Salvatore Bugli è direttore provinciale della Cna di Rimini, che associa 5600 imprese dell’artigianato, del commercio e della piccola industria.

Come si caratterizza il tessuto produttivo di questo territorio?
Il territorio della Provincia di Rimini conta circa 34.000 imprese. È un tessuto produttivo e di servizi molto diffuso: se consideriamo che la popolazione di questa provincia conta poco più di 300.000 abitanti, parliamo di un’impresa ogni dieci abitanti, il più alto tasso a livello regionale e uno dei più alti d’Italia e d’Europa. Sono tutte piccole attività, tranne ovviamente un po’ di eccezioni, perché anche da noi l’industria manifatturiera è abbastanza presente.
Nel settore dell’industria abbiamo aziende leader a livello mondiale come l’Scm che fa le macchine per la lavorazione del legno e con l’indotto occupa circa 4000 dipendenti. Altre ­realtà importanti sono il gruppo Valentini, che si occupa di arredi e ha attività diversificate anche nell’immobiliare; il gruppo Maggioli con 1500 dipendenti, leader nel settore dei servizi agli enti pubblici. Poi c’è il distretto della moda con Alberta Ferretti, Gerani, Gilmar, che sono conosciute a livello mondiale.
Per il resto è una tipologia di aziende in gran parte artigiane, circa 10.000, commerciali, circa 9000. Di queste, soltanto il 20% occupa dipendenti, per il resto è lavoro autonomo, sono aziendine legate al settore del turismo. Come turismo abbiamo il comparto alberghiero, con la concentrazione forse più forte al mondo: circa 2500 alberghi sparsi su 40 km di costa, di cui da circa 15 anni, almeno 500 fanno un’attività annuale, non sono cioè legati soltanto alla stagione balneare. La destagionalizzazione del turismo è stata imponente dopo l’apertura della nuova fiera di Rimini e adesso con l’inaugurazione del nuovo Palacongressi; due strutture importanti che aggiungono reddito e attività e fanno di Rimini una delle piccole capitali dell’Europa per quanto riguarda meeting, congressi e attività fieristica. La nostra fiera è la quarta a livello nazionale, tra le prime in Europa; il nostro Palacongressi, un investimento finanziato tutto dal territorio senza contributi statali o regionali, si colloca nella fascia alta delle strutture di questo tipo.
L’attività balneare continua a essere sicuramente il fulcro. Noi facciamo circa 12 milioni di pernottamenti. Ogni anno a Rimini continuano a venire tre milioni di turisti, di cui l’80% è un turismo autoctono, italiano. Sta crescendo anche la fascia di turisti esteri: stanno tornando un po’ di tedeschi e inglesi, ma soprattutto ci sono flussi importanti di turismo dal mondo russo, anche grazie all’aeroporto che, negli ultimi dieci anni, è diventato un segmento importante.
Queste sono le caratteristiche principali del territorio.
Come ha impattato la crisi su questa realtà produttiva: quali sono i settori che tengono e quelli invece più colpiti?
La crisi qui è arrivata più lentamente. Rimini ha questa particolarità di essere un territorio largamente condizionato, per quanto riguarda i flussi economici, dall’andamento del turismo, che non ha risentito immediatamente del contraccolpo che poi, via via, ha impoverito tutto il sistema paese portando la gente a risparmiare anche nell’utilizzo del tempo libero e quindi nella vacanza. C’è da dire che già da diversi anni si assisteva a una capacità di spesa più contenuta. L’extra-alberghiero soffriva abbastanza, però in generale il prodotto rimaneva competitivo e anche il 2009 era stata una buona stagione, come anche il 2010 tutto sommato. Nel 2011 la stagione balneare ha cominciato ad avere alcuni primi segni di contraccolpo e le avvisaglie per il 2012 sono decisamente preoccupanti.
Il nostro turismo ha un target di clienti a cui noi offriamo prevalentemente il prodotto all-inclusive, quindi pensione completa a prezzi estremamente bassi, con una qualità del servizio che non ne ha risentito perché i nostri operatori sono stati bravi, secondo me, a tenere la media dei servizi e dei prodotti su un livello decisamente interessante rispetto a quanto si paga.
Gli effetti più devastanti si stanno vedendo, da ormai due anni, nel settore dell’edilizia. Rimini è un territorio che ha avuto uno sviluppo urbanistico importante, non paragonabile ad altri territori. Si è costruito molto, anche in maniera un po’ disconnessa, per rispondere a una crescente domanda di nuove abitazioni. Dieci anni fa questa provincia superava i 200.000 abitanti, oggi, come dice ...[continua]

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