All’alba dell’8 dicembre Mohsen Shekari, 23 anni, è stato impiccato al termine di un processo farsa. Shekari era stato arrestato appena tre settimane prima con l’accusa di “inimicizia contro Dio” per aver “bloccato la circolazione stradale” nella capitale Teheran, “alimentato paura”, “privato le persone della libertà e della sicurezza” e “intenzionalmente ferito un agente della sicurezza” con un coltello.
Almeno altre diciotto persone rischiano l’esecuzione per aver preso parte alle manifestazioni iniziate a metà settembre dopo la morte sotto tortura della 22enne Mahsa Amini. Dodici sono già state condannate a morte: Sahand Nourmohammad-Zadeh, Mahan Sedarat Madani, Manouchehr Mehman Navaz, Mohammad Boroughani, Mohammad Ghobadlou, Saman Seydi, Hamid Ghare Hasanlou, Akbar Ghafarri e quattro prigionieri della provincia di Alborz, di cui non sono noti i nomi. Seydi e Boroughani sono stati trasferiti in isolamento nel braccio della morte, segnale che la loro esecuzione potrebbe essere imminente. (amnesty.it)