Rafael. Ho incontrato questo clown francese, Miloud, 9 anni fa, alla stazione, io avevo quasi 13 anni. Era venuto in Romania per un mese come turista. Poi ha visto il problema dei ragazzi di strada e ha deciso di rimanere a Bucarest. Il primo giorno, quando mi ha visto, mi ha detto: “Ciao, sono Miloud, non hai voglia di venire al circo?”, “Cosa significa circo?”. Lui parlava in francese, io allora non conoscevo quella lingua, ma poi nel giro di qualche mese ho cominciato anch’io a parlarlo, e lui a parlare rumeno. Ci sono tanti turisti che vengono in Romania e approfittano dei ragazzi, dei bambini che si prostituiscono perché magari gli è stato promesso un pranzo o dei vestiti, così avevo paura. Poi però ho visto che era un tipo diverso, mi ha portato al circo ed è stato bellissimo, c’erano giocolieri, acrobati...
Alina. Io allora vivevo nelle fogne e mai avrei pensato di poter un giorno conoscere una persona come Miloud. Quel giorno stavo in stazione con un sacchetto di colla, mi stavo drogando, avrò avuto 18 anni. La prima volta che l’avevo visto era stato in un parco e mi aveva fatto vedere come faceva girare le palline e ci aveva chiesto se volevamo imparare. E’ che io non avevo fiducia in nessuno allora, per cui mi sono subito allontanata. Lui è rimasto con quelli che volevano imparare. In effetti sembrava una cosa molto bella.
Rafael. Con Miloud abbiamo cominciato giocando. In quel tempo, nel ‘95-96, non aveva le clave, né le palline, praticamente noi andavamo a cercare nei cestini, trovavamo le bottiglie vuote, dentro ci mettevamo sabbia e sassi e le usavamo come clave. E cosi, piano piano, abbiamo imparato a fare questi giochi d’abilità. Una volta abbiamo lavorato anche nella metropolitana con lui, con uno spettacolo piccolissimo. Ci allenavamo duramente tutti i giorni. Il primo nostro vero spettacolo, in un paese a 500 km da Bucarest, dove adesso, ogni anno, c’è il Festival medievale, è stato bellissimo. Nel frattempo eravamo diventati dei veri giocolieri, usavamo trampoli e monocicli.
Con i soldi raccolti Miloud ha aperto una fondazione, Parada, nel ‘97. Ormai sono 4 anni che abbiamo questo centro diurno. Abbiamo lavorato tantissimo per avere questo luogo, che è particolare, e adesso siamo contenti. Io lavoro lì con un altro amico, che ha 23 anni; al centro diurno non c’è soltanto il circo, c’è anche la scuola, adesso è cominciato un corso di ballo, e poi io faccio teatro con i ragazzi, (me l’ha insegnato sempre lui, Miloud), e sono soddisfatto. C’è poi un gruppo che continua ad andare in strada, con un assistente sociale, si incontrano i ragazzi, si dà loro da mangiare, si parla con loro, infine si propone loro di venire al centro.
Da quando è morto Ceausescu, dieci anni fa, la Romania è peggiorata, ci sono tantissimi bambini per strada, sono bambini senza genitori, o abbandonati all’ospedale, come ha fatto mia madre, che mi ha abbandonato e io l’ho conosciuta solo a 13 anni.
Alina. Io quel giorno me n’ero andata. Dopo un mese però avevo reincontrato i miei amici, quelli con cui vivevo prima: “Abbiamo imparato, abbiamo fatto anche degli spettacoli a Bucarest”. Insomma, m’hanno spiegato che avevano imparato a fare i giocolieri, con le palline, le clave, la piramide...
E allora mi sono detta: beh, adesso provo anch’io. Se riesco, bene, se no lascio perdere. Così sono andata con loro e quando ho visto come si allenavano, che era una cosa seria, ho chiesto di provare anch’io. Miloud mi ha fatto vedere come si fa a far girare due palline in aria. Ho imparato subito, poi mi ha fatto vedere come si fa con tre; ho imparato anche quello; così Miloud mi ha regalato tre palline; sono diventata subito abbastanza brava perché mi allenavo sempre, mi piaceva. Ho smesso di drogarmi, perché avevo finalmente qualcosa da fare ed ero troppo innamorata di quel lavoro. Ho imparato a fare anche cose complicate. E poi Miloud, visto che imparavo subito, mi h ...[continua]
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