Una Città104 / 2002
Maggio


L’INSULTO sembra l’unico obiettivo della nuova legge sull’immigrazione; rendere pesante il clima in cui l’immigrato deve lavorare, fargli capire che è qui solo a tempo; ma i gastarbeiter italiani in Germania erano accolti alla stazione
dal sindaco; in seconda e terza, l’intervista è a Francesco Ciafaloni.
DESKLESS sono i lavoratori a termine, interinali, che non riescono neppure a personalizzare il loro posto di lavoro; nessuno studia i costi sociali e psicologici della flessibilità, comunque pesanti e non sempre inevitabili, anzi; in quarta e quinta l’intervista è a Luciano Gallino.
LA FAMIGLIA è l’intervista in cui Marzia Bisognin ci racconta della sua famiglia allargata, nata dall’incontro di due donne, cinque uomini e sei bambini; in sesta e settima.
LIBERAMENTE... è la storia di tre giovani di Sondrio emigrati a Milano per metter su una società di free soft-ware; la competenza combinata con ideali libertari di lotta al copyright e di lavoro cooperativo; in ottava e nona raccontano Fabio e Maurizio Pedrazzoli e Giordano Mandelli.
Dalla decima alla quindicesima: Israele e Palestina; IL BATTAGLIONE D’ELITE E LE GUARDIE DI FRONTIERA è il racconto di Hashem Hussein, druso israeliano, capitano della riserva, sulle discriminazioni nell’esercito israeliano, specchio di quelle della società: uno studente arabo israeliano ha 2000 shekel all’anno un giovane ebreo colono ne riceve 18000.
UNA CITTA’ VUOTA, IMMOBILE, SPETTRALE, E TUTTA LA GENTE DIETRO LE FINESTRE, STIPATA NELLE CASE è il racconto di Francesca Ciarallo, pacifista.
REGALI A CAMP DAVID? Francesco Papafava ricostruisce come le famose proposte di Barak non erano che l’offerta, ad Arafat, di un’umiliante capitolazione.
I RISULTATI IMPREVISTI sono quelli che arrivano attivando processi di autonomia individuale e non quando si fissa una prognosi; l’intervista è a Thomas Emmenegger, del Paolo Pini, ex-manicomio di Milano; in sedicesima e diciassettesima.
IL FACILITATORE è quello che coordina l’intervento interdisciplinare nei quartieri da riqualificare; la partecipazione dei cittadini alla soluzione dei problemi è il tratto distintivo delle “buone pratiche”; l’intervista è a Mario Spada, del Comune di Roma; in diciottesima e diciannovesima.
In ventesima e ventunesima CHAPEAU!, SIGNOR KOHL è l’intervista a Peter Schneider, su alcune delle problematiche che travagliano la Germania: dal ricordo della Shoà che può paralizzare, al pacifismo impotente di fronte all’aggressione, all’immobilismo sociale dei sindacati tedeschi a una Europa che deve essere concorrente, e non solo alleata, degli Usa.
IL RITORNO A BERLINO che Dietrich Bonhoeffer intraprese quando ormai era al sicuro in America dice della sua grande idea di mondanità; l’assunzione di responsabilità nella storia è ineludibile; l’intervista, a Eraldo Affinati, è in ventiduesima
e ventitreesima.
QUEI NOSTRI RAGAZZI sono quelli che i maestri di strada napoletani cercano, spesso disperatamente, di strappare alle sabbie mobili del quartiere; a raccontare è Carla Melazzini, in ultima.