7 maggio 2011
"Quando un pazzo lancia la sua auto sul marciapiede, io non posso, come pastore, contentarmi di sotterrare i morti e consolare le famiglie. Io devo, se mi trovo in quel posto, saltare e afferrare il conducente al suo volante". [D. Bonhoeffer, teologo protestante impiccato da Hitler perché cospirava un attentato contro la sua persona].
Luciano Coluccia.
8 maggio 2011. Non-violenza.
Bisognerebbe abituarsi a non assolutizzare un principio. Non già perché poi i principi si devono relativizzare nel confronto con la realtà (la qual cosa è foriera di una sequela di eccezioni che non conferma affatto la regola ma la distrugge) quanto nel confronto con altri principi. Allora bisognerebbe che un principio come quello della non-violenza, che siamo abituati a credere "eroico” e quasi sovrumano mentre è alla base della nostra vita quotidiana, si andasse a combinare con il principio, altrettanto fondato nel comune sentire di ogni uomo, del pronto soccorso. Bisognerebbe, cioè, che i fautori della non-violenza si incontrassero, finalmente, con i fautori della "non-prepotenza”. Ma forse sta succedendo e questo può avere conseguenze incalcolabili. In bene.
10 maggio 2011
Stupri per "correggere” le lesbiche
Giovedì 5 maggio un’adolescente di 13 anni, dichiaratamente lesbica, è stata violentata mentre tornava a casa, a Pretoria, la capitale del Sudafrica, riporta il quotidiano francese "Le Monde”, su segnalazione del Ministero della Giustizia Sudafricano. Il giorno di Pasqua il corpo di un’altra giovane donna, Noxolo Nogwaza, 24 anni, era stato trovato senza vita a Johannesburg. La donna era una militante per i diritti degli omosessuali. "Anche se la stampa locale ne parla poco, questi due tragici fatti mostrano un fenomeno che persiste in Africa del Sud, battezzato ‘stupro collettivo’: uomini che obbligano delle lesbiche ad avere dei rapporti sessuali, con l’idea che si tratti della ‘cura’ per riportare le donne sulla retta via”. Nel corso dell’ultimo decennio, secondo l’associazione Luleki Sizwe, sarebbero 31 le lesbiche uccise in Africa del Sud: è difficile quantificare esattamente il fenomeno perché non esistono statistiche ufficiali e perché le donne stesse raramente denunciano le violenze, giudicando la polizia poco interessata. Le Monde ricorda che in Africa del Sud si registrano circa 500.000 stupri all’anno, anche se la Costituzione è estremamente attenta per quanto riguarda le minoranze. Dal 2002 le coppie omosessuali possono adottare figli e, dal 2006, sposarsi. Le associazioni ritengono che il Governo resti troppo omertoso sulla questione e chiedono l’istituzione del "crimine di odio”.
(Le Monde)
15 maggio 2011. Equitalia.
In Sardegna è in atto una lotta di migliaia di artigiani e piccoli imprenditori che, messi in ginocchio dalla crisi e in ritardo nei pagamenti delle tasse e dei contributi Inps, si sono visti arrivare le famigerate cartelle di Equitalia, società di riscossione crediti posseduta per metà dall’Agenzia delle entrate e metà dall’Inps, primo passo verso il pignoramento.
In una trasmissione di Radio 24, al presente rappresentante di Equitalia, persona del resto molto corretta, cortese e, ci è parso, assai mortificata, la conduttrice ha fatto varie domande fra cui quella se era vero che un debito di 6.000 euro poteva esser causa di pignoramento. Il rappresentante di Equitalia ha corretto la cifra: 8.000 euro.
Ora il pignoramento non si ferma di fronte alla casa in cui il debitore abita, se di proprietà. Anzi. Quella verrà messa all’asta e qui non siamo sicuri di aver capito bene: se le prime aste andranno deserte poi cadrà il prezzo base? In trasmissione qualcuno ha detto che pur di ottenere gli 8000 euro la casa potrebbe essere venduta per poche decine di migliaia di euro. È vero? E nel mentre ascoltavi questa veniva in mente un’altra trasmissione in cui alcuni imprenditori raccontavano di aver fatto fallimento pur avendo da riscuotere importanti crediti da parte dello Stato, ma di fatto inesigibili.
Bene, allora vogliamo ripetere, anche un po’ solennemente: uno Stato che fa questo è uno Stato che fa schifo e se la sinistra prende le difese di uno Stato simile fa altrettanto schifo. Lo Stato italiano va rivoltato da cima a fondo e questa è la condizione per un nuovo patto col cittadino e per una rinascita del paese.
Rallegriamoci pure della probabile caduta di Berlusconi, che ormai è un problema molto grave in sé, ma se la sinistra non capisce i motivi profondi per cui un personaggio simile ha potuto governare per tanti anni, finirà per rimpiangerlo, perché un altro, che sia anche solo un po’ dignitoso, porterà la destra al 60%.
