Fabio Salviato, di Padova, oltre a essere fra i fondatori della Ctm, la cooperativa, con casa madre a Bolzano e presente in tutta Italia, che si occupa di commercio equo-solidale con il Terzo Mondo, è responsabile della Ctm Mag, specie di cooperativa finanziaria della stessa Ctm. E’ il promotore del progetto "Banca Etica", ormai in fase finale di attuazione.

L’esigenza di una banca etica, di uno strumento finanziario alternativo, nasce per accompagnare lo sviluppo del terzo settore, quello no profit. E’ così?
Intanto vorrei chiarire che non è che l’impresa no profit non debba avere un utile. Certo, l’impresa no profit, prima di tutto, si muove per fini di solidarietà, ha per valore aggiunto, per oggetto sociale la solidarietà, non la ricerca del profitto come le altre imprese. Ma l’utile ci deve essere nelle nostre imprese, proprio perché va reinvestito nell’attività per creare nuovi posti di lavoro, per raggiungere in modo più efficace e visibile l’obiettivo. Questa è la grossa differenza rispetto al settore profit. Il terzo settore, soprattutto in questi ultimi tempi, sta registrando consensi e sviluppi significativi: lo stesso "piano Delors", presentato due anni fa al Parlamento Europeo prevedeva che entro il Duemila in Europa dei sei milioni di nuovi posti di lavoro che si creeranno il 25%, uno su quattro, verrà creato nel cosiddetto terzo settore. Indubbiamente è un settore che avrà un’espansione notevolissima. Non a caso ora tutti, da Agnelli a esponenti del mondo finanziario, parlano di terzo settore, spesso anche un po’ a sproposito.
Pensiamo solo allo spazio che si crea in una situazione in cui, soprattutto in Italia, lo Stato nel settore dell’assistenza sociale, si dovrà in qualche maniera ritirare per esigenze di bilancio. Ci troveremo, da una parte, di fronte a una forte espansione della domanda di prodotti di solidarietà, perché da oggi al 2010 in Italia ci saranno, con l’innalzarsi della soglia di vecchiaia, più di due milioni di persone che avranno bisogno di essere assistite, anche a domicilio e, dall’altra parte, con uno Stato posto nella necessità di diminuire l’offerta di assistenza. Allora l’impresa profit vede il business. Diventa quindi strategico e fondamentale che tutto il mondo che finora ha rappresentato, anche dal punto di vista culturale, i valori dell’associazionismo e del volontariato, si doti di una struttura finanziaria, in modo da poter competere e dimostrare che il settore no profit è in grado di svolgere autonomamente questo tipo di servizio.
Ma con questo esempio non vorrei dare l’impressione che il terzo settore si occupi solo di solidarietà sociale. Come banca etica vogliamo far sviluppare imprese non solo di tipo assistenziale, di supporto a uno Stato che viene a mancare, ma anche imprese che stimolino, sviluppino, sperimentino un’alternativa a un sistema, basato sul consumo, che ormai non ha futuro. Il terzo settore cerca di trovare, prefigura anche, un’alternativa a un tipo di sviluppo che sta andando in una direzione sbagliata. Leggevo ieri il rapporto della Fao e del Worldwatch Institute secondo cui in Cina negli ultimi tre anni c’è un trend di crescita del prodotto nazionale lordo del 10%: stanno costruendo infrastrutture per dotare ogni abitante della Cina di un’automobile, stanno dotando le famiglie cinesi di una lavatrice. E ci sono imprese, quelle profit, le più grosse a livello nazionale e internazionale, che stanno pianificando e stanno investendo affinché questo si verifichi. C’è solo un piccolo particolare: ci vorrebbero almeno cinque Terre per avere le materie prime e altre due per stoccare i prodotti. Questo per dare la dimensione della follia all’interno della quale siamo ormai inseriti.
Che fare allora? Dare pari opportunità ad ognuno, pur nella divisione del lavoro, nelle diversità, è importante, è necessario, ma allora diventa altrettanto necessario trovare un sistema diverso da quello attuale. Credo che le imprese del terzo settore abbiano da insegnare a quello profit qualcosa che riguarda un futuro un po’ più lontano. Quindi investire nella banca etica è anche un investimento lungimirante.
Perché è importante concretamente una banca etica?
La gestione del denaro dà la possibilità di decidere chi far vivere e chi far morire, è anche gestione di un certo tipo di potere. Noi pensiamo che per sostenere lo sviluppo del terzo settore, di queste imprese autogestionali che si stanno organizzando sul territorio nazionale, diventi neces ...[continua]

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