Christian Bruschi, avvocato, professore di Storia del diritto all’università di Aix-Marsiglia e militante in diverse associazioni, vive e lavora a Marsiglia.

L’immigrazione italiana ha rappresentato un fenomeno importante per la città di Marsiglia e l’intera regione. Ce ne può parlare?
L’immigrazione italiana a Marsiglia è antica perché questa città è molto vicina all’Italia; gli italiani sono venuti a Marsiglia prima ancora che l’Italia esistesse come stato: già dal XVI-XVII secolo, in particolare i commercianti italiani, venivano qui. Ma è soprattutto dal XIX secolo che comincia un’emigrazione italiana di massa, diventando importante negli anni 1870-80 e continuando, con ritmi meno intensi, fino agli inizi degli anni ‘60 del Novecento. Gli italiani avevano provenienze diverse; a Marsiglia c’erano essenzialmente piemontesi e italiani del sud, in particolare napoletani. Anch’io sono discendente di immigrati italiani, infatti il mio bisnonno è arrivato qui nel 1870 ed io ho conservato sempre dei legami molto stretti con l’Italia.
Ebbene, alla fine del XIX secolo gli italiani hanno dovuto subire tutta una serie di atti di razzismo, offese e persecuzioni. L’episodio più grave si è verificato nel 1893 nella cittadina di Aigues-Mortes vicino a Marsiglia, un vero e proprio pogrom sul quale la Francia mantiene ancora il silenzio; i libri di storia ne parlano in Italia, ma non in Francia. Nell’agosto del 1893 era scoppiata una rivalità fra operai francesi e immigrati italiani che si tradusse in una vera e propria caccia all’uomo: fra gli italiani ci sarebbero stati fra 8 e 20 morti. Questo episodio mostra l’ostilità, se non la xenofobia, che animava allora i lavoratori francesi contro gli italiani, considerati come concorrenti e rivali.
E’ complicato spiegare fenomeni di razzismo di questo tipo in quanto spesso si inseriscono in un determinato contesto politico. In quegli anni l’Italia voleva diventare una grande potenza a livello internazionale, così entrò in rivalità con la Francia, in particolare per la questione della Tunisia che era diventata un protettorato francese, con grande rammarico degli italiani, in particolare di Crispi, allora presidente del consiglio. Già nel 1892 c’erano stati dei gravi disordini sulla Canebière, a Marsiglia: due italiani erano stati uccisi in un pogrom che rimarrà nella memoria con il nome di “Vespri marsigliesi”. Il sentimento anti-italiano è persistito a lungo, fino al 1894, anno culmine nel quale l’anarchico italiano Caserio assassinò a Lione il presidente della repubblica francese Sadi-Carnot: un italiano, immigrato che assassina il capo dello stato francese... vedete un po’ cosa potrebbe succedere se oggi un algerino assassinasse Chirac. Caserio era un uomo fuori dal comune, un personaggio molto interessante, che compì quella che stimava una missione assoluta; un anarchico di una dedizione totale che commise questo assassinio con uno spirito mistico.
Nei giorni che seguirono l’omicidio ci fu uno scatenamento di violenza, non solo a Marsiglia ma in tutta la Francia: a Lione, dove ebbe luogo l’episodio, 3-4000 italiani lasciarono la città quello stesso pomeriggio, infatti il consolato di Francia a Torino conserva ancora delle relazioni molto interessanti che registrano l’arrivo degli italiani. A quel punto, con l’aggravarsi della situazione, paradossalmente la tensione si sgonfiò perché la Francia assunse una volontà di maggior integrazione, cambiando il diritto di nazionalità nel 1889 e poi nel 1893, e quindi assimilando gli italiani grazie al diritto del suolo che prevedeva la possibilità per ogni persona nata in Francia di diventare francese alla maggiore età.
L’immigrazione italiana è interessante anche perché è la prima immigrazione economica. Mentre infatti durante il XIX secolo la Francia aveva vissuto soprattutto l’immigrazione politica di polacchi, ungheresi, spagnoli e anche di molti italiani mazziniani, dal 1860-70 iniziò l’immigrazione economica belga e italiana. I belgi emigrarono nel Nord della Francia; erano più numerosi degli italiani, e sono loro che hanno costruito la metropolitana di Parigi. Hanno sofferto anch’essi una xenofobia spaventosa e in Francia ancora oggi esiste il retaggio del disprezzo per gli immigrati belgi: i francesi adorano passare il tempo a prenderli in giro, considerandoli degli imbecilli; conoscerete le barzellette francesi sui belgi. Contro i belgi tuttavia non ci sono stati pogrom; la xenofobia non è stata così viol ...[continua]

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