Cari amici, sono rimasto molto colpito dagli arresti legati alle nuove Br. Come ben sapete tra gli “obiettivi” umani figurava anche Pietro Ichino e ricorderete come volessi intervistarlo dopo aver letto A che serve il sindacato?. Leggo su Repubblica di oggi l’intervista a Epifani nella quale si fa cenno all’episodio della circolare dell’ufficio legale della Cgil dove si invitava a non leggere e a non favorire la diffusione del libro di cui sopra. Nell’articolo viene specificato che è acqua passata; leggo poi che i tre (Pezzotta, Epifani e Angeletti) andranno a trovare di persona Ichino per dimostrargli la loro solidarietà. E va bene.
La vicenda della circolare la si può leggere nell’introduzione alla nuova edizione del libro in formato tascabile, che avevo letto a suo tempo e di cui ora non dispongo neanche di una copia, perché l’ho regalato a diverse persone. Se vi capiterà di leggere quel resoconto rimarrete stupiti e increduli.
Non sostengo che quelle posizioni aiutino o favoriscano certe organizzazioni e comportamenti, però a me questa vicenda aiuta a smascherare l’ipocrisia di un segretario generale (del più importante sindacato italiano) che afferma -sempre nelle dichiarazioni e nell’intervista- di non accettare e anzi di combattere la logica del “traditore” e quella “amico-nemico”. Allora mi dico: la vicenda si sarà pure chiusa, ma senza specificare né quando, né come. Sarà pure acqua passata. Però...
Far uscire una circolare dove si invitano i delegati, i quadri, i sindacalisti a non leggere il libro (ma che è, la Terza Internazionale?), a non pubblicizzarlo, in una parola a boicottarlo ignorandolo, è accettabile per un’organizzazione che si vuole ed è democratica? La discussione non aiuta anche a vedersi in faccia e a non costruirsi perciò icone nemiche? Come si fa ad accettare una tale logica? Sarà pure acqua passata come riporta Repubblica, -ripeto: senza specificare né come, né quando. Però: quello che è scritto, quello che si è diffuso, l’idea che si è fatta passare rimane, e l’idea è quella di un confronto feroce, dove manca lo spazio per le argomentazioni.
Non sarebbe suonato meglio e più rassicurante per chi, come me, è iscritto alla Cgil, interrogarsi sul perché gli arrestati fossero quasi tutti iscritti alla Fiom e quindi alla Cgil? Mi sarei sentito più vicino al “mio” sindacato se avesse preferito guardarsi dentro per cercare di capire come affronta e come vede i conflitti e le questioni. Avrei preferito un atto di umiltà e introspezione.
(Luciano Coluccia)
14 febbraio 2007
Ricordiamo cosa disse Marco Biagi? Quando vedo un vecchio amico che avanza nel mio stesso marciapiede penso: ecco, fra un po’, attraverserà e farà finta di non vedermi. Perché si ha la strana sensazione che tutti a sinistra, da sempre, passiamo sull’altro marciapiede?
15 febbraio 2007
La dottoressa Gao Yaojie qualche giorno fa ha ricevuto la visita di tre alti funzionari della provincia di Henan. Le hanno dato un mazzo di fiori e fatto le congratulazioni. Gao, che ha 80 anni, da tempo impegnata in una campagna contro l’Aids, ha fatto un debole sorriso verso la macchina fotografica del giornalista che avrebbe poi pubblicato un articoletto su di lei.
In quei giorni era stata messa agli arresti domiciliari per impedirle di ottenere il visto che le avrebbe permesso di andare a Washington a ritirare il suo premio. Aveva ancora dei poliziotti che presidiavano la sua casa, ma almeno la linea telefonica era stata riattivata. Le politiche riguardanti l’Aids rappresentano uno dei segnali più significativi del cambiamento che sta avvenendo in Cina. In meno di dieci anni, si è passati da un atteggiamento di totale occultamento dell’epidemia a un’apertura alle fondazioni che se ne occupano, come quella di Bill Gates e di Bill Clinton. Il governo ha anche iniziato delle ricerche e dato il via a un programma di sensibilizzazione.
Tuttavia, per un partito comunista intollerante verso qualsiasi forma di dissenso, i militanti della campagna anti-Aids sono un’altra faccenda. E Gao, che denunciò la contaminazione avvenuta attraverso la vendita di sangue infetto negli anni ‘90, è tra i suoi peggiori nemici.
All’indomani della sua detenzione, molte organizzazioni internazionali, come pure l’ambasciata americana, hanno aperto delle indagini sullo status di Gao. L’articolo è stata una mossa tanto cinica quanto geniale per rassicurare chi stava facendo pressioni per la sua liberazione. Il pezzo è s ...[continua]
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