Da quanto tempo siete venuti via?
Lui. Da due mesi, ma le nostre famiglie sono rimaste in Bosnia e non abbiamo notizie da loro.
Come vi spiegate una guerra così sanguinosa? Perché tutto questo odio?
Lei. Secondo me tutto questo odio è stato spinto da piccoli gruppi di politici, almeno all’inizio.
Spingevano sulle rivalità, ma questo non aveva niente a che fare con le nazionalità. Ci sono interessi molto più profondi.
Quindi questo odio non c’era nella popolazione?
Lei. No, questo posso affermarlo, non esisteva. La mia famiglia ha quindici matrimoni misti. Tutta la Bosnia Erzegovina è mista. Mio babbo è musulmano, mia mamma viene da un matrimonio misto fra un croato ed una musulmana.
Quindi tu sei stata allevata secondo la religione musulmana?
Lei. No, sono solo andata alle normali scuole statali. Io sono bosniaca, sono cittadina della Bosnia Erzegovina.
Lui. Questa è una cosa strana, una cosa che una certa propaganda in questi anni sta usando: che i musulmani vorrebbero fare della Bosnia uno stato islamico integralista. Questa è stupidità, perché i musulmani come nazione sono nati nel 1962, ma esisteva già da 300-400 anni. Dal 1430-40 al 1878 la Bosnia fu parte dell’Impero Ottomano, che andava dalla Bosnia fino all’India, Afganistan, Siria, Libia. Durante tutto questo tempo tutti gli abitanti di questo paese si chiamavano bosniaci. Nel 1878 sono arrivati gli austriaci ed è diventata parte dell’Impero Austro-Ungarico e tutti erano bosniaci, ma c’erano tre diverse religioni: c’erano ortodossi, cattolici e musulmani. Quando è nata la Jugoslavia, nel 1918, dopo la prima guerra mondiale, serbi, croati e sloveni erano le sole tre etnie, le sole tre nazionalità riconosciute. Allora i macedoni non esistevano: erano serbi; anche musulmani o bosniaci non potevano esistere più: dovevano dire se erano serbi o croati. Avevano solo la possibilità di praticare la religione. Anche la Bosnia come paese autonomo non esisteva più: semplicemente era stata spartita con le forbici fra Serbia e Croazia. Serbi ortodossi o serbi musulmani, o croati cattolici o croati musulmani, queste erano le uniche possibilità. Con la Seconda Guerra Mondiale c’era molto odio fra ustascia croati fascisti e cetnici serbi fascisti. E poi c’erano i partigiani ed erano serbi, croati, musulmani, macedoni: tutti quelli che non volevano fare una guerra per la propria etnia, ma una guerra contro i nazisti. Allora, dopo la Seconda Guerra Mondiale, Tito ha fatto tutto quello che poteva per distruggere questi nazionalismi. Adesso tutti dicono che era una dittatura terribile, che lui era un dittatore più grande di Stalin, più grande di Hitler. Io penso invece che lui andasse bene per queste cose, perché provava a costruire questa che adesso chiamano una nazione artificiale. Lui provava a fare questo, ma forse ha fatto uno sbaglio che adesso si vede. Tutti gli ufficiali erano jugoslavi, ma adesso sono tutti serbi: la Serbia era nel cuore, la Jugoslavia nella tasca dove arrivavano i soldi. Stessa cosa era anche per la diplomazia, per i giornalisti. Ma tutto questo odio era dimenticato, solo gli anziani ricordavano questi conflitti fra le etnie. Secondo me nessuno voleva ricominciare con questi conflitti, con questo odio. Ma tre o quattro anni fa la stampa di Belgrado ha iniziato una campagna contro la Croazia, contro i croati, dicendo che tutti i croati sono ustascia e hanno ucciso un milione, due milioni, dieci, cento milioni di serbi. Hanno massacrato, massac ...[continua]
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