Andrew Arato insegna Teoria Politica alla New School di New York.

Nell’aspro confronto tra la Grecia e le istituzioni europee delle ultime settimane quello che è entrato in discussione è anche il senso e il destino dell’Unione europea.
Non sono un economista, ma ciò non mi impedisce di affermare che questo è un momento davvero cruciale per l’Europa. L’unione economica ha garantito importanti vantaggi, ma, come stiamo vedendo in Grecia, ha mostrato anche risvolti pericolosi.
Quello che però mi preme subito ricordare è che lo scopo dell’Unione, storicamente parlando, era molto più ambizioso dell’istituzione di un blocco commerciale e, da questo punto di vista, diventa chiaro che l’Unione europea non ha motivo di esistere se non persegue obiettivi di solidarietà e democrazia. Ecco, il modo in cui verrà gestita la situazione greca farà luce sulla strada che l’Europa sta prendendo.
Purtroppo, fino a oggi, per alcuni paesi dell’Europa settentrionale, in particolar modo la Germania, l’unica chiave di lettura di ciò che stava succedendo era e rimane quella prettamente economica. Devo dire che sono stato negativamente colpito da come Francia e Italia, che si presume abbiano governi di centro-sinistra, non siano riuscite a ritagliarsi un loro ruolo, se non in quest’ultima fase. Il punto di vista dell’Italia non può essere lo stesso di Schäuble e del governo tedesco.
Personalmente, fin dall’inizio, sono stato favorevole a una soluzione di compromesso, perché c’è bisogno che la situazione venga stabilizzata nel breve termine. Molto ora si gioca sullo sgravio del debito a lungo termine. Se quello venisse accolto, le misure richieste alla Grecia nel breve termine potrebbero non essere così pesanti. In molti paesi, compresi gli Usa, l’età pensionabile è già di 65 anni, per cui non troverei così gravoso un provvedimento che vada in questo senso. Alla fine, il problema si restringerebbe a chi sta ancora lavorando, che dovrebbe farlo per altri 3-4 anni. Mi pare una richiesta legittima. Così come sarà necessario un cambiamento del sistema fiscale greco: la popolazione dovrà pagare veramente le tasse in base al reddito! Qui probabilmente l’Europa dovrà trovare il modo di aiutare la Grecia nella riscossione delle tasse.
Non sono invece un sostenitore dell’imposta sul valore aggiunto perché finisce sempre per colpire i meno abbienti. A ogni modo, si può elaborare un piano praticabile, purché affiancato a un importante alleggerimento del debito sul lungo termine.
Al di là del merito delle misure, qui però mi sembra che il punto sia come dotarsi degli strumenti necessari per prevenire situazioni analoghe. È infatti facile prevedere che ci saranno altre crisi in futuro: l’euro sta diventando una camicia di forza per i paesi più deboli, che non hanno i mezzi per svalutare. Va adottato un qualche sistema di solidarietà, in modo che nessun altro stato debba essere sottoposto ad anni di devastante austerità con il risultato che diventa ancora più difficile soddisfare determinate richieste. Credo sia arrivato il momento di lavorare su alcune riforme strutturali.
Ovvio che se il punto di vista rimane quello puramente economico, non vedo vie d’uscita. Peggio, la Grecia potrebbe vedersi costretta a chiedere l’aiuto della Russia o magari della Cina. Persino la Turchia si è offerta di intervenire in queste settimane, o quanto meno alcuni politici ne hanno parlato.
Se non c’è solidarietà non c’è unione e quindi è fisiologico che i paesi cerchino aiuto altrove. Da questo punto di vista, i politici che si ostinano a proporre esclusivamente un programma d’austerità, senza alcun alleggerimento del debito e senza garantire protezione alle fasce più povere della popolazione, si assumono una grave responsabilità.
I tedeschi sostengono che il debito deve essere pagato, punto e basta. Per loro è una questione morale.
Ci sono molti fattori in gioco. Innanzitutto, non so fino a che punto i veri creditori, le banche tedesche, ecc., stiano influenzando il governo tedesco. Questo è il primo fattore. Ce n’è poi un altro: la Germania trae benefici da quell’euro forte che sta affossando la Grecia. Detto questo, gli economisti restano divisi, ma mi sembra stiano aumentando quelli che sostengono che una politica d’austerità è un errore. Nondimeno, il governo tedesco ritiene che l’austerità sia la giusta medicina per il tipo di crisi che affligge la Grecia. Qualcuno li ha paragonati a quei medici medievali che pensavano c ...[continua]

Esegui il login per visualizzare il testo completo.

Se sei un abbonato online, clicca qui accedere, oppure vai alla pagina Abbonamenti per acquistare l'abbonamento online.
Gli abbonati alla rivista hanno diritto all'abbonamento online gratuito!