Cari amici,
sono i giorni più caldi dell'estate. È il tempo in cui tradizionalmente ci si rilassa, le scuole sono chiuse, le nonne si dedicano alla cura dei nipotini nei giardini pubblici e le persone riordinano i propri pensieri. A Westminster i nostri politici hanno appena iniziato la loro vacanza di sei settimane. Molti cittadini sperano di poter presto partire; molti altri non possono permetterselo e altri ancora l'hanno già fatto, casomai con destinazione l’inferno di un’isola in fiamme in Grecia, in luoghi dove il clima è implacabile e crudele. Cos’hanno gli inglesi di tanto speciale da potersi permettere di pensare che questo clima, incattivito e senza più regole, possa fare un’eccezione per loro? Sì, ci sono oltre 40 gradi e le colline sono in fiamme, ma nonostante la catastrofe calata sul Mediterraneo, i voli dei vacanzieri sono continuati, le prenotazioni hanno registrato un picco, e i turisti hanno continuato a ordinare la loro Pina colada a bordo piscina. Nulla è in grado di impedire a un inglese di andare a prendersi il sole che gli spetta e rimediare una bella scottatura.
Non c’è niente che ricordi l’arcadia nei nostri giorni di canicola qui in patria. Nei vecchi adagi c'è un ammonimento: secondo il vecchio Almanacco del contadino del 1817, dobbiamo “fare il fieno finché splende il sole, perché quando il vecchio Sirio (the Dog Star), prenderà il controllo del clima, è un tale cane pazzo e instabile, che su di lui non si può fare affidamento. Ecco, questa impossibilità di affidarsi a qualcosa ormai è prevalente. C’è una verità lampante anche nello spettacolo di persone che scappano dal fuoco che divampa: se già il nostro pianeta è fuori controllo e in fiamme, adesso gli scienziati avvertono che il “capovolgimento meridionale della circolazione atlantica” è prossimo al suo culmine, momento nel quale il clima verrà alterato ulteriormente -dato su cui però ancora non c'è consenso tra gli studiosi.
La semplice possibilità che ci potremmo ritrovare a vivere scenari degni del film “The Day After Tomorrow” dovrebbe indurci a fermarci, a introdurre misure urgenti per avanzare con le energie rinnovabili, ad abbandonare ogni piano di estrazione di carbone e di gas dal Mare del Nord… Com'è possibile che in questo paese ci siano ancora tanti cialtroni che negano la realtà di un collasso climatico?
Le promesse per raggiungere il cosiddetto “zero emissioni” evidentemente possono essere disattese nell’interesse di un successo elettorale di breve periodo; una narrazione che ha preso forma dopo che il governo ha evitato per poco la sconfitta a Uxbridge e South Ruislip per una questione di salute pubblica, rispetto a una misura che avrebbe portato un’aria più pulita e a una riduzione del numero di persone, inclusi i bambini, che soffrono e muoiono di malattie respiratorie. La nave dei folli di Platone è salpata.
Ci sono due immagini che mi sono rimaste impresse questo mese, ed entrambe riguardano un arresto. Nel primo caso è la fragile, pallida mano di un’anziana signora schiacciata contro la finestrella di un blindato della polizia. L’arresto è stato immortalato da uno smartphone. L’anziana signora era una manifestante per il clima: mentre veniva caricata a forza sulla camionetta, la donna ha proferito parole di grande dignità circa le ragioni della sua protesta, che aveva consistito, da ciò che ho potuto capire, nell’aver esibito un cartello su un marciapiede davanti a un edificio del centro di Londra. Era circondata dalla polizia. Certo, si potrebbe anche perdonare questo trattamento se la signora fosse stata una minaccia alla pubblica sicurezza, magari una ladra o una spacciatrice violenta, ma non era così. Quando l'anziana signora ha parlato, a fatica e sull'orlo delle lacrime, ha detto che stava portando avanti la sua azione di protesta perché non avrebbe potuto vivere con se stessa se non l'avesse fatto. Tra i suoi auspici c’era il desiderio di garantire un futuro ai bambini, ai giovani, un futuro in cui poter vivere, un futuro che evidentemente è in mano alle madri e alle nonne, dato che il governo non fan nulla. Era così fragile che il poliziotto l’ha dovuta sollevare prendendola per la vita per aiutarla ad arrampicarsi nella claustrofobica cella di sicurezza del furgone della polizia. Dopo che le avevano chiuso alle spalle la prima porta blindata, lei ha sollevato la mano verso quella minuscola finestrella. Un’invocazione delicata. Poi i poliziotti hanno chiuso la porta e lei è sprofondata nell’oscurità. Mi chiedo cosa passasse per la testa di quei poliziotti. È giusto chiedersi: che razza di paese siamo diventati?
La seconda immagine di arresto coinvolge un bambino di tre o quattro anni che piange a pieni polmoni, terrorizzato, vicino al passeggino in cui viene messo a forza. Una poliziotta gli si inginocchia a fianco, ma non lo tocca; lui resta lì a piangere di paura e terrore, mentre i colleghi ammanettano la madre. La portano via, lei prova a discostarsi e a dire, perché mi arrestate? Ripete ancora e ancora che non ha fatto niente. La madre è nera. Tutti i poliziotti, invece, bianchi. Le persone intorno si radunano in un capannello: chi a guardare, chi a riprendere con il telefono, uno chiama la donna “sorella” e interpella i poliziotti sul loro comportamento, anche lui chiede perché viene arrestata. Ma i poliziotti non rispondono. Sembra che la donna sia stata arrestata per non aver pagato un biglietto del bus del valore di una sterlina e 75 centesimi. La polizia però ha poi affermato che, in realtà, la donna era in regola con il titolo di viaggio. Ripeto: è giusto chiedersi che razza di paese siamo diventati. L’episodio ora è sotto indagine da parte dell’organo indipendente dell’Office for Police Conduct, non tanto perché la polizia ritenga di aver sbagliato alcunché, ma per “il livello di preoccupazione della comunità”.
Sono ossessionata da queste immagini della Gran Bretagna, non solo per la natura di ciò che rappresentano, ma anche perché si tratta di persone comuni che immortalano incidenti che altrimenti, quasi certamente, sarebbero passati inosservati. Quest'ultimo episodio è stato ripreso dai media tradizionali, ma tutto è iniziato con il cellulare di un passante.
Eccoci dunque nei giorni giorni più caldi dell'estate. Senza poter contare ormai su nulla. La stella del cane, Sirio, splende sopra un’Inghilterra esaurita. Il nostro diritto di protestare è ormai ridotto a una fragile mano schiacciata contro una finestrella dietro una porta chiusa a chiave.
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