Una Città180 / 2011
Dicembre-Gennaio


La copertina è dedicata a uno degli ultimi testimoni. "Nessuno può conoscere in anticipo il proprio destino, e io Jacques Stroumsa, nato nel 1913, a Salonicco, non avrei mai potuto immaginare che nel mio secolo e dal mio paese natale la Grecia, culla della civiltà europea, il mio destino m’avrebbe portato a conoscere la deportazione, l’umiliazione nei campi di concentramento. Nessuno mi avrebbe potuto predire che sarei stato internato nel famigerato lager di Auschwitz, costruito nei pressi della bella e antica capitale della Polonia, Cracovia, diventando il numero 121097”. Jacques Stroumsa, il violinista di Auschwitz, ritratto in copertina allo Yad Vashem, all’interno della Valle delle Comunità perdute, è morto il 14 novembre a Gerusalemme. Dobbiamo la foto e il ricordo di Stroumsa a Lanfranco Di Genio, che gli era amico.
IL DISTRETTO FAMILY FRIENDLY. Part-time, job-sharing, formazione al rientro dalla maternità, asili aziendali, spesa in comune: da qualche anno nella provincia di Mantova si sta diffondendo nelle aziende un’inedita disponibilità a sperimentare forme di conciliazione famiglia-lavoro; la scoperta che in fondo, per metter d’accordo imprenditore e dipendenti, basta poco, e che invece la mancata conciliazione ha dei costi, per esempio sulla qualità del prodotto; la sfida, soprattutto culturale, di convincere i datori di lavoro che la conciliazione può essere anche un fattore di competitività; intervista ad Arianna Visentini (da pag. 3 a pag. 6).
LA PICCOLA TRASFORMAZIONE. Comunità e territorio, due termini ineludibili per capire i grandi processi rispetto ai flussi, al cambiamento, alla globalizzazione; le risposte rancorose e la possibile alleanza fra la comunità di cura e la comunità operosa; accettare la sfida del locale riscoprendo mutualismo e comunitarismo libertario; intervista ad Aldo Bonomi (da pag. 7 a pag. 9).
I PANNI DELL’ALTRO. Un centro giovanile gestito da gesuiti, che rischiava di rimanere spopolato, negli anni si è "convertito” a luogo di intercultura; l’apertura del doposcuola per i bambini immigrati o figli di immigrati, la mensa, il centro d’accoglienza e poi l’ambulatorio, il tutto grazie anche all’impegno e alla motivazione di tanti volontari; quell’idea di Panikkar che il vero dialogo è quello "dialogante”, in cui entrambi i punti di vista hanno cittadinanza; intervista a Pierluigi Garelli (da pag. 10 a pag. 12).
LETTERA DALL’INGHILTERRA, di Bel Greenwood (pag. 13).
CENERENTOLA CHI? Antonella Cilento, scrittrice, che da ormai vent’anni gira le scuole del Nord e del Sud, proponendo dei laboratori di scrittura, ci parla di ragazzini a cui non vengono più raccontate le favole, di insegnanti che non sanno più ascoltare e che le ultime riforme costringono a proporre lezioni sulla cui efficacia sono i primi a dubitare, ma anche di una passione, quella per la lettura, che basta poco ad alimentare; la soddisfazione, negli anni, di chi torna raccontando di aver pubblicato una raccolta di poesie (da pag. 14 a pag. 16).
TURNING POINT. Le malattie, così come un lutto o un momento di crisi, possono rappresentare momenti di svolta positivi o negativi, a seconda delle risorse, cognitive ed emotive, che una persona può mettere in campo; l’errore di pensare che esista una vita normale, senza intoppi, contrapposta a un percorso più sfortunato; il rischio che la "presa in carico” messa in atto dalle istituzioni finisca col passivizzare la persona; Santa Parrello, psicologa dell’evoluzione, discute con Cesare Moreno, maestro di strada (da pag. 17 a pag. 19).
LA RISORSA DEI RIFIUTI. Una cooperativa sociale di Verbania, nata andando a svuotare cantine e solai, che con lungimiranza investe sulla raccolta porta a porta quando ancora nessuna legge obbliga al differenziato; la scelta di far entrare i soci nel rischio d’impresa a tutti gli effetti e la sfida di stare sul mercato con il 30% di persone svantaggiate; intervista a Vittorio Zacchera (da pag. 20 a pag. 23).
