Così, mentre accompagniamo Diano Fleudiano Leoni alla sepoltura nel cimitero di Cervia, mi risuona in mente il “Nuvolari” dove Lucio Dalla canta le parole di Roberto Roversi che del leggendario pilota di automobili da corsa fu ammiratore sfegatato. Forse non ricordando bene il testo, che più o meno inizia così: “Nuvolari è basso di statura, Nuvolari è al di sotto del normale. Nuvolari ha cinquanta chili d’ossa, Nuvolari ha un corpo eccezionale...”.
Diano aveva anche una mente eccezionale, e una volontà e un’ironia inossidabile. Lo ricordiamo, nel gruppetto capitanato dalla sua famiglia, dalla tostissima sorella Dalila ai nipoti ragazzini, mentre ci avviamo tra le tombe. E c’è un’eco degli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso, quando ragazze e ragazzi che d’estate lavoravano nell’industria turistica della Riviera come cameriere e camerieri, bagnini, nei bar, ci mettemmo in testa di combattere il lavoro nero, di rivendicare orari umani e -perché no?- un giorno di riposo settimanale.
C’è Franca, la compagna del “Manifesto” nella cui sede, un po’ mal sopportati e subiti, in un letto dalle lenzuola più che sozze, dormivano Fausto e Gianfranco e chiunque capitasse lì, compagni d’appoggio alle lotte. Anche scontri con la polizia, quell’anno a Milano Marittima, mandata a difendere l’indifendibile. C’è Massimo Buda, anche lui cervese, che di musica se ne intende e che con Diano ebbe a che fare per i Circoli Ottobre.
Ci sono Susanna e Fabio con Roberta, sua moglie, di qualche anno più giovani, figlio e figlia di Carla e Romano che fu con i partigiani giovanissimo e poi di Lotta Continua. E Giorgio ci sarebbe stato, lo so per certo, ma se n’è andato anche lui. C’è Lucia che col fratello Claudio, scomparso lo scorso anno, adolescenti accoglievano i e le forlivesi in trasferta. Quando ebbero un’edicola Diano le portava spesso dei fiori, gialli come piacevano a lei e poi, ora che era distante, a Torino, al compleanno inviava foto di fiori, non dimenticava mai.
Ricordava tutto, conferma Dalila, non sbagliava un compleanno dei nipoti, di nessuno. Aveva una memoria eccezionale. Telefonava per fare gli auguri e giù chiacchiere. Sulla tomba, dice, metterà fiori rossi. E un nipote: non neroazzurri, come quelli della sua Inter? No, rossi perché era comunista.
Gianni, Marcella, Giovanna, Robertino, Rodolfo, Carlo, Dolores, Marzio, Fausto, Luciano: siamo fratelli e sorelle da quasi sessant’anni: come passa in fretta il tempo!
A volte litighiamo come allora, a volte ci ritroviamo in un circolo Arci nella campagna forlivese per mangiare cappelletti al ragù e tortelli burro e salvia e tra un piatto e l’altro succede che qualcuno alzi la voce e c’è chi ci resta male. Ma dura un attimo, perché ci vogliamo un gran bene.
Ciao Diano, sepolto a pochi passi dalla pineta e dal tuo mare.
Beppe Ramina
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