Avete letto l’intervista allo studente che si è scontrato con un professore, che cosa ne pensate?
Tonino. Lui aveva ragione sul fatto che si capisce dal viso, dall’espressione, da come parla, se una persona vi vuole aggredire, però è stato stupido perché quando succede una cosa con questi professori... intanto loro sono quelli che comandano, poi se lui reagisce e tu hai cominciato per primo, ti sei messo dalla parte del torto. E’ successo a me con un professore che... non ci siamo mai potuti vedere perché... per me è falso, molto falso; è un professore di quelli importanti nella scuola, tutti... non diciamo che lo temono, però gli portano rispetto, anche quando sanno che lui sbaglia. Invece io sono un tipo che parlo in faccia, quello che ho da dire, quello dico. Allora quel giorno stavo in mezzo ai corridoi e lui stava parlando con una professoressa, e facemmo un piccolo battibecco. Dopo lui mi chiamò in segreteria, chiuse la porta e cominciò a gridare vicino a me, disse “Tu la devi finire, non sei nessuno, come ti permetti di dire queste cose davanti agli altri professori, io ti do uno schiaffo”. Io sono un tipo che riesco a mantenere il controllo, calmo gli dissi “Datemi lo schiaffo, basta che mi date voi a me il primo schiaffo, io poi reagisco, l’importante è che io non devo mai avere torto davanti ai professori”. Lui si calmò, e cominciò a dire che non ero una persona seria. Io gli dissi che lui non era una persona seria, e l’aveva dimostrato durante l’occupazione: venne vicino a me e voleva i nomi e i cognomi dei ragazzi che dormivano a scuola. Da quel giorno ogni volta che lo incontro succede sempre qualcosa. Fortunatamente non è il mio professore, a me la maggior parte dei professori mi vogliono bene. Infatti quest’anno mi dovevano bocciare, proprio sicuro come la morte: il 1° quadrimestre feci soltanto due mesi di scuola, il 2° quadrimestre non venivo mai, ero l’unico che doveva essere bocciato della classe, poi, come mi ha detto il mio professore, che veramente è un grande professore, loro non volevano farlo perché era come se fosse una rivincita della scuola nei miei confronti, poi anche per la mia intelligenza perché quel poco che facevo lo facevo bene. Loro mi hanno dato fiducia, e io gli ricambio la fiducia che loro mi hanno dato. Ho detto che già dal 1° quadrimestre avrò dei voti sufficienti, ed è quello che voglio fare.
Una volta ho avuto uno scontro fisico con un professore. E’ successo la 7° ora, eravamo tre classi insieme, stavamo giocando a pallavolo. A parte il fatto che il professore veniva, faceva l’appello e poi se ne andava, “ragazzi, fate quello che volete”, non si importava di noi. Comunque, successe che il pallone andò a finire nella casa di un nostro amico che abita proprio di fronte alla scuola. Lui cominciò a chiamare suo padre, e anch’io perché lo conosco, per farci tirare il pallone. Allora il professore venne da lontano, disse una parolaccia e mi prese per il braccio, “fatti più in là”. Io feci il gesto di togliere la mano da sopra il braccio, perché stringeva proprio, e dissi “professore, a me che avete detto una parolaccia non mi interessa proprio, però mi dovete togliere le mani di dosso, perché io le mani addosso non le metto”. Lui cominciò a dire vicino a me: “stronzo, come ti permetti, io ti faccio questo, io ti faccio quello”. Io risposi per le rime, si fece una folla attorno, tre classi e anche due professori, che mi dettero perfettamente ragione. Io gli dissi molte parolacce, però non volgari, gli dissi “fell ’e pastiera, maccarune” (fetta di pastiera), queste cose così. Io mi cominciai ad arrabbiare seriamente quando lui offese la mia famiglia, gli stavo saltando addosso, mi mantennero i miei amici. Però gli riuscii a dare un calcio. Lui disse che mi voleva far sparare, lo disse proprio in faccia davanti a tutti, poi disse “fai venire tuo padre”. Io dissi “con mio padre non ti conviene perché è peggio di me, se viene mio padre a scuola non viene per discutere, perché tu hai offeso la mia famiglia”. Lui andò vicino al mio amico e gli chiese chi ero, di dove ero, e il mio amico gli disse “perché me lo chiedi a me, vaglielo a chiedere a lui”, poi mi disse “perché non fai venire a tuo cugino e lo fai sparare?”. Io dissi “quando mai, a me queste stronzate non mi piacciono, se succede ‘a tarantella succede ‘a tarantella, le mazzate sono mazzate, e finisce qua”. Io tremavo, lui mi aveva offeso, io non avevo niente da perdere, era stato lui che aveva iniziato, era ...[continua]

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