L’IMMIGRAZIONE DI CARTA. Massimo Livi Bacci commenta l’uscita dell’ultimo decreto flussi (pag. 13)
LUOGHI. Nelle centrali, Chengdu, Pechino.
QUEI TRE ELETTORI DI MITROVICA NORD. Paolo Bergamaschi ci racconta il suo viaggio rocambolesco per raggiungere Pristina in tempo per fare da osservatore alle prime elezioni legislative dalla proclamazione dell’indipendenza del Kosovo (pag. 26-27).
UN ISLAM EUROPEO. A Drancy, nella periferia parigina, dove vivono circa diecimila musulmani, ma anche piccole comunità ebraiche, cattoliche e protestanti, Hassen Chalghoumi, noto come l’"imam degli ebrei”, da qualche tempo sta sperimentando esperienze di dialogo interreligioso; il problema, cruciale, della formazione degli imam, condizione imprescindibile per la nascita di un islam europeo; la scelta di tanti genitori musulmani di mandare i figli nelle scuole cattoliche (da pag. 28 a pag. 30).
DUE CENTESIMI DI DOLLARO. L’esperienza in Tanzania, appena conclusi gli studi, e la scoperta di una passione per le malattie tropicali, che basterebbe così poco per debellare; l’indegno comportamento delle aziende farmaceutiche di fronte ai paesi che chiedono di bypassare i brevetti; un ricordo dell’amico Carlo Urbani; intervista a Antonio Montresor (da pag. 31 a pag. 34).
LETTERA DA GERUSALEMME, di Yahav Zohar (pag. 34).
E NON ESSERE PIGRO. La scelta di andare a vivere con una famiglia aymara, in Bolivia, e la scoperta di una quotidianità che mette in crisi tante certezze, anche teologiche; l’errore di considerare chi vive in un sistema di esclusione o come un poveretto o come un eroe; la convinzione che la vita è religiosa di per sé e il rammarico per una spiritualità che nel tempo ha perso il gusto per il gioco e per una vita pensata nei termini dell’abbondanza; gli errori della Chiesa in America Latina; intervista ad Antonietta Potente (da pag. 35 a pag. 37).
IL CURRICULUM DI 53 PAGINE. Le università europee, negli ultimi anni, sembrano aver definitivamente abbandonato il cosiddetto modello humboldtiano, che aveva come scopo la comprensione del mondo, a favore di quello anglosassone, il quale, in nome del merito e della competitività, ha però dato vita a un sistema in cui si vende e si compra sapere; intervista a Libero Zuppiroli (pag. 38-39).
QUEL COMIZIO. La giovinezza, quando si aveva la semplice certezza che il bene avrebbe vinto, poi la guerra fredda e l’inevitabile dialettica storica fra i due campi, infine la liberazione del ‘56; l’insegnamento di Antonio Banfi e l’amicizia con Riccardo Lombardi; l’insofferenza verso una filosofia che cala sulla realtà; intervista a Fulvio Papi (da pag. 40 a pag. 43).
APPUNTI DI UN MESE. Si parla di carne e emissioni di gas serra; di come si può insegnare ai robot che devono interagire con gli umani a comportarsi bene; di una ditta di auto cinesi, la prima in Europa, che sta nascendo in Bulgaria; di come, nella crisi, molti immigrati si stiano rivelando più cittadini del mondo di noi italiani; di un manifesto dei giovani di Gaza, che non ne possono più dell’occupazione, ma neanche di Hamas; del part-time e del daddy day che in Olanda spopolano eccetera eccetera (da pag. 44 a pag. 47).
LETTERA DALLA CINA, di Ilaria Maria Sala (pag. 45).
LA VISITA è alla tomba di Aurelio Saffi.
IL CAMPANILE DI CODOGNO. "Poi un giorno mi spiegarono che ci sono dei treni che non si fermano mai alla stazione di Codogno, treni che vengono di lontano e vanno molto lontano ...”. Per il "reprint” dell’ultima, pubblichiamo un intervento di Giulio Alfredo Maccacaro, scienziato e medico italiano, scomparso nel 1977, che tanto si dedicò alla tutela della salute dei lavoratori.