Oggi nei riguardi del sud sembrano prevalere sentimenti di distacco, di disprezzo, di risentimento... Sul movimento del 68, in cui tu sei stato un protagonista, il sud esercitò un fascino fortissimo. Ce ne puoi parlare?
C’è un doppio ordine di questioni. Uno, quello del razzismo, è facilmente risolubile a parole, ma poi resta il vero problema perché in Italia, e non solo in Italia, c’è un effettivo riaffiorare di sentimenti, stereotipi, pregiudizi, idee, linguaggi, sguardi razzistici.
L’altro problema, meno trattato e che non c’entra niente col razzismo, ha a che fare con le differenze fra nord e sud e, soprattutto, con la differenza nel modo di sentire e pensare il nord e il sud come luoghi di una geografia delle anime. Fra le tante polarità che regolano e semplificano la vita delle persone -maschi e femmine, giorno e notte, tardi e presto, tutte quelle che si sanno- quella nord e sud è una polarità assolutamente essenziale. Questo in generale dipende da come è fatta la terra. Ma in particolare, da noi, dipende dal fatto che la gente s’è sempre immaginata l’Italia come moralmente guidata da questo asse verticale nord-sud.
Questo, fra l’altro, ci porta ad avere un’idea dell’Italia assolutamente folle dal punto di vista geografico. Quando tu fai delle domandine tranello sulla geografia italiana, la gente cade dalle nuvole: se chiedi se è più a est Venezia o Roma, tutti rispondono subito Venezia e non è vero, sono sullo stesso meridiano. Oppure se chiedi se è più a sud Napoli o Bari... Sono tutte cose che sfuggono all’idea corrente che si ha dell’Italia perché da piccoli si impara che l’Italia è uno stivale allungato -"un paese lungo" come dicevano gli antichi- che va dal nord al sud e la cui storia è caratterizzata dallo scontro e dalla differenza e poi dall’unificazione fra nord e sud. Invece l’Italia è una deriva mostruosa da nord-ovest a sud-est che la fa del tutto obliqua e "sparpagliata" in questo Mediterraneo. Dunque persino la nozione geografica dell’Italia è resa sballata da quest’idea costitutiva della polarità con cui le persone vengono tirate su fin da piccole.
Io, per esempio, sono nato a Trieste da una madre triestina e da un padre pugliese, poi ho vissuto gran parte dell’infanzia a Taranto, quindi nei due antipodi marittimi della penisola. E a Taranto da bambino passavo per un polentone settentrionale, a Trieste per un terrone o un cifariello. Fa parte, cioè, della mia stessa esperienza infantile questo asse portante della divisione fra nord e sud. E in Italia essere molto mescolati non è un caso molto stravagante. E’ come condurre la propria esistenza in una navigazione che si orienta sulla stella del nord e sulla croce del sud. Nel corso della tua vita personale, a prescindere dalle fasi politiche e storiche che poi sono molto importanti, tu oscilli, nelle tue predilezioni, nei tuoi modi di comportarti, fra una tentazione meridionale e una tentazione settentrionale. Questo in Italia.
Tieni conto che esistono paesi in cui la questione si presenta assolutamente rovesciata. Per farti un esempio: per motivi familiari frequento molto la Norvegia e in Norvegia esiste una questione settentrionale. La Norvegia è lunga il doppio dell’Italia e siccome il nord è molto freddo, quindi molto povero, con un clima molto inclemente nei confronti degli insediamenti umani, c’è una questione settentrionale. I settentrionali della Norvegia, i lapponi per esempio, hanno un temperamento che noi definiremmo meridionale: sono i napoletani della Norvegia, cioè sono cordiali, estroversi, espansivi e vengono considerati con molto sussiego e sdegno dagli abitanti di Oslo, dai norvegesi meridionali che, viceversa, sono quelli ricchi, sono i cittadini, evoluti, eccetera eccetera. Insomma la geografia, a volte, fa scherzi da porta girevole. Le opposizioni possono rovesciarsi rapidamente.
Dunque dall’origine l’Italia si porta dietro questa questione dell’opposizione fra nord e sud come questione fondante e, di volta in volta, irrisolta della crescita di un’anima nazionale. Si pensi alle questioni, tuttora discusse, di un’unità avvenuta come conquista del sud da parte del nord sabaudo appoggiato da potenze internazionali, di un risorgimento avvenuto come lotta di popolo o, viceversa, come trama diplomatica realizzata sempre a prezzo dell’autonomia delle culture differenti, eccetera eccetera.
Poi nella nostra geografia, appunto morale, nord e sud hanno anche un connotato fortemente tipico. Noi, cioè, consideriamo alcune car ...[continua]

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