Una Città n° 160 / 2008
Novembre
SE JEFFERSON... capitasse in Italia oggi, oltre a provare orrore per i partiti vetero-comunisti, non troverebbe un partito della sinistra abbastanza radicale in cui militare; l’ambivalenza con cui l’Europa guarda all’America è dovuta alla storia di questa scheggia di Europa finita nel nuovo mondo a fondare città in cui valeva la legge di "una testa un voto”, e questo mentre in Europa la peggior legge del privilegio di casta era sanzionata nientemeno che da Dio; il diritto a portar armi, che ti deve difendere dall’"invasione”, dall’invasività dello stato federale; il deficit di liberalismo della nostra sinistra, vera fortuna della destra italiana; perché, purtroppo, ha ragione la destra a metter sullo stesso piano caduti partigiani e caduti repubblichini, anche se non lo sono affatto; intervista a Pietro Adamo (da pag. 3 a pag. 8). Assieme alle "lettere dall’America” di Gregory Sumner, Simonetta Nardin e Valentina Pasquali.
LA CULTURA DEL DATO è l’intervista in cui Aris Accornero ci spiega che alla fine del 2007 gli operai erano cresciuti non calati; così come erano cresciute le piccole fabbriche a scapito delle grandi; la grave incomprensione a sinistra del cambiamento; la cronica mancanza di dati che affligge il nostro paese e vanifica ogni tentativo di intervento o di riforma; l’isolamento tragico di Marco Biagi, nel mondo accademico prima ancora che in quello sindacale e politico, un mondo affetto da crocianesimo, incapace di guardare ai dati e di far comparazioni, e spesso anche di parlar inglese, tutto il contrario, quindi, di quel che sapeva fare al massimo livello Marco Biagi (da pag. 9 a pag. 13).
NON SOLO NO. L’Onda è un movimento nato orizzontale e senza leader, composto perlopiù di studenti disaffezionati alla politica dei partiti; il rischio, concreto, che prevalga una politica fatta pressoché esclusivamente di tagli, blocco del turnover e privatizzazioni; non è vero che gli studenti che sono scesi in piazza stanno difendendo i baroni; intervista a Federica Musetta e Giorgio Paterna (pag 14-15).
I NUMERI E LA FORMA. Giovanni Giuseppe Moreno, giovane matematico "disoccupato” ci parla della sua passione per la matematica e in particolare per la geometria, il linguaggio inventato quando si intuì che i numeri "non riescono a memorizzare la forma”; dell’incredibile incontro con un professore russo che studia le equazioni differenziali non lineari alle derivate parziali e che in questi anni ha creato una straordinaria "scuola” di giovani matematici che si ritrovano in Irpinia, sul Volga, e in giro per il mondo, ma che l’accademia ancora non riconosce; ma anche del pericolo che, in queste condizioni, prima o poi la passione si spenga (da pag. 16 a pag. 20).
IL CONDOMINIO ECOLOGICO, nato alla Bovisa grazie all’iniziativa di alcuni privati cittadini, quando ancora di bio-edilizia e risparmio energetico non si parlava, oggi ospita circa 150 persone, distribuite in 53 appartamenti, che spendono mediamente 150 euro all’anno per il riscaldamento; l’importanza dei materiali isolanti e il problema di una frustrante resistenza all’utilizzo di nuove metodologie e materiali, dovuta prevalentemente al fatto che la persona che costruisce e sostiene i costi è diversa dalla persona che paga le bollette; intervista a Aldo Sachero, Graziella Antoniotti, Marta Fazi, Gianluca Ruggieri (da pag. 21 a pag. 23).
Nelle centrali le foto di Valentina Pasquali sulla straordinaria campagna elettorale americana (pag. 24-25).
IL MARTIRIO DI BUTOVO. "Monumento storico. Poligono di Butovo. Luogo di uccisione di massa e di sepoltura delle vittime della repressione politica negli anni ’30-50 del XX secolo”, così recita l’insegna all’entrata di quello che qualcuno ha definito il "Golgota russo”, dove dal 1937 all’autunno del 1938 persero la vita migliaia di uomini e donne; un testo di Silvia Golfera (pag. 26-27).
