La vicenda di Diana ha suscitato reazioni contrastanti, ma certo lo spettacolo a cui abbiamo assistito resterà nella memoria…
Grosso modo le reazioni sono state due: una, di grande commozione, esaltatrice della leggenda di Diana, l’altra che conservava il senso della misura e dell’ironia. Io le trovo insoddisfacenti entrambe. Quello che più colpisce, a mio avviso, è dover constatare che la vita è romanzesca in una maniera tale che i romanzi non riescono neanche lontanamente a imitarla, tanto meno quelli contemporanei, che hanno tramutato in una caricatura la struttura del grande romanzo dell’Ottocento che era, per l’appunto, l’intreccio, sullo sfondo del grande mondo, grazie al quale tutti, alla fine, si reincontravano negli stessi luoghi.
Tu ti alzi alla mattina, nella tua cella, stai per farti il caffè, accendi il televisore e improvvisamente senti: "Lady Diana che è morta ieri notte...". E l’ultima notizia che avevi sentito andando a dormire era che erano scappati da Olbia a Parigi, inseguiti dai paparazzi. Pensando di aver sentito male, non presti nemmeno più attenzione; poi, però, appena capisci che stanno dando proprio quella notizia, proprio in quel momento ti rendi anche conto che quell’avvenimento, che sembrava il più assurdo, il più impensabile, era al tempo stesso completamente prevedibile. Ti rendi conto di quanto sia ancora forte quel senso del terrificato, del mistero, del segreto, dell’accidente, dell’imprevedibile, che avevano gli antichi; quell’idea che ogni tanto interviene qualcosa che sbaraglia tutte le carte e i giochi che fanno i mortali; quell’idea, chiamata comunemente destino, per cui tutte le persone hanno un loro destino, un loro appuntamento, che è al tempo stesso il massimo della prevedibilità, perché tutto è stato scritto, e il massimo dell’imprevedibilità perché non si può sfuggirgli. Lo sconvolgimento, il turbamento è stato provocato dal fatto che quella conclusione, quella specie d’inseguimento senza sosta fino all’appuntamento finale, quel correre lontano proprio dove, invece, la morte stava aspettando, ha mostrato una parabola che si apre e si chiude perfettamente, come è tipico delle storie mitologiche.
Tutto quello che è successo dopo non ha fatto che rendere sempre più commovente questa trama romanzesca. Ogni giorno si pensava che il punto a cui si era arrivati sarebbe stato insuperabile, e invece no. Uno degli aspetti che mi sembra giusto ricordare è che sono stati i giornali e i telegiornali a seguire l’iniziativa della gente e non viceversa. Se nel caso di Diana era già palese una duplicità del rapporto fra media e pubblico, in cui era ormai difficile capire se fosse la domanda che faceva i paparazzi o i paparazzi che facevano la domanda della gente, nei giorni che sono seguiti alla morte è stato evidente che il dilagare dei sentimenti popolari non era stato previsto dai giornali. Se li si sfoglia, andando verso i primi numeri, è impressionante constatare quanto cresce, con il passare dei giorni, lo spazio dedicato alla vicenda.
Ogni giorno ci sono state delle discussioni in cui le posizioni opposte si misuravano con le informazioni ricevute fino a quel momento, che però venivano continuamente superate dai fatti: allora, prima l’inseguimento dei paparazzi, poi l’autista che aveva bevuto, e allora non c’era più il problema, come se poi il problema non rimanesse lo stesso, e poi...
E’ di ieri la notizia di come è morta Diana…
"Gli occhi dell’uomo cercano morendo il sole", dice il nostro poeta nazionale nei Sepolcri. Questa è una persona che sta lì dentro, che sta morendo, i suoi occhi sono aperti e ha davanti quindici persone che spingendosi, a distanza di pochi centimetri, le stanno scattando un flash dietro l’altro, e dice la frase: "Lasciatemi perdere". E’ un testimone a raccontare: "Io la tenevo, le dicevo: ’Adesso arrivano’ e poi però abbiamo ricominciato a scattare". Un flash dietro l’altro in un tunnel su una persona agonizzante, lucida, che ha gli occhi aperti: di tutte le notizie sull’orrore contemporaneo, non ne ho letta nessuna così.
Eppure, la notizia, quand’è arrivata, era talmente consumata che nessuno ha detto: "Ripensiamo a questa morte, a come è avvenuta, perché tutto quello che abbiamo detto finora è inferiore alla realtà". Insomma, una trama veramente spettacolosa, che qualunque immaginazione romanzesca farebbe una gran fatica a ideare. Allora, come si fa a sorprendersi che le persone siano commosse, incantate, spaventate, attirate da questa stori ...[continua]

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