La mattina del 2 giugno 2019 la nave da crociera Msc Opera (275 m di lunghezza per 29 di larghezza e 65.000 tonnellate di stazza lorda), entra in porto a Venezia; di fronte a Piazza San Marco ha una grave avaria. I propulsori azimutali (eliche che fanno anche da timone) rimangono bloccati in spinta con un angolo che la dirige pericolosamente verso Fondamenta degli Incurabili.
I due rimorchiatori fanno di tutto per evitare il disastro, la nave percorre tutto il canale della Giudecca senza riuscire a fermarsi fischiando impotente fino all’impatto finale. La Msc Opera, subito dopo San Basilio, schiaccia la nave fluviale River Countess con 130 passeggeri a bordo fortunatamente ormeggiata al molo. Per puro caso l’impatto è frenato dal basso fondale prospiciente la banchina e la Msc Opera si infila tra la River Countess e la riva limitando i danni. I feriti sono solo cinque ma le immagini dell’incidente riportate dai media di informazione sono terrificanti.
Il 7 Luglio, a un mese dall’evento della Msc Opera, la nave passeggeri Costa Deliziosa esce dal porto nonostante un forte temporale rischiando un incidente all’altezza di Riva Sette Martiri, appena superato San Marco.
L’impatto della Msc Opera e il mancato incidente della Costa Deliziosa riaccendono il dibattito sul passaggio delle navi da crociera di fronte a Piazza San Marco. Gli armatori vogliono Venezia: riuscire a offrire ai clienti quel meraviglioso affaccio privilegiato in Bacino San Marco è di fondamentale importanza. La lotta delle associazioni veneziane contro le grandi navi è iniziata più di dieci anni prima con risultati alterni. L’amministrazione comunale e la politica nazionale non sembrano interessate a problemi ampiamente segnalati: inquinamento, distruzione delle barene (fondamentali per contenere il fenomeno dell’acqua alta), forti pressioni delle eliche sulle fondamenta degli edifici storici e alto rischio di incidenti.
Nel 2012 dopo la tragedia della Costa Concordia all’isola del Giglio, viene pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto “Clini-Passera” che, oltre a impedire che avvengano “inchini” di navi passeggeri vicini alla costa (art. 1), limita l’ingresso in laguna di Venezia a navi passeggeri con stazza maggiore di 40.000 Gt [gross tonnage, stazza lorda] (art. 2). Il decreto però all’articolo 3 nelle disposizioni transitorie stabilisce che verrà applicato a Venezia quando si troveranno vie alternative alla navigazione rispetto a quelle vietate.
Il decreto verrà recepito ufficialmente dal consiglio comunale di Venezia nel 2019, dopo sei anni dalla sua promulgazione, proprio a causa dell’incidente della Msc Opera e di quello mancato da Costa Deliziosa. La nuova norma, però, non ha praticamente avuto reale utilizzo a causa del fermo delle attività delle navi da crociera dovute alla pandemia: pare sia stata la natura, con la pandemia, e non la politica a dare una svolta alla situazione.
A settembre 2021 è stato convertito il nuovo decreto legge del 1 aprile 2021 che ha portato al limite di 25.000 tonnellate di stazza lorda e a 180 m di lunghezza al galleggiamento i nuovi limiti per le navi da crociera in laguna di Venezia. Gli armatori hanno spostato il loro porto di destinazione da Venezia a Trieste. La città è destinata a perdere più di 4000 posti di lavoro e un giro di affari di all’incirca 220 milioni di euro l’anno.
(foto e testo di Antonio Ferrari)
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