vi scrivo nel primo giorno della primavera meteorologica. Devo dire, però, che non sembra proprio primavera. Al mattino presto siamo circondati da una specie di nebbia nordica, apocalittica, e qui a est questa fredda nube ci resta addosso per buona parte del giorno. Il vero inizio della primavera è indicato dall’equinozio del 21 marzo, ma la partenza della nuova stagione è stabilito dall’alto per assecondare chi progetta i calendari, per un’ordinata scansione dei mesi dell’anno.
Ah, se solo potessimo fare la stessa cosa con la pandemia…
L’impressione è che il governo abbia provato a far quadrare la pandemia come si fa col tempo. Come se bastasse un pronunciamento e una data per far sì che una cosa diventi reale. Per esempio, si è deciso che la variante brasiliana del virus non entrerà nel nostro paese fino a che non saranno allestiti degli hotel Covid presso gli aeroporti. Giusto? Questa è la logica dietro gli annunci del governo sulle restrizioni all’arrivo di passeggeri e voli in questa fase avanzata di lockdown. A tutti -incluso il virus- viene dato un preavviso di dieci giorni. È come dire che siccome la primavera ha inizio il primo marzo, per quel giorno avremo la bella stagione e l’inverno sarà finito -anche se, magari, il meteo ha altri piani. Sapete come siamo noi britannici: ci piace parlare del clima. Ma questa è un’analogia riguardo il nostro modo di pensare: tu di’ che le cose stanno così, e saranno così.
Giuliana di Norwich, mistica medievale, è stata la prima donna inglese a scrivere un libro sull’amore divino (Sedici rivelazioni dell’Amore Divino [nel 1373, ndt]). È ricordata soprattutto per aver scritto: “All will be well, and all manner of things will be well” (“tutto sarà bene, e ogni cosa sarà per il bene”). Molte persone ancora appendono questa frase sui loro balconi. Si tratta di un antico incitamento, se si considera cos’altro stesse accadendo ai tempi in cui viveva Giuliana di Norwich. Non solo in Europa imperversava la Peste nera, che si lasciò alle spalle venti milioni di morti, ma era in corso la Rivolta dei contadini, in cui i poveri e gli oppressi si ribellarono alla pretesa di Re Riccardo II di riscuotere più tasse per la guerra con la Francia; il re aveva promesso loro la libertà dalla servitù della gleba, se fossero tornati a casa, ma quando questi obbedirono venne data loro la caccia e, alla fine, furono massacrati nei loro villaggi.
Secoli dopo ci ritroviamo di nuovo nel mezzo di una pandemia, e di nuovo ci tocca ascoltare le bugie del potere, mentre ce ne torniamo a casa e attendiamo le conseguenze. Il convinto ottimismo va spesso a braccetto con l’inganno, da queste parti. Certo, ci si poteva pure aspettare che avessimo imparato qualcosa dalla nostra storia.
Possiamo vedere il nostro straordinario, indefesso e malconcio Servizio sanitario nazionale come l’antico servo della gleba: intento a trascinarsi, maltrattato ed esausto, su di una pietraia, a cercare cibo per sfamare i suoi figli piangenti. Il nostro re in questo caso darebbe la colpa della carestia alla mancanza di denaro, ma al contempo sarebbe tutto intento a distribuire le ricchezze del reame non già ai lavoratori della sanità (che avrebbero un disperato bisogno di un aumento salariale), ma ai suoi amici. Direbbe di avere solo parole di ammirazione per il coraggio di questi lavoratori, che hanno dato tutto il possibile, e annuncerebbe riforme volte ad aiutare quei poveracci e i loro figli -ma nel frattempo sarebbe intento a smembrare il corpo di quel poveretto, senza che nessuno se ne renda conto. E questo nientemeno che nel mezzo di una pestilenza.
Il Ministro della Sanità, Matt Hancock, trovato colpevole di aver illecitamente distribuito appalti per la produzione di dispositivi sanitari dell’ammontare di centinaia di milioni di sterline, ha diffuso un piano radicale di ristrutturazione dell’Nhs, proprio adesso, nel mezzo dell’epidemia! E questo, dopo anni di privatizzazioni e tagli ai finanziamenti pubblici. A parole, suona come una grande idea, una promessa dorata, per integrare al meglio l’assistenza sanitaria e sociale; in realtà il piano non farà altro che centralizzare il potere nelle mani del ministero. Le sue mani.
Ci sono preoccupazioni rispetto alle responsabilità locali perché ormai anche la fiducia è ricoverata in terapia intensiva. Le riforme rimuoveranno l’obbligo di appalti competitivi per le forniture all’Nhs. Ora che lo stesso Nhs è in ginocchio, ciò significherà ...[continua]
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