Sono cresciuto lavorando sempre, ho fatto di tutto, mai cose illecite però. Quando facevo le elementari aiutavo mio padre nel bar per sentirmi un po’ grande. Mi piaceva molto, infatti quando poi papà prese questo negozietto in affitto lo fece soprattutto per me.
Vendere vestiti usati è un bel lavoro, ci permette di stare con molta gente di tutti i tipi, però adesso il mercato di Ercolano sta un po’ a terra. Non è più come quando ero piccolo che qua non si poteva camminare, oggi ci si potrebbero fare le corse in moto.
Noi lavoriamo in piccolo, andiamo nei capannoni che ricevono questi panni usati e compriamo delle cose a chilo, poi qui li rivendiamo a pezzo. Però adesso dopo il boom dell’usato, soprattutto dei jeans che erano molto di moda, anche nei capannoni spesso si compra a pezzo e questo comporta degli aumenti. Se prima potevamo vendere dei pantaloni a due o tremila lire mo’ li dobbiamo far pagare sette o ottomila lire, anche diecimila. Capannoni ce ne stanno in tutta Italia; io mi rifornisco a Ercolano, a Caserta, a Prato, ci vado con la macchina o col triciclo, come capita. Noi siamo abusivi perché questo non è un lavoro che ti permette di dire: “Sì, mò cacciamo le tasse, paghiamo qua, paghiamo là, mettiamo a posto, facciamo le fatture”; una volta perché era un mercato di gente che non poteva spendere i soldi, oggi perché anche se è di moda sta a terra lo stesso. Se io avessi la licenza e pagassi le tasse starei chiuso da un bel pezzo.
Con questo lavoro non si può contare su un giro d’affari stabile, da stamattina per esempio ho preso 8000 lire, mò magari sarà così per tutto il giorno. Nei mesi addietro non ho fatto nemmeno i soldi per la pigione. Tutto va come capita, non è che mi segno le giornate. Se una mattina prendo 100.000 lire vado a rispenderle per la roba; compriamo tutto alla giornata, non posso programmare niente. Se devo mettermi con una cambiale addosso, non saprei come e quando pagarla. Qua puoi prendere un milione in un mese oppure due o magari niente. Io dieci anni fa ho avuto il mio momento di fortuna, quando incominciammo a vendere i Levis strappati (prima a Resina si vendevano solo indumenti per il lavoro, per i muratori soprattutto).
Ebbi un paio d’anni che ci stavano centinaia di ragazzi in tutta Napoli che volevano solo me, perché mi facevo pubblicità in tutte le discoteche. Ma purtroppo non avevo quella cazzimma di conservarmi i clienti e mò in tutto il mercato vendiamo le stesse cose. Quella della pubblicità nelle discoteche era stata una buona idea. Era un periodo che erano molto affollate e io mi vestivo metallaro. Proprio quell’anno scoppiò la moda delle magliette coi teschi stile heavy metal e qui ce le avevo soltanto io, perciò venivano tutti da me. Comunque non so dire se sono furbo o particolarmente portato per gli affari, i miei amici dicono che ci so fare. Certo è che, in genere, riesco a realizzare tutto quello che mi prefiggo, magari non al 100%, ma a un buon livello; e poi non ho ambizioni tipo ricchezza e ‘ste cose qua, anzi, per il mio futuro basta che non manchi niente ai miei figli, io posso anche camminare a piedi, figuriamoci!
Io sono convinto che anche se siamo a Napoli un ragazzo che non vuole andare a rubare se vuol lavorare lavora. Certo, deve adattarsi a fare qualsiasi cosa, anche le sigarette o il facchino alla stazione, è tutto lavoro. Io per esempio la mattina lavoro qua, poi faccio altre cose. Se mi capita di poter fare il muratore il pomeriggio guadagnando le mie 50.000 lire lo faccio, tanto il negozio il pomeriggio è chiuso e solo coi vestiti non potrei vivere egregiamente, dovrei rinunciare ad alcune cose come la moto o le uscite con la ragazza tutti i sabati e penso che non sarebbe giusto, perché un ragazzo che lavora vorrebbe uscire non dico tutte le sere, ma almeno il sabato. Fra i miei tanti lavori ho anche aperto un circoletto, una sala giochi. Non avevo tutti i documenti in regola, perché ogni documento richiedeva tempo e soldi, quando vennero i vigili gli raccontai che mò stavo aprendo, che man mano avessi guadagnato mi sarei messo in regola, ma loro niente, mi chiusero. I giochi li avevo noleggiati da una società di quelle che te li danno e poi ogni settimana vogliono la metà del guadagno. Il proprietario del circolo in più si addossa tutte le spese di luce, acqua, Siae ecc. Queste società stanno in regola e ti rilasciano una carta che tu hai preso i giochi da loro com ...[continua]
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