Susanna Sinigaglia, impegnata nella rete degli Ebrei contro l’occupazione (Eco), ha curato Ebrei arabi: terzo incomodo?, Zambon Editore 2012.

In genere, quando si parla di Israele si pensa sempre agli ebrei europei arrivati col movimento sionista e ai sopravvissuti, quindi agli ebrei aschenaziti. In realtà ci sono anche, e anzi oggi sono la maggioranza, i mizrachi, cioè gli ebrei arabi. Puoi raccontare?

È una questione poco conosciuta, ma a costruire lo Stato di Israele non sono stati solo gli ebrei europei, tanto più che i sopravvissuti arrivati dopo la guerra erano una popolazione fortemente traumatizzata e comunque scarsa, ma anche e soprattutto gli ebrei di origine araba arrivati in parte prima e in parte dopo il 1948. La nascita dello Stato di Israele ha avuto come conseguenza anche il fatto che gli ebrei dei paesi arabi, dove erano vissuti per secoli, sono diventati oggetto di ostilità da parte delle popolazioni musulmane, quindi molti sono stati costretti ad andarsene. In realtà pare che Israele stesso abbia avuto un ruolo nello spingere gli ebrei arabi a immigrare. Nel caso degli ebrei iracheni è ormai documentato che dietro alcuni attentati alle sinagoghe ci fossero i servizi segreti del nascente Stato israeliano.
Infatti, all’inizio, quando c’era stato semplicemente un invito agli ebrei iracheni ad andare in Israele, avevano risposto in pochissimi; con l’intensificarsi di questi attentati, alla fine se ne sono andati praticamente tutti. Anche se non tutti sono emigrati in Israele. Comunque coloro che se ne sono andati hanno pagato un prezzo.
Nel caso degli ebrei iracheni, il patto infatti era che sarebbero stati lasciati andare via, rinunciando però alle loro proprietà. La maggior parte è pertanto arrivata in Israele che non aveva più niente.
Puoi immaginare cosa è voluto dire per queste popolazioni che al loro arrivo in Israele si sono ritrovate espropriate, intanto dei loro beni, ma poi anche della loro lingua (in Israele era proibito parlare in arabo). Non solo, quando si arrivava in Israele, una delle prime cose che succedevano era che il proprio nome veniva cambiato, veniva ebraicizzato, per cui, in pochi mesi, l’intera cultura e identità degli ebrei dei paesi arabi è stata stravolta. Per loro non c’era contraddizione tra l’essere ebrei e l’essere arabi. C’era anzi una doppia identificazione che poi non riguardava lo Stato, ma proprio le comunità locali. Per dire, si parlava degli ebrei di Baghdad piuttosto che di un’altra città. Insomma, per loro avere un’identità multipla era cosa normale. Invece arrivati in Israele si sono trovati a dover decidere: se volevano essere accettati, dovevano rinunciare alla loro cultura araba, al loro background, alla loro appartenenza.
In questo contesto si situa anche la vicenda degli ebrei yemeniti che nei campi di transito furono oggetto di gravi soprusi, fino addirittura al rapimento dei figli. All’indomani della nascita di Israele fu varata l’operazione "Tappeto magico”, in cui migliaia di famiglie furono trasferite dallo Yemen con un ponte aereo. Lo scopo era quello di incrementare la popolazione ebraica in Israele.
Bisogna sapere che all’epoca gli adulti venivano alloggiati in strutture di lamiera, mentre i bambini piccoli venivano sottratti ai genitori e alloggiati in edifici di mattone. Ecco, in alcuni casi avvenne che i genitori furono informati prima che il loro bambino stava male e poi che era morto. Senza che però venisse loro mostrato il corpicino del bambino. Venivano consegnati soltanto dei certificati di morte trascritti in modo molto frettoloso e talvolta senza le firme necessarie.
Con il moltiplicarsi di questi episodi negli anni, qualcuno iniziò a farsi delle domande. Tanto più che al compimento del diciottesimo anno del figlio dichiarato morto, in qualche famiglia arrivò la cartolina per il servizio militare. Se prima c’era solo il sospetto che non fossero affatto morti, ma bensì rapiti e dati in adozione, poi scattò quasi la certezza che fosse successo qualcosa.
Come si spiega una cosa del genere? Ci sono varie spiegazioni. La più verosimile però è che non considerassero quei genitori adeguati. In generale le popolazioni provenienti dal mondo arabo erano considerate arretrate, in particolare quelle arrivate dallo Yemen, che effettivamente erano particolarmente povere.
Così probabilmente i figli di alcune famiglie yemenite vennero dati in adozione a famiglie aschenazite per farne degli ebrei "civili”.
Dicevi che ...[continua]

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