Antonio P. è un ragazzo di 21 anni, scuro, robusto; ha la testa grossa, i muscoli grossi, la faccia brutta, naso grosso e muso sempre arrabbiato... E’ comparso 5-6 mesi fa, quando l’ho conosciuto io; cominciava a scendere in piazza; allora, chiedendo a qualcuno chi era, (perché da come si comportava saltava all’occhio che era un tipo particolare), rispondeva che stava fuori con la testa.
So che prima frequentava solo quei pochi metri dove abita lui, e scendeva solo per andare a vendere i fiori... è stato chiuso per più di un anno senza scendere da casa perché aveva timore che il Sistema gli volesse fare qualcosa... perché secondo me aveva fatto a botte con qualcuno o aveva mancato di rispetto a qualcuno... perché lui a queste cose ci tiene, per lui sono regole di vita queste qua. Poi è risceso, e subito è stato notato perché si comportava in modo aggressivo, però insieme a questo ha sempre presentato un’attitudine a fare amicizia, a entrare nei discorsi, mettersi al centro dell’attenzione... noi parlavamo di qualche cosa e lui entrava nel discorso come se sapesse già tutto, e alla fine portava il discorso sulle cose sue, che in genere sono cose di mazzate, e soprattutto cose di camorristi, dei Sistemi: diceva che lui è un ragazzo di strada, che voleva fare il camorrista, ce l’aveva nel sangue, queste cose qua. Faceva tutti i discorsi sulle parole di Cutolo, prese dal film Il camorrista, lui le sapeva a memoria: “Io la vita te la do e poi te la tolgo”, tutte queste frasi. Allora la gente si impressionava e diceva: “Ma questo chi è?”, perché poi ha una voce molto forte.
Anch’io mi sono scontrato con lui, per una cosa del genere. Io credevo che si poteva scherzare, perché poi stava sempre con noi nel gruppo. Lui mi chiese una sigaretta, gli diedi il pacchetto, che però era vacante (io però non lo sapevo, credevo che dentro c’era la sigaretta). Lui: “Per chi mi hai preso, che mi dai il pacchetto vacante?”, continuò a fare il guappo, si avvicinò con la faccia aggressiva, con le mani in posizione come se volesse picchiare... che poi lo fa solo per metterti paura, perché se tu a parole fai vedere che non ti metti paura, lui si ritira, invece se ti metti paura lui ti sottomette completamente... comunque con me fu una cosa strana, lui diceva che mi mangiava, che mi doveva sparare, ma poi non aggrediva mai, scappava sempre, gridava e scappava... poi quando facemmo pace venne vicino a me, mi toccò il fisico, disse vicino a me: “Però, tu non tieni niente di fisico”, metteva in mostra tutta la sua muscolatura, io dicevo che non c’entrava, e di non parlare sempre di mazzate, ma lui insisteva che io tenevo ‘a capa ‘nfame, perché non ci avevo pensato due volte ad attaccare, e che adesso se l’era imparato anche lui, a non aspettare di essere aggredito, e in più lui aveva la forza rispetto a me, e quindi non potevo più mettergli paura. Io dissi che era stato lui a mettere paura a me. Io ho notato una cosa: quando lui vede che la sua vittima si spaventa, non reagisce, scappa, lui si arrabbia sempre di più, la guarda fisso con una faccia tutta tirata, un’espressione brutta, cattiva, poi, bu, scarica... poi si sbianchisce, si calma e torna al discorso di prima come se niente fosse.
Lui è stato sempre sottomesso al padre, che adesso è anziano e manda lui a vendere i fiori, è l’unico che porta i soldi a casa... il padre ha una stalla coi cavalli (quelli per le corse clandestine), e quando era più piccolo lo mandava a dormire nella stalla, e lo picchiava, con la mazza e con la frusta: queste cose ce le ha dette quando sta con noi, in tutti i suoi discorsi scombinati, saltando di qua e di là... lui non sta mai fermo sia con la bocca che con il corpo. Ogni tanto dice che lui è un lavoratore, e mostra le mani piene di graffi, mostra come lui pulisce le rose, con le mani, strisciando tutto il gambo con le mani, perché dice che il fioraio non usa le forbici. Ogni sera andava a vendere a Roma, a Latina, partiva alla sera col triciclo, per arrivare alle 4.00 o alle 5.00 del mattino, 8 ore di viaggio e tornava la sera del giorno successivo. Arrivato a casa, si lavava, scendeva e si scatenava per strada, si vantava che lui non dormiva mai. In questo ultimo periodo non è andato a vendere perché non aveva compagnia, e lui da solo non riesce a stare. Prima si portava appresso un ragazzo, Ciro, di 23 anni, che ci andava per bisogno; lui se lo portava per compagnia, gli dava 50mila lire, a noi diceva che lo voleva bene come un f ...[continua]

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