Eila Bolkart è consulente scolastico a Kuopio, città finlandese nella regione del Savo settentrionale.

Secondo le classifiche internazionali, la scuola finlandese è una delle migliori del mondo. Tu lavori in una scuola media di Kuopio e hai di certo una lunga esperienza.

Sono consulente scolastico da oltre vent’anni. So che in Italia questo ruolo non esiste, a differenza della Scandinavia e del Canada.
Il mio lavoro è quello di orientare i ragazzi al mondo del lavoro. Un’ora a settimana spiego loro in che cosa consistono le varie professioni.
Il mio compito consiste anche in colloqui privati, nel dare consigli durante le lezioni, nell’organizzare e mettere in pratica l’orientamento non soltanto al mondo del lavoro ma anche alla scelta del liceo o delle varie scuole professionali. Questa figura non c’è in tutti i Paesi: ad esempio in Germania l’orientamento al mondo del lavoro è fornito da psicologi che lavorano al di fuori della scuola. In Finlandia i percorsi per diventare consulente scolastico sono due: il corso di laurea di quattro anni all’università di Joensuu oppure la laurea in Scienze della Formazione con successiva specializzazione, di un anno, in "consulenza scolastica” all’università di Jyväskylä. Io ho scelto la seconda opzione e dopo gli studi ho lavorato per due anni a Helsinki. Mi sono poi spostata qui a Kuopio, nella scuola di Kallavesi, dove lavoro da più di dieci anni. Quando sono nati i miei due figli ho interrotto il lavoro per quattro anni.
Puoi raccontarci della scuola in cui lavori?
È una scuola molto grande: ospita circa 550 alunni. Le classi sono formate da un minimo di 22 a un massimo di 26 alunni.
Nella nostra scuola ci si dà del tu e in questo è forse diversa dalle scuole italiane. Questo consente a insegnanti e alunni di instaurare una relazione semplice e diretta. Personalmente penso che un po’ d’autorità in più non farebbe male. Noi abbiamo sempre voluto far sì che l’insegnante fosse come un amico per i nostri ragazzi e forse abbiamo esagerato. Sarebbe giusto ridare agli insegnanti un po’ della loro autorità.
Per quanto riguarda le materie, i ragazzi hanno l’imbarazzo della scelta. Si possono scegliere quelle tecniche, si può lavorare con i tessuti, si può studiare informatica o lingue… Le uniche lingue obbligatorie sono l’inglese e lo svedese, ma se ne possono scegliere altre: almeno due nella scuola media, mentre al liceo la scelta è ancor più ampia.
Non esiste un’unica e sola scuola finlandese. Ci sono scuole specializzate nelle arti visive, altre nello sport, altre ancora nella danza o in una lingua straniera, come ad esempio l’inglese o il tedesco. In queste scuole alcune materie vengono insegnate interamente nella lingua scelta, il che assicura una solida base linguistica. Sono tutte molto diverse fra loro anche se, ovviamente, le materie fondamentali sono sempre le stesse. Fra queste il finlandese, a cui è data molta importanza, l’inglese, lo svedese, la matematica, la fisica, la chimica, la biologia, la geografia, la storia, la religione, la ginnastica e l’educazione alla salute, che i ragazzi e le ragazze dai dodici ai diciannove anni studiano molto. Poi ci sono le mie lezioni, quelle di consulenza.
Dato che la nostra scuola è grande, abbiamo anche un’assistente sociale sempre disponibile a parlare con gli alunni quando hanno dei disagi, che organizza dei colloqui anche con i genitori in caso di difficoltà. Molti ragazzi hanno problemi legati all’apprendimento o alla situazione familiare e hanno molto bisogno di sostegno.
Abbiamo tre insegnanti di sostegno generici e tre classi poco numerose in cui facciamo lezione in piccoli gruppi per seguire i ragazzi più da vicino.
Un gruppo molto numeroso mette in difficoltà alcuni ragazzi, per questo l’insegnante di sostegno li porta in uno spazio più piccolo e fa lezione soltanto con loro.
Inoltre ci sono un assistente sanitario che effettua controlli annuali sulla salute dei ragazzi e un medico che si reca a scuola una volta a settimana e che almeno una volta ogni tre anni li visita.
Nelle scuole finlandesi, il pranzo, i libri, ma anche le visite mediche e la consulenza sono gratuiti. Ma per tutti questi servizi i genitori pagano molte tasse.
Uno dei problemi che si riscontrano è la scarsa motivazione di alcuni ragazzi, soprattutto nei confronti di alcune materie, come la matematica e lo svedese, che non piace a molti proprio perché è obbligatorio. Ovviamente l’inglese piace m ...[continua]

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