internazionalismo

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Una Città 116 / 2003
IL PADRE, LA CASA...
Intervista a Eyad El Sarraj di Barbara Bertoncin
Il 55% dei bambini palestinesi ha assistito al pestaggio del padre, il 24% sogna di diventare un martire. La paura costante di non ritrovare la casa al ritorno. Il torturatore palestinese che all’improvviso inizia a urlare in ebraico. Il fallimento della leadership palestinese e la tribalizzazione delle due società. Un intervento internazionale per assicurare la pace, e anche per costruire, poi, una vera democrazia palestinese. Intervista a Eyad El Sarraj.

Una Città 115 / 2003
DESTINATION MAP
Intervista a Sari Nusseibeh di Asher Salah
Il fallimento dei processi di pace è dipeso dalla rimozione iniziale dell’obiettivo finale e quindi degli ostacoli di fondo: lo Stato palestinese nei confini del ‘67 e la sicurezza e la pace per Israele. La resistenza la fanno i contadini palestinesi che soffrono quotidianamente espropri e apartheid. Il grande ruolo civile delle loro strutture tradizionali. Hamas sta in piedi solo grazie ai soldi che riceve, è solo welfare. Intervista a Sari Nusseibeh.

KOSSOVO E IRAQ, STESSA LOGICA?
Intervista a Alain Brossat di Barbara Bertoncin
A sostegno della guerra in Iraq si può portare il precedente dell’intervento Nato in Kossovo, oppure le motivazioni che giustificarono la forzatura del Kossovo con l’Iraq non c’entrano nulla? Risponde Alain Brossat.

Una Città 114 / 2003
IL LIBRETTO DI RESIDENZA
Intervista a Jean Philippe Béja di Barbara Bertoncin
La Sars ha fatto emergere il profondo autoritarismo del regime, mettendolo in contraddizione con gli effetti della globalizzazione. La situazione tragica dei contadini che non possono mandare i figli a scuola e che se emigrano hanno più possibilità di diventare romani che pechinesi. Una scuola basata sulla più rigida discriminazione sociale. Un’immigrazione in Europa legata all’industria tessile. Intervista a Jean Philippe Béja.

L’ASSASSINO DI MIA FIGLIA
Intervista a Sami Adwan di Barbara Bertoncin
Quando i palestinesi hanno cominciato, pragmaticamente, a costruire la loro società e gli israeliani ad assaporare la speranza di una pace definitiva. Gli insediamenti che sono continuati a crescere... L’idea terribile, e disastrosa per Israele, che umiliare l’altro serva. I palestinesi non vanno più via, terrorizzarli non servirà. Le sofferenze dell’occupazione e della diaspora che creano una sorta di empatia con gli ebrei. Intervista a Sami Adwan.

IL PIANTO SOMMESSO DELLA NONNA
Intervista a Friedrich G. Friedmann di Francesco Papafava
Un ebreo tedesco che amava la Bibbia e le poesie di Goethe e che si suicidò con la moglie dopo aver messo in salvo i figli. Le peregrinazioni fra Italia, Inghilterra e America, fino al ‘ritorno nell’esilio’, in Germania. Il rifiuto del sionismo della svolta nazionalista di Biltmore. I contadini del Sud d’Italia e l’idea di un umanesimo fondato sull’incontro appassionato con l’altro. Intervista a Friedrich G. Friedmann.

Una Città 113 / 2003
LA CASA
Intervista a Nicola Borsella di Barbara Bertoncin
La volontà della comunità internazionale di “sbloccare” i ritorni ricostruendo un certo numero di case, con enormi difficoltà, a cominciare da quelle economiche: cosa farà un giovane che ritorna? E un padre che debba mandare i figli in una scuola con insegnanti solo serbi? L’assurdità di ricostruire le case nell’identico posto. La necessità prioritaria, quella di ricreare una comunità. Intervista a Nicola Borsella.

L’OCCUPAZIONE DI ABRASEVIC
Intervista a Denis Kajic di Fabio Gavelli, Camilla Lattanzi
Lasciare un buon lavoro in Italia per tornare a Mostar, abbandonata durante la guerra. Il sogno di un centro sociale polivalente nel centro della città, nella zona franca. Gli ideali libertari e quel corteo alla tomba di Tito. Intervista a Denis Kajic.

QUELLO E' STATO L'ULTIMO GIORNO...
Intervista a Hajra Catic di Barbara Bertoncin


Una Città 112 / 2003
IN FONDO SONO PASSATI 27 ANNI (II)...
Intervista a Suelma Beirouk di Barbara Bertoncin, Sonia Villone
Lui lavora per la Nasa, compra il tè a Chinatown, ha il pavimento dell’appartamento ricoperto di tappeti, racconta del suo popolo ai colleghi americani, torna spesso a casa. Lei fuggita all’età di 16 anni, vive nel campo “27 Febbraio” con quattro dei suoi figli, che studiano tutti e andranno per il mondo, ed è impegnata con il coordinamento delle donne. Sono fratello e sorella, e sono saharawi. Interviste a Khatry e Suelma Beirouk.