Cari amici,
il crowdfunding viene usato per diverse cose: veicoli a tre ruote, nuovi smartwatch, film, progetti artistici e perfino design e sistemi gestionali innovativi per il carcere, ma azzarderei l’ipotesi che una revisione giudiziaria sostenuta dal crowdfunding non si sia mai vista. Chissà cosa verrebbe offerto agli investitori: un posto nella commissione? Un senso di giustizia? Una bandiera ricamata del sindacato dei minatori? Una banda di operai di miniera che suonano "Jerusalem”? È proprio perché il governo non ha saputo esercitare il potere di revisione giudiziaria sulle inaudite violenze della polizia in una delle giornate dello sciopero dei minatori a Orgreave, nel 1984, che la campagna per la giustizia e la verità ha annunciato l’intenzione di finanziare la propria ricerca su come andarono le cose con il crowdfunding.
Orgreave è uno di quegli episodi che compongono l’album della nostra esistenza. Non importa se eravate lì, ma che eravate in vita all’epoca dei fatti. Non è un’esagerazione affermare che quel lunedì 18 giugno del 1984 la percezione che la gente aveva del governo, della polizia e del Paese cambiò per sempre. Fu una battaglia, parte di una guerra che sembrava mossa dal governo contro il suo stesso popolo. Ci furono violenze da ambo le parti, ma il picchetto aveva esordito in modo decisamente pacifico. Era un bel giorno d’estate e i minatori, che erano arrivati a cessare la fornitura di carbone raffinato alla cokerie, si stavano godendo il sole in un campo non lontano dal posto di lavoro, quando migliaia di poliziotti arrivarono convergendo da tutte le parti della nazione. La cavalleria fu spedita alla carica e fece irruzione nel campo a gran galoppo. Le foto delle violenze scioccarono il Paese. Il numero di poliziotti non aveva precedenti, come anche quello dei cani e dei cavalli impiegati nell’azione. Gli arresti furono moltissimi, ma non un singolo minatore fu incarcerato per alcun crimine, dal momento che i tribunali respinsero le prove delle forze dell’ordine: troppe versioni identiche, tutte dettate dalla polizia del South Yorkshire. La testimonianza anonima di un poliziotto di Orgreave rivelò che gli ufficiali avevano ricevuto l’ordine di usare la massima forza e confermò che i minatori non avevano fatto niente. Un minatore, Stefan Wyzocki, raccontò alla Bbc di essere stato arrestato e quindi fatto passare tra file di poliziotti che lo ricoprirono di pugni e calci fino al punto che bisognò portarlo via di peso.
Eppure è stato ritenuto che un’inchiesta non sarebbe di "interesse pubblico”. Parte delle motivazioni per cui Amber Rudd ritiene che una revisione giudiziaria sia inutile dipendono dall’assenza di "decessi” o "arresti illegali” legati alle azioni della polizia del South Yorkshire. Ah, beh. Caso risolto.
Esistono fin troppi documenti ufficiali sullo sciopero dei minatori ma ancora oggi sono troppo sensibili per poter essere resi noti al pubblico, come solitamente accade passati trent’anni. Si sa ancora fin troppo poco delle direttive governative sul mantenimento dell’ordine durante lo sciopero, ma si sospetta molto. Persino l’attuale capo della polizia e dell’anticrimine, il dr. Alan Billings, che si aspettava che il governo annunciasse un’inchiesta, è rimasto scioccato nell’apprendere la decisione di Amber Rudd.
Grazie all’inchiesta, la polizia del South Yorkshire avrebbe potuto esorcizzare i fantasmi del suo passato a Hillsborough e Rotherham. Parlando alla Bbc, Billings ha dichiarato: "Non sappiamo con precisione cosa sia accaduto a Orgreave, perché sia stato necessario un simile dispiegamento di forze armate, né se fu coordinato dal governo”. Ha poi aggiunto la seguente riflessione: "Uno di quei momenti, a mio avviso, in cui la polizia diviene quasi interamente uno strumento di Stato; uno di quei momenti che è meglio evitare”. 
Michael Mansfield, l’avvocato della Corona che difese i minatori, ha spiegato chiaramente il motivo per cui ritiene di grande importanza l’apertura di un’inchiesta: non si tratta di ciò che è successo ma di come sia stato possibile arrivarvi, e perché.
Centro! Questa è una campagna di crowdfunding a cui parteciperò e che consiglierò a chiunque io conosca. È uno di quei casi in cui il governo non riesce a guidare e ad assicurare verità e giustizia, finché non sono le persone e la vita di tutti i giorni a prendere il sopravvento.
Intanto tutti i giorni ci sono ragazze e giovani donne affette da problemi mentali come m ...[continua]

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