la fuga più lunga, più difficile,
più insicura, più costosa; e più illegale, spin-
gendo cioè a volte verso l’opzione di pagare
qualcuno che li porta a nord.
I sindacati di polizia Siulp e Coisp più volte
hanno espresso pubblicamente, con ragiona-
menti diversi, sconforto per l’attuale situa-
zione. La loro voce è stata molto più forte
di quella delle organizzazioni che a livello
locale lavorano nell’ambito dell’accoglienza
profughi, a lungo operativamente assente
anche da una elementare attività di
advo-
cacy
per i diritti di queste persone in fuga.
Anche qui, attraverso facebook e whats-app,
numerosi cittadini si sono organizzati in
proprio per rispondere nell’immediato alla
situazione che si è creata nella stazione di
Bolzano, per dare supporto umanitario ai
profughi fermati e per convincere istituzioni
e associazioni a prendersi le loro responsa-
bilità.
Cooperazione transfrontaliera dal basso
Per finire, vorrei raccontare della seconda
risposta di cooperazione transfrontaliera,
nata proprio a partire dalla situazione mo-
bile del confine del Brennero, un confine che
non solo divide, ma anche connette. Il 1°
marzo 2015 si sono trovate al Brennero 200
persone provenienti dall’Italia, dall’Austria,
dalla Germania e dalla Svizzera. L’incontro
è stato frutto -e ulteriore stimolo- di una co-
operazione transfrontaliera dal basso, per
chiedere una più forte cooperazione europea
e transnazionale non tanto nel “contrasto
alla migrazione clandestina” ma nella crea-
zione di un sistema d’accoglienza -anche
per chi sceglie di far domanda di asilo in un
altro paese europeo- basata su solidarietà e
integrazione; e nella creazione di percorsi
legali e sicuri.
Una sera, una persona ferma da ore nella
sala d’attesa nella stazione ferroviaria del
Brennero mette su della musica che trasfor-
ma l’atmosfera nella sala e contagia anche
le altre persone. Il passato coloniale -anche
italiano- rimbalza tramite le parole in lin-
gua creola della canzone dalle mura della
sala d’attesa e prende corpo anche nelle sto-
rie delle persone che emergono tra ricordi ed
esperienze presenti. La canzone parla delle
difficoltà della vita e del bisogno di lottare.
Forse una lingua creola, qui e ora, ci aiute-
rebbe meglio a esprimere le difficoltà e a dar
voce a una lotta culturale e politica.
Abilità nel rispondere: respons-abilità
Qui volevo porre una riflessione che non è
giuridica ma che si interroga sull’Europa
di oggi, sui diritti, sulla solidarietà e con-
vivenza; sulla libertà, giustizia e sicurezza.
Lascio alle persone e organi competenti di
valutare se le pattuglie trilaterali siano con-
formi al Schengen Borders Code. Ciò che ve-
diamo quotidianamente al Brennero riguar-
da sì gli effetti delle normative europee in
materia di asilo, ma viene affrontato nella
pratica tramite accordi e interessi intergo-
vernativi e applicato mediante le forze di
polizia; mentre le risposte necessarie sono
altre. Cosa significa?
Vent’anni fa Alexander Langer scriveva che
l’Europa muore o rinasce a Sarajevo. Non so
come agirebbe se oggi potesse testimoniare
questa situazione. Verrebbe da pensare che
oggi l’Europa muore o rinasce anche nel Me-
diterraneo, e anche qui, lungo la rotta del
Brennero, che passa anche dalla sua città
natale, Vipiteno, a pochi chilometri del con-
fine.
Aveva scritto nel maggio 1995: “Ritentiamo
che sia tempo di affrontare anche dal basso
la costruzione di una nuova fratellanza eu-
romediterranea e di accompagnare critica-
mente e attivamente il processo che si svol-
ge al livello delle istituzioni e dei governi”.
(foto di Georg Hofer)