motivi familiari mi hanno trattenuto più a lungo a inizio estate in Marocco, soprattutto a Casablanca. La città è una metropoli atlantica dalle dolci colline ricoperte di edifici omogenei, con splendido scenario di sfondo l’oceano, e la moschea Hassan II che pare salpare in mare. L’alto minareto fa da punto di riferimento per l’orientamento, in una città complicata e piena di traffico e di smog. Alcuni pretenziosi grattacieli (ma il peggiore è apparso sul Bou Regreg tra Rabat e Salè) che cancellano le ormai piccole Torri gemelle del centro città, non bastano a trasformare un assetto urbano poco imponente, di palazzine in genere dai tre ai cinque piani. Enormi quartieri popolari che si trasformano continuamente, zone residenziali con bei giardini rigogliosi in centro, nuovi quartieri per ricchi verso ovest e ovunque attorno alla cintura della seconda autostrada tangenziale nuovi nuclei di palazzi sempre uguali con tantissimi appartamentini economici per i nuovi abitanti di Casablanca che riempono quartieri dove è il disordine e spesso molta sporcizia a caratterizzare gli ambienti, comunque sempre piuttosto vivaci, con tante piccole attività commerciali e pochi servizi. Ho scelto di risiedere qualche giorno in centro, immerso nell’art decò dei palazzi costruiti con maestria da architetti soprattutto francesi, ma anche italiani, nei primi decenni del Novecento, e ho scelto un vecchio alberghetto economico dove dopo tanti anni ancora mi riconoscono e mi concedono una stanza silenziosa: è questa la zona dei bar, rumorosissimi tutta notte perché affollati di ubriaconi. Ho scoperto che nel bellissimo vicino Parco della Lega Araba, accanto alla cattedrale del Sacro Cuore, per la quale stanno terminando i restauri, c’è uno splendido parco giochi gratuito, scivoli con gallerie, colline artificiali per renderli più appassionanti, giochi di corde e di arrampicata, allestimenti di specchi e altre meraviglie per pochissimi bambini. Vi ho ben presto portato i nipotini, scoprendo tra l’altro che nel parco Yasmin ci sono persino i guardiani attenti a che i bimbi non si facciano male. Ma bambini… non se ne vedono e quelli che vi arrivano li senti parlare inglese e francese a denotare classi sociali ben precise. La maggioranza dei tantissimi bambini di Casablanca usufruisce di piccoli spazi a mala pena alberati, in mezzo a crocevia trafficatissimi e pieni di giochi a pagamento: automobili elettriche telecomandate da ragazzini lavoratori, giostrine e altalene, il classico trenino. Questi giochi a pagamento li troviamo anche in Piazza Mohamed V in centro, dove i bambini sono tanti e anche i piccioni, che i bambini desiderano nutrire come a Piazza San Marco, ed essa è a due passi dal Parco Yasmin.
Casablanca è un grande cantiere e non è l’unica città in grande fermento. La terza e quarta linea di tram stanno arrivando per unire altri quartieri alle zone centrali. Pure ad Agadir, dove fa il sindaco il capo del governo, c’è il cantiere del tram, ma con stupore ho saputo che non sarà un tram, bensì un autobus, un mezzo su ruote, forse per non deludere il sindaco/primo ministro, grande venditore di idrocarburi… il che mi ha ricordato subito come sono andate le cose nella mia città, regno degli Agnelli, dove la metropolitana è arrivata tardissimo e ancora oggi è di una sola linea.
è importante che in Marocco ci si accorga del patrimonio diffuso, materiale e immateriale, e anche se i tempi di intervento spesso sono lentissimi, qualcosa pare muoversi. Nella medina, città vecchia e circondata da mura, di Casablanca, che ho in parte scoperto solo recentemente, c’è un bellissimo museo della città e delle sue trasformazioni, che ben indica come questa capitale economica del Marocco sia stata in gran parte pianificata da ‘illuminati’ colonialisti francesi e ancora brilli di quella luce, pur nel degrado generale in cui versano la maggior parte dei più di tremila palazzi art deco, gli stessi passaggi galleria che progetti attuali vorrebbero recuperare, come pure quel rudere impressionante di fronte al bel Mercato centrale, l’Hotel Lincoln, di cui resterà la sola facciata restaurata in originale come testimonianza.
Il Marocco è famoso per le città imperiali, ma soprattutto per la sua ineguagliabile natura, i paesaggi cangianti da nord a sud, da est a ovest, un patrimonio eccezionale. Anni fa mi innamorai dell’idea di costruire un itinerario lungo il secondo fiume del Marocco, Madre della primavera, Oum er Rabiia, che ...[continua]
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