Dedichiamo la copertina al parlamento inglese, uno dei pochi posti al mondo in cui poter ancorare la fiducia che all’occorrenza ci sarà sempre qualcuno a opporsi, costi quel che costi, dando l’esempio ad altri, al fascismo, qualunque forma e colore assuma. In terza adottiamo come editoriale l’intervento pronunciato alla camera dei Comuni dal deputato laburista Hilary Benn nel dissociarsi dalle posizioni non interventiste del segretario del suo partito.

Wlodek Goldkorn ci parla della deriva delle Primavere arabe, rifluite, in nome della democrazia, su rivendicazioni identitarie, e delle differenze tra l’Isis e Al Qaeda, il primo più statalista e l’altro più movimentista, per arrivare al difficile quadro internazionale, dove la Russia è rientrata da grande protagonista. Il rischio, serio, a fronte di una crisi della Nato, è di assistere a una progressiva finlandizzazione dell’Europa. Goldkorn affronta inoltre il problema della debolezza delle leadership politiche occidentali.

Perché la sinistra, che non esita a combattere gli integralismi delle varie religioni, sembra disorientata di fronte al fondamentalismo islamico? Perché teme l’accusa di islamofobia? Perché l’islamismo resiste all’imperialismo occidentale "e quindi è di sinistra”? Com’è stato possibile che Ayaan Hirsi Ali, scrittrice etiope, sostenitrice di un Islam riformato e da anni nel mirino dei fondamentalisti, abbia trovato ascolto solo nei think tank di destra?
Michel Walzer in un intervento scritto dopo gli attentati di Parigi, consapevole che non ci sarà una brigata di combattenti di sinistra pronta a partire e che forse la scelta militare non è quella giusta, invita a fare almeno una guerra ideologica contro il fanatismo islamico, a fianco delle donne e degli uomini musulmani, sue prime vittime.

Dall’isola di Lesbo ci arriva lo straordinario diario-testimonianza di un piccola associazione, Angalià, che nel giro di qualche settimana, è passata dall’occuparsi delle vittime della crisi economica al dover dare riparo e assistenza a migliaia di profughi in fuga da guerre, dittature e fame. Ghiorgos racconta dell’enorme responsabilità che si sono assunti e che per mesi ha tolto loro sonno, fame, salute, ma anche dell’inattesa generosità arrivata da concittadini sconosciuti, così come da contadini, commercianti in difficoltà e perfino da immigrati, che li ha costretti, a un certo punto, a chiedere di smettere di mandare aiuti.

Nelle centrali, la straordinaria figura di Margherita Zoebeli, educatrice libertaria, che fondò il Centro educativo Italo-Svizzero a Rimini, improntato ai metodi della scuola attiva e della cooperazione educativa.

Gli animali fanno sempre più parte delle nostre famiglie e aumenta la sensibilità nei confronti delle specie a rischio e anche di quelle allevate solo per darci da mangiare o da vestire. Valerio Pocar, dopo aver argomentato perché è più opportuno parlare di "doveri umani”, anziché di "diritti degli animali” e averci spiegato che la superiorità della nostra specie è tautologica, arriva alle estreme conseguenze e cioè al vegetarianesimo come dovere morale.

Perché le pareti della Basilica superiore rimasero bianche per quasi cinquant’anni? E perché nelle scene Francesco è scalzo e con la barba, mentre i suoi frati sono rasati, hanno i sandali e apparentemente non stanno affatto seguendo la Regola francescana? Chiara Frugoni, grazie allo studio accurato degli affreschi e a qualche sua personale scoperta, ci spiega com’è arrivata a considerare l’intero programma della Basilica come un’opera unitaria, e che dietro tutto ci sono le profezie Gioacchino da Fiore e le conferenze parigine di Bonaventura.