12 maggio. La Cina in Brasile
Secondo lo studio China Global Investment Tracker, realizzato dalla Heritage Foundation, il Brasile, nel 2010, è stato il primo mercato mondiale per gli investimenti cinesi. Nel solo 2010 la Cina ha iniettato nel Paese latino-americano ben 13,7 miliardi di dollari. In quali settori? Nell’energia elettrica, nel petrolio, nei minerali, nella siderurgia e nel settore agricolo. Inoltre, i tre principali costruttori di automobili cinesi, Jac Motors, Cherry e Dongfeng, hanno annunciato che investiranno nel Paese: dal 2013 Cherry produrrà 50.000 automobili all’anno, per arrivare a 150.000 in futuro. Il tutto per un giro di affari di oltre 420milioni di dollari. "Al di là di un approvvigionamento in materie prime, si nota oggi una volontà delle imprese cinesi di approfittare dell’espansione del mercato interno brasiliano, impiantandosi nel tessuto produttivo locale attraverso lo sviluppo di una politica di approccio molto selettiva”.
(Aujourd’hui le Bresil)
16 maggio 2011. Fiom o Cisl.
Un abbonato, iscritto alla Fiom, ha disdetto l’abbonamento perché siamo troppo vicini alla Cisl. Allora: noi pensiamo semplicemente che prima si coopera e poi si lotta, prima si condivide e poi ci si divide, prima si discute e poi ci si scontra, prima si è cittadini e poi si è qualcos’altro. Come pensavano i grandi del socialismo umanitario, prima viene l’umanità e poi le classi. Bruno Manghi, che è della Cisl, lui sì, ci ricordava un sondaggio da cui risultava che i lavoratori preferirebbero fare accordi senza dover scioperare. Credere che il bello della vita sia una lotta continua è quasi disumano. Quando chiedemmo a un rabbino tedesco cosa fosse l’heimat, rispose: "Dove ti puoi mettere in pantofole”.
15 maggio 2011.
Un altro divieto per il burqa
Il Parlamento belga ha votato, il 28 aprile scorso, il divieto dell’uso del burqa negli spazi pubblici. Con un solo voto contrario e due astenuti (ecologisti) la proposta passerà ora al Senato per terminare il suo decorso. Esattamente un anno fa, il 29 aprile 2010, il Parlamento belga aveva votato la stessa legge all’unanimità: la caduta del Governo di Yves Leterme e la lunga crisi che ha attraversato il Paese impedirono alla legge di essere approvata in via definitiva. Il Belgio è il secondo Paese europeo ad aver votato una legge che vieta il burqa negli spazi pubblici: in Francia la legge è entrata in vigore l’11 aprile scorso.
(Europa451)
16 maggio 2011.
La Rivoluzione tunisina in un museo
L’idea è quella di costruire un luogo della Memoria che metta insieme il patrimonio rivoluzionario della Tunisia. Un gruppo di artisti e professionisti si sono riuniti grazie alla chiamata del dottor Bouraoui Kotti, un chirurgo plastico, che ha creato un’associazione, La Muse, il cui obiettivo è preservare le espressioni artistiche e civili nate durante la Rivoluzione, racconta la rivista on line Leader Tunisie. Il progetto è strato presentato domenica 15 maggio e vorrebbe mettere insieme tutto quello che è stato censurato fino al 14 gennaio 2011 con in più foto, sculture, quadri e video. Sono in corso gli accordi e la scelta dei luoghi. L’apertura prevista? Il 14 gennaio 2012.
(Leaders Tunisie)
17 maggio 2011.
Ventuno economisti per la Tunisia
Ventuno economisti di fama mondiale, tra cui il premio Nobel Joseph Stiglitz, hanno lanciato un appello, martedì 17 maggio, ai dirigenti del G8 riuniti a Deauville (Francia) per sostenere la transizione della Tunisia, dice il quotidiano on line Leaders Tunisie. L’appello al G8 contiene sette precise richieste che permettano al Paese nordafricano di uscire dalla crisi e avere i mezzi per sostenere la transizione democratica: aiuti alimentari ed energetici, fondi per i giovani disoccupati, un piano di investimenti di circa 25 miliardi di euro previsto da 5 a 10 anni per sostenere lo sviluppo di infrastrutture, tecnologia, industria e piccole e medie imprese; un coordinamento tra le maggiori istituzioni finanziarie mondiali (tra cui Fmi e Banca Mondiale) al fine di utilizzare in maniera ottimale i fondi; la creazione di strutture finanziarie proprie al Paese; il sostegno dei Paesi Membri per ottenere, per la Tunisia, lo statuto di partner dell’Ue e avere, quindi, accesso ai fondi strutturali; il sostegno di programmi di scambio tra giovani dei Paesi dai due lati del Mediterraneo. I ventuno economisti hanno anche chiesto all’Europa e agli Stati Uniti di aprire il loro mercato alla Tunisia, andando fino a proporre accordi di associazione tra istituzioni ed enti. Per relativizzare la richiesta di 25 miliardi gli economisti hanno fatto presente che questo montante rappresenta solo metà di quello che è costata la truffa di Madoff. Inoltre, l’integrazione della Germania dell’est è costata 700 miliardi di dollari e quella della Polonia 70.
(Leaders Tunisie)
13 maggio 2011.
