Una Città83 / 2000
Febbraio


UN NUOVO MODO DI MORIRE: Michele Gallucci ci parla dell’introduzione dell’hospice, dove i malati senza speranza potranno scegliere di andare sottraendosi a sofferenze spesso inutili; anche in Italia si fa avanti l’idea che la morte naturale esiste e che la ?cura del morire? è un fatto di civiltà;
in seconda e terza.
IL RAGAZZO CHE VESTE NIKE è l’intervista a Zaki Laidi sull’immaginario che si sta addensando attorno ai processi di globalizzazione; in quarta e quinta; insieme a un intervento di Cesare Moreno sul problema degli incentivi per gli insegnanti.
LORO SANNO BACCAGLIARLE: Riccardo Braghin e Giancarlo Palazzo raccontano di come i lavoratori della cooperativa Cartesio di Torino vanno per le strade a convincere la gente a partecipare alla raccolta differenziata; in sesta e settima.
LA STORIA DEL BRUTTO ANATROCCOLO... è piaciuta tanto a Eloisa, una dei tanti ragazzini che i maestri di scuola napoletani si impegnano ad accompagnare alla licenza; in ottava e nona.
L’AGILITA’ DELLA BANCA è l’intervista in cui Paolo Giulianini ci spiega come è cambiato il lavoro in banca da quando la forbice fra i tassi di raccolta e di impiego si è chiusa; in decima.
KOSSOVO, NOVEMBRE 1999, foto-reportage da un Kossovo in cui ferve la ricostruzione; nelle quattro centrali.
In quindicesima: NUMERO CIVICO, CON SOPRANNOME E FIRMA è il racconto delle scelte di vita, e musicali, di Sviky e Johnny, due giovani rappers della provincia mantovana.
In sedicesima e diciasettesima: IL TESTIMONE, IL MUSULMANO, IL SOPRAVVISSUTO, una polemica di Stefano Levi Della Torre sul libro "Quel che resta di Auschwitz" di Giorgio Agamben.
Insieme a NON ESISTEVA PIU’ ALCUN LUOGO, un colloquio con Michele Ranchetti in margine al convegno su Paul Celan tenutosi a Parigi.
Per "verbali", LA COSPIRAZIONE DEL SILENZIO, resoconto degli interventi di Yael Danieli a Tuzla e di Hans Koschnik a Sarajevo, sull’effetto contagioso dei traumi da sterminio, anche tra generazioni, e sull’importanza della trasmissione della memoria.
In PIENO POTERE, Claude Lefort ci spiega perché il totalitarismo comunista fu così pervasivo. La ricerca dell’uniformità, impossibile senza esercizio del terrore, fu un sogno disumano; in ventiduesima e ventitreesima, assieme alla lettera da Tuzla di Irfanka Pasagic.
L’ultima è dedicata alla fuga dalla Cina del giovane Karmapa; nella foto: a Sarnath, in India, esuli tibetani ascoltano il Dalai Lama.