Una Città172 / 2010
Marzo


QUARANTA ASSOCIAZIONI IN QUATTRO CHILOMETRI. Via Padova, fino a una decina d’anni fa, era una strada piena di vetrine chiuse, oggi è un susseguirsi di panetterie, negozi, parrucchieri cinesi, bar e macellerie halal dove si possono incontrare anche i pensionati che lì trovano carne di qualità a basso prezzo; l’esperienza della Casa di Cultura islamica dove si fa la preghiera in italiano e si invitano le famiglie musulmane a mandare i bambini nelle scuole pubbliche; un tessuto civile e solidale nato dal basso, nell’indifferenza delle istituzioni e dei partiti; il problema della sicurezza, ma ancor più del degrado e la preoccupante condizione di tanti giovani immigrati lasciati in balia di se stessi e fatalmente attratti dalle bande di strada; intervista a Matteo Speroni, Barbara Pianura, Asfa Mahmoud e Massimo Conte (da pag. 3 a pag. 7).
NON SOLO OGGETTO DI CURA. In un mondo che sta cambiando e in cui si assiste a un trasferimento dei rischi, in campo economico, bancario, sociale, del mercato del lavoro, verso i soggetti meno attrezzati a sostenerli, nel nostro paese il welfare resta fondamentalmente risarcitorio e assistenziale, incapace di vedere e promuovere le risorse individuali e del territorio; il difficile rapporto tra amministrazioni e terzo settore nell’interpretazione della sussidiarietà; il ruolo potenzialmente innovativo e sperimentale delle fondazioni, che lungi dal sostituirsi al pubblico, possono però assumersi sfide che le istituzioni e le associazioni non posso permettersi. Gli interventi di Gianpaolo Barbetta, Gemma Beretta, Luigia Rho e Marisa Scotti, al Convegno "sussidiarietà e potere” (da pag. 8 a pag. 11).
SI VIVE SEMPRE IN ATTESA. Un gruppo di amici, perlopiù liberi professionisti, discutono di reti, identità professionale, tutele e solitudine; l’impagabile libertà di autogestione che permette la partita Iva, soprattutto alle donne con bambini piccoli e a chi trova limitante legare il proprio destino professionale a un’unica organizzazione; il sogno di una formula che tenga assieme l’autonomia del lavoro autonomo con la coesione e il mutuo aiuto della forma cooperativa; le preoccupazioni per la pensione, ma anche la convinzione che non è più il tempo di atteggiamenti stizzosi e meramente rivendicativi; la passione per un lavoro che va continuamente reinventato e in cui si imparano tante cose. Intervista a Matteo Lo Schiavo, Silvia Brena, Elisabetta Dodi, Lucrezia Riccardi, Alberto Ponza, Graziano Maino e Pierluca Borali (da pag. 12 a pag. 15).
ADDIO PADRE CAMILLO. Nelle parole di padre Antonio Santini, che visse con lui per anni, e dell’amico Stefano Majnoni ricordiamo padre Camillo de Piaz, scomparso il 31 gennaio; insieme a padre David Maria Turoldo partecipò alla Resistenza e fu animatore della vita politica e culturale, nonché religiosa, della Milano del Primo dopoguerra; mandato in esilio dalle autorità ecclesiastiche "a casa sua”, nel convento servita della natia Madonna di Tirano, padre Camillo non ha mai smesso di essere al centro di una rete vastissima di amicizie e di essere punto di riferimento per laici e religiosi, per credenti e atei; pubblichiamo anche stralci dalle due interviste che ci concesse nel tempo e in cui parla della resistenza e della sua necessità che andava scelta, dei carismi dell’Ordine servita, a cui era legatissimo, della Corsia dei servi, delle grandi intuizioni di Balbo dell’actus essendi e dell’amicizia come patria... (da pag. 16 a pag. 20).
HO QUESTA COSA. Maurizio Facheris, neurologo ci parla della malattia di Parkinson, della sua complessa eziologia, in parte ancora ignota, dei suoi sintomi, che purtroppo compaiono tardivamente quando ormai è degenerato ben il 60-70% delle cellule interessate, dell’efficacia e dei limiti della terapia con la levodopa, delle nuove possibilità della medicina e dell’importanza di ascoltare i pazienti, oggi sempre più informati ed esigenti rispetto alle cure loro proposte (da pag. 21 a pag. 23).