Israele e la stagione dei Gay Pride
Tra fine maggio e giugno in tutto il mondo si inaugura la stagione dei Gay Pride. In Israele queste celebrazioni sono nate con una polemica, quella che gli attivisti gay pro-palestinesi chiamano il "pink washing”: la promozione di leggi progressiste sui diritti degli omosessuali da parte del Governo israeliano come un modo per coprire gli abusi sui palestinesi a Gaza e in Cisgiordania. Riporta il Times. "Il Governo israeliano e i suoi organi di propaganda insistono nel pubblicizzare le vittorie sul fronte Glbt per eludere le condanne internazionali sulle violazioni dei diritti dei palestinesi”, dice Joseph Massad, professore di storia araba moderna alla Columbia University. "Non stiamo cercando di nascondere il conflitto, ma di allargare la discussione. Vogliamo dare un segno di interesse ad altre comunità”, ha risposto Ido Aharoni, console israeliano a New York. Nonostante sembri strano, il confluire del movimento Glbt e della politica del Medio Oriente è in qualche modo inevitabile, ricorda il Times. Gli ebrei sono, tradizionalmente, ai primi posti nelle battaglie per i diritti degli omosessuali e la comunità gay ha, da tempo, un ruolo fondamentale nel movimento anti-occupazione. Quello che sorprende è che il movimento "pink washing” non stia cambiando le opinioni della comunità ebraica stessa. Un piccolo gruppo ebraico ha protestato, nel febbraio scorso, durante la Apartheid Week, ma la maggior parte delle associazioni ebraiche, tra cui la Anti-Defamation League, sono rimaste in silenzio. Molto è dovuto alla demografia: il sostegno a Israele è più forte tra gli ebrei conservatori, che non appoggerebbero il movimento gay o manifestazioni pubbliche anti-Israele.
In Israele il dibattito è visto più come un problema per l’immagine del Paese che non come una questione interna al movimento. "Invece di far fronte aperto contro i gruppi anti-Israele Glbt, la comunità gay israeliana ha ignorato i problemi del movimento pink washing. È vergognoso perché i diritti omosessuali sono qualcosa di cui Israele dovrebbe essere fiero, per noi stessi, per i vicini e per tutti coloro che cercano la pace”, dice Yair Qedar, registra israeliano che si occupa di queste tematiche. Come suggerisce Qudar, il vero pericolo di entrambi i fronti -il "pink washing” e l’opposizione israeliana- distraggono entrambi i campi dall’obiettivo ultimo, che è la pace. Entrambi i capi non riconoscono cosa c’è di vero nell’altro: Israele è uno degli stati più progressisti al mondo in termini di politiche pro-gay, ma mantiene un’occupazione militare illegale in Cisgiordania. Queste due realtà coesistono tra il Giordano e il Mediterraneo. (Times)
14 maggio 2011.
La religione di Steve Jobs
Un’équipe di studiosi britannici ha girato un documentario andato in onda sulla Bbc (Secrets of the Superbrands) che avanza l’ipotesi che la passione dei fan della Apple per i prodotti con la mela abbia qualcosa a che fare con il sentimento religioso. Come? I ricercatori hanno sottoposto a una risonanza magnetica alcuni "Apple fanboys”, analizzando gli stimoli neurologici prodotti da immagini legate alla Apple. I risultati mostrano che le aree reattive del cervello sono le stesse stimolate dalle immagini religiose per i credenti.
(écran.fr, blog di Libération)
19 maggio 2011. Un programma per controllare i social network.
HBGary è una società di sicurezza informatica che ha cercato di smascherare Anonymous, il network di hacker che hanno attaccato diversi server dopo lo scandalo Wikileaks. Il gesto di HbGary è costato parecchio alla società perché, durante l’operazione, Anonymous è riuscito a ottenere parte degli suoi archivi e a pubblicarli. HbGary ha, tra i suoi clienti, diverse agenzie federali e l’esercito americano. Sono quindi emerse molte informazioni che non dovevano uscire, tra le quali una sulla messa a punto di un programma che, da solo, permette a un unico operatore di incarnare una moltitudine di identità attraverso diversi social network come Facebook, Twitter o MySpace. Con un programma del genere una singola persona potrebbe agire come una folla e inscenare una maggioranza, dice la rivista che si occupa di libertà digitali reflets.info. Ora, un programma così sofisticato, che permette di muovere diverse personalità in maniera coerente, deve ancora essere ultimato, ma versioni più semplici son già in commercio (Persona Management).
(reflets.info)
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Articolo di Redazione
Appunti numero 184
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EGREGIO SIGNOR LADRO...
Una Città n° 126 / 2005 Febbraio
Realizzata da Paola Sabbatani
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Stefano, Paolo, Elton, Giuma, Sandro, Alessandro, Elvis il più giovane, Claudio, Gianfranco, Marino, Andrea, uno dei soci fondatori, Nicola, Ilir, Graziano il vignettista sono nella redazione di Ristretti Orizzonti; Ornella Favero ne è la coordinatrice.Co...
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Sommario del n. 298
Una Città n° 298 / 2023 dicembre 2023 - gennaio 2024
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Una Città n° 303 / 2024 settembre
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