Questo elenco di fatti, piuttosto spaventoso, per noi in realtà ha scarso significato, perché ciò che ci ha sempre interessato, delle ragazze e dei ragazzi che abbiamo accolto, sono le persone, con tutte le loro ferite. I fatti restano sullo sfondo: abbiamo via via imparato a non usarli in maniera deterministica per spiegare, ma a scoprire insieme ai ragazzi le maniere per poterli pensare e raccontare, iniziando così a medicare qualche ferita.
Che cosa rappresenta Chance per i ragazzi? Da subito, ha assunto i connotati della casa: lo dice il tipo di attaccamento che hanno sviluppato, la fedeltà e nostalgia per gli spazi, gli oggetti, i rituali, oltre che per le persone. Poi, è stato molto spesso un teatro, dove i ragazzi vengono intenzionalmente a mettere in scena emozioni e drammi, e si ha l’impressione che lo facciano nel senso catartico del teatro delle origini. Non sempre è facile individuare la “messa in scena” al di sotto di comportamenti apparentemente solo perturbanti o distruttivi, ma se si riesce a farlo il significato nascosto si dispiega, con grande vantaggio di tutti. Il dramma rappresentato esige che i suoi destinatari collaborino a una agnizione, altrimenti il groviglio rimane irrisolto.
Lello, a 15 anni, era sicuro che il suo dovere fosse di uccidere l’uomo per il quale la madre aveva abbandonato da un giorno all’altro i suoi cinque figli. E’ una ferita immedicabile, che impedisce di vivere, figuriamoci di andare a scuola. Il padre lo accompagnava tutti i giorni sotto la scuola, insieme alla sorella, e loro se ne andavano, lui spesso scappava dalla madre, che desidera disperatamente riavere con sé.
Accetta di iscriversi a Chance, partecipa alle feste dei primi due giorni. Il terzo giorno, quando si formano i gruppi di lavoro, dichiara che non può stare nello stesso gruppo con la sorella (che ha un anno meno di lui e in famiglia svolge il ruolo di madre vicaria). Il quarto giorno porta a scuola un quaderno dove ha scritto la storia della sua vita, spezzata in due dall’abbandono della madre (“Io sono nato, e poi mi odiano; vorrei morire ma non subire”). Nella stessa mattinata passa all’esterno dell’aula dove sta la sorella e mostra dalla finestra un coltello. Più tardi, nel cortile, aggredisce e picchia uno dei ragazzi che stanno nel gruppo della sorella, che viene immediatamente ritirato dalla scuola. La comparsa del coltello e la concomitante scomparsa della vittima fanno aleg ...[continua]
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