Luoghi. Il reportage delle "centrali” è dedicato ai cartoneros della discarica pubblica di Buenos Aires (pag. 24-25).
NESSUN UOMO E’ ILLEGALE. L’assurdità di trattare l’immigrazione solo come problema di sicurezza, quando è principalmente una questione di mobilità umana; l’80% dell’emigrazione africana che resta in realtà in Africa; il rischio che a pagare il prezzo più alto della crisi economica siano gli stranieri; l’evoluzione demografica e la certezza che qualsiasi riforma pensionistica non potrà evitare di far venire tantissimi immigrati. Intervista a Patrick Taran (pag. 26-27).
MADRE DI YAKUB. La voglia di impegnarsi per combattere il senso di frustrazione e dolore provocato dall’operazione "Piombo fuso” anche in tanti israeliani; l’incontro con Gamila e la sua associazione che aiuta le famiglie palestinesi con bambini malati a farli curare in Israele; le piccole attenzioni di un impegno minuto, quotidiano. Intervista a Jennie Feldman (da pag. 28 a pag. 30).
GLI INASCOLTATI. Un’etnografia del pensiero come studio di popolazioni nel loro luogo di fatica e sofferenza, a partire dalle loro parole e dal loro pensiero è quello che portano avanti Valerio Romitelli e i suoi collaboratori (da pag. 31 a pag. 34).
VITE BELLISSIME. Dopo il ricordo che nel numero scorso abbiamo dedicato a Michele Ranchetti, un amico ci ha proposto un’intervista inedita a Michele sull’amicizia che lo legava da cinquant'anni a don Pierre Riches; la pubblichiamo molto volentieri: vi si parla di fede e chiesa, della Corsia dei servi a Milano e della scuola per ragazzi che un gruppo di amici fondò in un palazzo sventrato; della lezione di Wittgenstein, che Pierre, che ne era stato allievo, fece conoscere a Michele, di un Concilio che dopo le grandi speranze uno continuava a vedere come qualcosa che continua a lavorare nel tempo lungo e l’altro, invece, come una cosa vuota, del tutto incapace di riformare una chiesa ormai sclerotica... (da pag. 35 a pag. 39).
LE ASTE DI SOLITO LE PERDIAMO. Ginevra Bompiani e Roberta Einaudi, fondatrici, assieme ad alcuni amici, di nottetempo, si interrogano sul destino delle piccole case editrici indipendenti in un mercato in mano alla distribuzione e agli agenti letterari; il sogno di fare libri di qualità e piacevoli da leggere, con carta pregiata, caratteri grandi e larghi margini interni, da poter leggere comodamente a letto; la battaglia contro una legge del libro che rischia di uccidere i piccoli editori, ma anche le librerie indipendenti (da pag. 40 a pag. 43).
LA LETTERA DALLA CINA, di Ilaria Maria Sala, è a pag. 45.
LA VISITA è alla tomba di Giovanni Falcone.
APPUNTI DEL MESE. Si parla di bambini multitasking, mettendo in discussione qualche stereotipo negativo sulla net generation; di cosa fare e cosa non fare in carcere; della "turbo emancipazione” delle donne polacche; di un bel blog in cui i medici raccontano le loro "notti di guardia”, in cui può capitare di ripensare alle domande dei pazienti a cui non si è saputo dare risposta; dell’innalzamento dell’età della prima gravidanza e del ritardo della fisiologia rispetto ai nuovi costumi delle donne; di un attentato dei dissidenti dell’Ira, eccetera eccetera (da pag. 44 a pag. 47).
IL CONTADINO ITALIANO. "La partecipazione dei contadini italiani alla lotta partigiana è il fatto più importante nella storia italiana del secolo in cui viviamo”. Per il "reprint” dell’ultima, pubblichiamo un brano tratto dal saggio di Gaetano Salvemini, "Partigiani e fuoriusciti” apparso su Il Mondo del 6 dicembre 1952.
In copertina, Via Padova, Milano.