«Mia madre chiese a mio padre se dovevamo andarci quel giorno a Portella e mio padre rispose: ma cosa dobbiamo andare a fare tutti, non abbiamo nemmeno il pane da mangiare!
E la mamma rispose: dobbiamo andare: è una festa! Ci dobbiamo divertire. Così siamo andati tutti: io, le mie tre sorelle, i miei due fratelli, mio padre e mia madre... Siamo arrivati lì, nel pianoro fiorito, mia madre prese dei papaveri e ce li appuntò sulla testa. Non avevamo molte cose da mangiare così ci siamo messi in disparte. Mia madre disse: mettiamoci da quella parte e quando loro finiscono di arrostire la carne tiriamo fuori le nostre cose e mangiamo. Ci siamo seduti, mio padre aveva sulle ginocchia mio fratello piccolo e giocava. Tutto a un tratto cominciamo a sentire gli spari: pensavamo fossero spari di festa e invece erano pallottole contro di noi: mia madre fu colpita subito e ho visto che le usciva sangue dalla bocca. Dico: mamma cos'è questo sangue. Mi guardava e piangeva.
Mia sorella è stata ferita e dopo un mese è nato il suo bambino. Mio padre ci disse: dovete andare via. Sulla strada incontriamo uno dei miei fratelli che aveva in custodia il cavallino: si avvicina e dice: hanno ucciso il cavallo. Gli diciamo: hanno ammazzato la mamma»
Concetta Moschetto ricorda la madre Margherita Clesceri,
una delle undici vittime di Portella della Ginestra, 1° maggio 1947
ricordarsi
Una Città n° 238 / 2017 aprile
Articolo di reprint di Concetta Moschetto
LA VISITA - PORTELLA DELLA GINESTRA
Visita al cippo della strage di Portella della Ginestra
Archivio
lettera di Jean Selim al figlio che doveva nascere
Una Città n° 126 / 2005
… ma bimbo o bimba, intelligente o meno, bello o no, secondo canoni che si rivelano sempre molto soggettivi, quello che più mi sta a cuore è che tu porti in te la vera bellezza. Quella che uomini e donne sensibili di ogni epoca hanno sempre riverito, quel...
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MEMORIAL
Una Città n° 281 / 2022 febbraio
Realizzata da Niccolò Pianciola
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Irina Lazarevna Scerbakova è nata nel 1949 a Mosca. Storica per passione fin da quando era traduttrice dal tedesco, ha registrato centinaia di testimonianze di reduci dai campi del Gulag, soprattutto donne, tra la fine degli anni Settanta e gli ann...
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QUEI VAGONI
Una Città n° 264 / 2020 marzo
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Una Città n° 276 / 2021 giugno-luglio
Realizzata da Andrea Rizza
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Mi rivolgo a voi come uomo trentanovenne, che è l’età che aveva mio padre Azem quando ci siamo separati, quando l’ho visto per l’ultima volta, senza sapere che sarebbe stato l’ultimo giorno che avremmo vissuto insieme...
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Una Città n° 266 / 2020 maggio
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vogliamo credere che stiate tutti bene e che siete tornati a respirare con più leggerezza. La situazione qui da noi è molto migliore rispetto alla vostra, però nell’aria si avverte comunque una specie di pesantezza ...
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