Gabriele Battaglia, giovane lavoratore di Virgilio, è uno dei fondatori delle “tute arancioni”.

Immagino che la crisi sia partita dall’America...
In America il crollo del Nasdaq è avvenuto nel marzo 2000. Da noi la crisi ha cominciato a farsi sentire circa un anno dopo e all’inizio ha coinvolto soprattutto le piccole aziende. Però in questa prima fase, tutto si è svolto abbastanza in sordina; c’è da tener presente che in questo settore tutto funzionava un po’ all’americana e il rapporto tra lavoratore e impresa era individuale, per cui anche le strategie aziendali per gestire la crisi e i licenziamenti sono state individuali. Il tutto però tradotto nelle modalità un po’ cialtrone tipiche di casa nostra, nel senso che da noi c’erano tutte queste piccole aziende che avevano soprattutto collaboratori con contratti continuati, i cosiddetti co.co.co., e lì sono successe cose del tipo che il giorno prima la gente andava a lavorare e il giorno dopo ha trovato l’azienda chiusa. Al pomeriggio arrivava l’amministratore delegato che diceva: “Ragazzi domani non venite più”.
Cos’è accaduto quando la crisi ha cominciato a coinvolgere anche le grandi aziende del web, i portali come Virgilio, Jumpy?
La cosa è stata abbastanza repentina, i tempi sono stati molto veloci, non certo quelli della old economy. Ad esempio io sono stato assunto a Virgilio, Matrix, a metà settembre 2001 -quindi fino a settembre l’azienda assumeva ancora- e a metà novembre hanno cominciato a licenziare. Ma non è che hanno licenziato per tagliare i rami secchi, lo hanno fatto dicendo: “Ragazzi, la metà di voi se ne deve andare”. Teniamo presente che quasi ovunque il management aziendale -per management intendiamo quello intermedio- era composto da gente che ci credeva, che aveva una concezione vocazionale di internet, e che nella fase di crisi si è trovata alle prese con qualcuno che stava più in alto, che gli ha detto: “Dovete licenziare”.
Era gente abituata, fino a poco tempo prima, a gestire il boom, ad assumere, a fare le gite aziendali ai Caraibi o l’aperitivo per festeggiare il nuovo risultato raggiunto, e si è trovata dall’oggi al domani a dover segare la gente senza esserne capace.
Quindi come sono andate le contrattazioni?
Hanno comunque scelto la strategia del colloquio individuale con il singolo lavoratore, per cui la comunicazione di licenziamento generalmente si è tradotta in un incontro personale in cui il lavoratore veniva invitato a dare le dimissioni in cambio di una buonuscita più o meno congrua (6-7, a volte 20 mensilità) a seconda della forza dell’azienda stessa.
Bisogna dire che, per quanto riguarda i lavoratori, fino a che le cose sono andate bene, la contrattazione individuale ha sempre funzionato ed è stata quindi introiettata: se tu eri abbastanza sveglio potevi, senza troppi intermediari, prendere il tuo capo da parte -che molto spesso è la persona che lavora nella scrivania di fianco alla tua- e dirgli: “Forse è ora che cominciamo a discutere di un aumento”, “Ah sì, vieni che ne parliamo un attimo”. E invece di passare attraverso la contrattazione sindacale di secondo livello, con piattaforma rivendicativa, ecc., molto spesso la cosa si risolveva in 10 minuti. Tanto più che nella fase ascendente, il lavoratore di internet aveva il coltello dalla parte del manico; quelli più pimpanti ogni due o tre mesi si presentavano a chiedere degli aumenti e in caso di rifiuto si rivolgevano immediatamente alla concorrenza, dove ti raddoppiavano lo stipendio -tanto poi ci si conosceva tutti- perché in questo settore c’era la cosiddetta skill shortage, cioè la carenza di competenze. Ora, immaginatevi una situazione paradisiaca di questo tipo -che giustificava anche la totale assenza del sindacato- che nel giro di 15 giorni è cambiata da così a così.
Questa pratica della contrattazione individuale, applicata alla fase di crisi, si risolveva generalmente in due modelli. Il più diffuso era quello dell’incontro individuale, poi c’era il modello che hanno applicato le aziende Mediaset, anche con un certo successo, che consisteva nel classico divide et impera: hanno affrontato i singoli reparti separatamente, di volta in volta lasciando i lavoratori degli altri reparti nell’ignoranza di quello che stava succedendo. Ad esempio entravano nel reparto marketing e segavano lì; ripulito il marketing passavano ad un altro reparto. Devo dire che da loro ha funzionato anche perché, per evidenti ragioni politiche, offrivano come ...[continua]

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