mi piacciono i Natali sobri, quelli che non iniziano troppo presto, le festività che non vengono volgarmente spogliate della loro magia. Un Natale con un tocco di bonarietà alla Dickens ma con i pochi regali presenti sotto gli alberi di Natale del XIX secolo. Da evitare il Natale degli appetiti ossessivi e gargantueschi, da evitare a ogni costo quello dello stress familiare. Qui, l’apertura commerciale della stagione natalizia cade prima che le grida di Halloween abbiano abbandonato la notte, prima che i falò del 5 novembre siano diventati umide macchie di cenere nera. Tutto nella norma, secondo le previsioni di consumo per il periodo natalizio. Già un mese prima del fatidico giorno le città inglesi iniziano a soffocare a causa di un aumento della congestione del traffico. Consumatori del Natale, li chiamiamo, e non a caso: se possiamo, cerchiamo di muoverci senz’auto e di evitare di uscire il sabato, il giorno dello shopping più folle. Su ogni cosa aleggia una gran fame di donare, per quanto si tratti di uno slancio gonfiato e per quanto l’enorme pressione esercitata sulle risorse già esigue porti spesso a contrarre debiti. Eppure, questo mese, il Black Friday -il "venerdì con lo sconto” preso in prestito dagli americani, importandolo da noi- ha cambiato ogni cosa. È stato uno shopping di estremi. Ossessione allo stato puro, non aveva niente da spartire con il dare agli altri, ma piuttosto con uno sfacciato appetito per le occasioni. A Natale, comprarsi un televisore a schermo piatto con lo sconto è uno sport cruento; per raggiungere la merce, gli acquirenti salivano sulle teste degli altri, spingendo per terra chiunque fosse d’ostacolo. C’è stato un radioascoltatore che, durante una telefonata in diretta, ha descritto la zuffa verso la prima linea, la corsa all’occasione, come uno sport di contatto fisico; lui, la gente che combatteva con le unghie per arrivare in cima alla fila, la ammirava: erano i vincitori. Povero Natale, che ha perso la sua innocenza e la sua anima.
Innocenza: mancanza di astuzie e corruzione. È stato un anno pessimo per l’innocenza. Per tutto l’anno abbiamo visto scollarsi la doratura che rivestiva celebrità e potere, mentre venivano svelati gli abusi fisici e sessuali perpetrati ai danni di ragazzini, ragazzine, bambini e bambine innocenti da parte di uomini come il dj e conduttore Jimmy Saville, o come un mucchio d’altri uomini mossi da appetiti spaventosi e dalla convinzione di avere il diritto di fare agli altri qualunque cosa. La corruzione e gli appetiti distruttivi del solo Saville raggiungevano una portata industriale: le sue vittime avevano dai cinque ai settantacinque anni. Per non parlare dei preti cattolici pedofili, per anni tenuti al riparo dallo smascheramento, che hanno adescato e rivenduto più di un migliaio di ragazzine. Da queste parti una vicenda simile si è conclusa con l’arresto di un parroco accusato di aver abusato di alcuni ragazzi. La Chiesa l’aveva assegnato a una scuola religiosa, dov’era rimasto indisturbato per trent’anni. È stato scoperto, arrestato e trasferito in un carcere irlandese, eppure c’è ancora chi si rifiuta di credere alla sua colpevolezza. La scuola ha deciso di chiamare l’anno in questione "Anno della Fede”.
Stando ad alcune stime dell’Huffington Post, lo scorso anno il numero di bambini britannici venduti come schiavi del sesso o costretti ai lavori forzati nel Regno Unito ha subìto un’impennata. Nel 2013 questa terra natalizia, la Gran Bretagna, si attesta come il principale paese d’origine di potenziali vittime minorenni del traffico di esseri umani, con più di 128 minori coinvolti: il triplo rispetto all’anno precedente (cifre dell’Nca, l’agenzia nazionale britannica contro il crimine). La polizia è in possesso di un archivio contenente i dati di 50.000 uomini che hanno visualizzato materiale pedopornografico online nel Regno Unito. Simon Bailey, il capo della polizia di Norfolk, ritiene che solo la metà di questi uomini rappresenti una minaccia di abuso fisico nei confronti di minori e che gli altri andrebbero curati dall’Nhs. Ma si tratta di dati impressionanti, vero?
Ricordo che negli anni Ottanta circolavano voci secondo cui a Westminster si nascondeva una rete di pedofili illustri, compresi alcuni membri del parlamento, le cui vittime erano i ragazzini indifesi di un istituto di cura. Ricordo che qualcuno aveva perfino realizzato un murale. Infine, decenni più tardi, si sta investigando su quelle voci ...[continua]
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