Mark Leslie, architetto, è designer del percorso espositivo del “Gpo - Witness history” di Dublino, dedicato alla storia del movimento per l’indipendenza irlandese.

Qual è il ruolo e l’importanza dell’edificio che ospita l’ufficio postale di Dublino e come avete progettato il museo che oggi vi è ospitato?
Il General Post Office, l’edificio di cui parliamo, è stato costruito nel 1818 ed è il più antico ufficio postale al mondo. Si trova in O’Connell Street, la più importante via di Dublino. Ebbene, qui, nel 1916, i ribelli irlandesi insediarono il primo governo e ci fu la “Proclamation of an Irish Republic”, il manifesto da cui nasce il moderno Stato irlandese. La rivolta fallì dal punto di vista militare, ma la spietata reazione degli inglesi, il bombardamento del centro di Dublino, la sommaria esecuzione dei leader della rivolta e l’internamento di migliaia di dublinesi infiammarono l’intera popolazione portando alla guerra di indipendenza e alla divisione dell’isola. Questo l’antefatto. Ebbene, per anni si era discusso del destino di questo edificio, dove ha avuto luogo forse l’evento cruciale della storia irlandese; un evento anche inatteso perché parliamo di un piccolo gruppo di intellettuali che, senza alcun mandato democratico, e in un periodo molto critico della storia irlandese, forzò la situazione. Dobbiamo infatti ricordare che all’epoca esisteva un movimento di massa che stava lavorando a un processo graduale verso l’indipendenza, con mezzi pacifici. La logica sottostante era che siccome l’Irlanda è un’isola molto piccola, e quello britannico un impero immenso… Insomma, come si dice, non ha senso mettersi a tirare la coda del leone se sei un topo! La sfida era quella di usare la legge per cambiare la legge, secondo l’ispirazione di colui che è stato forse il più grande irlandese mai vissuto, Daniel O’Connell “il Liberatore”, che lottò per l’emancipazione del popolo irlandese.
O’Connell fu promotore del movimento per l’abrogazione dell’Atto di Unione, che nel 1801 aveva stabilito l’unione del Regno d’Irlanda e del Regno di Gran Bretagna per costituire il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda. Sfortunatamente la sua carriera si interruppe con la grande carestia che uccise milioni di irlandesi. Morì col cuore infranto, ma nondimeno la forza della sua lotta nonviolenta continuò.
O’Connell da giovane era vissuto in Francia, durante la rivoluzione francese, e dopo aver visto gli effetti della violenza rivoluzionaria, aveva ammonito: non dovremo mai percorrere quella strada, dovremo restare pacifici a tutti i costi. Fu uno dei più celebri oratori del mondo, aveva promosso la causa degli schiavi d’America, aveva sostenuto i contadini indiani nell’impero britannico, sempre usando la legge per combattere l’ingiustizia, mai violandola. In seguito era però prevalsa l’intransigenza dei protestanti dell’Ulster.
Poi scoppiò la Prima guerra mondiale e tutto si dovette fermare. Il discorso degli inglesi agli irlandesi fu di questo tipo: “Per garantire che si possa mettere fine rapidamente al conflitto, così che altrettanto rapidamente possiate vedervi riconosciute le vostre libertà, formeremo un’armata irlandese che combatterà al fianco dell’esercito britannico per sconfiggere i tedeschi e così salvare un piccolo paese come il vostro, il Belgio”. Gli irlandesi vennero quindi equipaggiati, anche per controbilanciare i protestanti dell’Ulster, un movimento ben armato di quasi duecentomila persone. Un piccolo gruppo di volontari però presto si ribellò: “Non ci hanno lasciato combattere sotto la bandiera irlandese, non ci hanno lasciato tenere alcun simbolo irlandese sulle nostre uniformi, ci hanno sparpagliato...”. Fu in quel contesto che un piccolo gruppo, quasi improvvisamente, mise in piedi un colpo di stato e si impadronì dell’Ufficio postale, il centro nevralgico delle comunicazioni. Un luogo anche fortemente simbolico, perché rappresentava un’istituzione del governo britannico in Irlanda e poi si trova nella strada principale di Dublino. I ribelli tagliarono tutti i cavi. Si erano convinti che, se fossero stati in grado di controllare la capitale per tre mesi, secondo il diritto internazionale sarebbero stati riconosciuti dalla comunità internazionale come governo legittimo; dopodiché si sarebbero tenute le elezioni. Va detto che avevano una piattaforma politica molto avanzata. La proclamazione dell’indipendenza d’Irlanda prevedeva uguali diritti per uomini e donne, uguali opportunità a tutti ...[continua]

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