Alberto Cipriani è responsabile nazionale Fim-Cisl sull’organizzazione del lavoro in Fiat. Di Wcm abbiamo parlato anche nel n. 208.

Da qualche anno negli stabilimenti Fiat è stato introdotto il Wcm, un sistema di produzione per aumentare la qualità ed eliminare sprechi e perdite e che prevede la partecipazione dei lavoratori. È possibile fare un bilancio?
Il Wcm, World class manufacturing, è uno dei sistemi lean, cioè di produzione "snella”, in uso da molti anni ormai in tantissime aziende nel mondo. Iniziò nel dopoguerra la Toyota, tant’è che molti parlano di toyotismo. Detto in estrema sintesi, il Wcm è tenere in ordine e pulita la casa, quindi far funzionare i meccanismi organizzativi, evitando gli sprechi e tutto ciò che non funziona, tutto a beneficio sicuramente del contenimento dei costi, che in questo modo vengono abbattuti, ma, soprattutto, dell’aumento della qualità del prodotto e quindi della competitività aziendale.
Per quanto riguarda specificamente gli stabilimenti Fiat, in Italia e in giro per il mondo, i risultati sono diversi. Ovviamente, io, da sindacalista, li guardo con gli occhi dei lavoratori, quindi mi stanno a cuore i risultati per i lavoratori: sono positivi o negativi? È una domanda che necessita di una risposta articolata.
Il primo esempio che mi viene in mente riguarda lo stabilimento Iveco di Madrid, dove facevano e fanno ancora un camion pesante, heavy truck, e che era destinato alla chiusura, perché aveva delle perdite ingenti e la qualità del prodotto era scadente. L’amministratore delegato aveva già deciso di chiuderlo.
Arrivò un giovane e promettente direttore di stabilimento a cui avevano detto: "Mah, prova un po’ a studiare queste cose sul Wcm”, e lui si mise seriamente a studiare. Così, quasi per caso, per coincidenza, decise di provare a vedere se, effettivamente, la cosa poteva funzionare. Per due, tre anni è stato fatto un lavoro straordinario e alla fine questa fabbrica, che conta tremila persone, quindi non piccola, ha ottenuto la medaglia di bronzo del Wcm, per cui l’amministratore delegato non ha più potuto chiuderla. Cioè i lavoratori stessi hanno salvato la fabbrica. Ecco allora che se il Wcm è questa cosa che consente di salvare i posti di lavoro perché rende competitiva una fabbrica... beh, in questo caso di Madrid, possiamo dire che è una cosa buona. Dopodiché va anche detto che se c’è un risultato, i lavoratori si aspettano di ricevere anche loro un meritato e giusto compenso.
In Italia invece come sta andando?
In Italia il caso più eclatante è Pomigliano, un’esperienza, per certi versi, analoga a quella spagnola. Lo stabilimento di Pomigliano era considerato sull’orlo del baratro. Parliamo di una fabbrica che non funzionava, l’80% dei suoi prodotti era scarto; certo, poteva trattarsi di un graffietto, penso all’Alfa 159 o di difetti più importanti, fatto sta che circa l’80% di quello che usciva da Pomigliano doveva essere rivisto. Giravano i cani randagi per i reparti nella vecchia Pomigliano.
In una ricerca che stiamo facendo come Fim nazionale, un lavoratore ci ha detto: "Il cambiamento è partito da dentro”. Io subito non sono riuscito a capire cosa intendesse dire, ma intendeva che era partito proprio da dentro di loro. Nel senso che non si poteva più continuare così. Quando in uno stabilimento girano i cani randagi, è evidente che non può uscire niente di buono di lì. Vuol dire che la situazione è totalmente fuori controllo. Da questo punto di vista, quello che è avvenuto è straordinario: oggi quella fabbrica produce la Panda, una delle vetture qualitativamente migliori. Anche lì, per merito dei lavoratori stessi. Perché per quanto il manager possa essere innovativo, capace, illuminato, non potrà mai raggiungere i livelli di qualità, di prodotto e di processo, che si sono raggiunti grazie all’impegno delle migliaia di lavoratori.
Tra l’altro, in questo caso, il livello di eccellenza produttiva non è stato giudicato solo all’interno del sistema di Audit del working class manufactury, ma da un pool di giornalisti specializzati tedeschi che hanno messo in relazione Pomigliano con altri settecento stabilimenti in Europa e lo hanno decretato il migliore, in ordine alla lean manufactury, quindi dal punto di vista dell’efficienza produttiva. Pomigliano ha vinto anche contro lo stabilimento tedesco di Lipsia dell’Audi, nuovo anche quello. In fabbrica si racconta che hanno fatto di tutto per premiare Lipsia, che sono andati a ve ...[continua]

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