QUELLA CHIAVE… è l’intervista a Ahmed Nasser Salameh, giovane ricercatore palestinese, che ci racconta della storia della sua famiglia, che subì due diaspore, una nel ’48 e una nel ’67, della figura della nonna, della vita nel campo profughi di Deishe, vicino a Betlemme, dove alle cinque chiudevano i tornelli dell’unica entrata e quindicimila persone venivano spinte all’interno come in un pollaio; della casa dei suoi nonni, dove oggi vivono degli ebrei di origine francese; dei suoi studi e del sogno, un giorno, di tornare in Palestina e aprire un centro di ricerca (da pag. 28 a pag. 31).
LA LETTERA DALLA CINA, di Ilaria Maria Sala, è a pag. 31.
LA GIUSTIZIA, IL PERDONO. Alle prime sedute della Commissione per la Verità e la Riconciliazione, Desmond Tutu era talmente ansioso che le vittime perdonassero i carnefici che quasi le spingeva; e poi ci fu quella giovane donna, a cui avevano ucciso il padre, che alla Commissione spiegò: "Io voglio perdonare. Ma voglio sapere chi e per che cosa”; "Come faccio a perdonare se nessuno mi chiede scusa?”, si chiedono invece ancora oggi a Srebrenica; quale riconciliazione senza giu?stizia e verità? Interventi di Alex Boraine, Aryeh Neier e Irfanka Pasagic (da pag. 32 a pag. 35).
QUALUNQUE FOGLIETTO ANCORA IGNOTO... Gianfranco Bonola ricorda la grande passione di Michele Ranchetti, scandagliare i momenti sorgivi di un pensiero creativo che si fa strada in una psiche turbolenta; i problemi della traduzione che lo affascinavano; la grande amarezza per le polemiche per la nuova edizione di Freud, tutte volte alla difesa di una traduzione canonica, di cui solo Michele sapeva la storia dei 23 traduttori; la sua fede "adulta” che non poteva tener fuori orizzonte i maestri del sospetto, Marx, Freud e Nietzsche (da pag.36 a pag.39).
SE PENSO A COM’E’ COMINCIATA. Neculina Bucur, giovane infermiera rumena, ricorda quando arrivò in Italia al seguito dei suoceri e si trovò a dormire in un salotto di dodici metri quadri in cinque, quando si dovette adattare, all’inizio, ai lavori più umili, ma anche quando alcune persone speciali la spinsero a studiare e a fare quel concorso che poi vinse... Poi la nostalgia per il proprio paese e la gioia, oggi che è cittadina europea, di poter andare dove le pare (pag. 40-41).
FOTORICORDO: 1963, Stati Uniti, gli afro-americani vota?no per la prima volta (pag. 42-43).
A PROPOSITO DELL’ONDA è l’intervento di Francesco Ciafaloni a partire da un documento del movimento studentesco; per "cose di politica”, Francesco Giuliari si interroga invece sullo "specifico” della politica (pag. 44-45).
APPUNTI DEL MESE. Si parla dell’incredibile e inedita partecipazione degli americani all’ultima tornata elettorale che ha portato qualcuno a farsi anche 22 ore di volo spendendo 5000 dollari pur di poter votare Obama; delle terribili vessazioni a cui sono soggetti i palestinesi di Gerusalemme Est; del futuro del network messo in piedi da Obama, che sicuramente non potrà essere semplicemente cooptato nel Partito democratico; di una curiosa lettera dall’India, eccetera eccetera (pag. 46-47).
LA VISITA è alla tomba di Gaetano Salvemini.
UN PO’ DI PREFAZIONE, per il "reprint” dell’ultima, è la semplicissima e mirabile presentazione del primo numero di "Critica del socialismo”, anno 1899, sicuramente scritta da Francesco Saverio Merlino; a nostro modesto avviso lì c’è scritto tutto quello che serve per capire la distinzione fra socialismo umanitario e socialismo cosiddetto "scientifico”, e leggendo vien da pensare a quanto sia costata, al movimento dei lavoratori, e forse al mondo intero, la vittoria del secondo.
In copertina, una foto scattata col telefonino all’assemblea della Sapienza a Roma.