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Una Città 68 / 1998
CHI RICORDA PIU’?
Intervista a Yves Ternon di Marco Bellini, Emanuela Fronza
Nella notte del 24 aprile 1915 prese avvio il genocidio degli armeni, un’operazione voluta da pochi "intellettuali" turchi, con la copertura del governo. Hitler citò gli armeni per ricordare l’impunità del genocidio, non per prefigurare quello ebraico, alla programmazione del quale, forse, ancora non pensava. Per armeni ed ebrei il contesto bellico fu fatale. Un genocidio esige, oltre all’intenzione criminale, un piano concertato. I nuovi gruppi criminali che possono sostituire lo stato nella realizzazione di un genocidio. Intervista a Yves Ternon.

Una Città 67 / 1998
LIMPIEZA DE SANGRE
Intervista a Anna Foa di Sergio Sinigaglia
L’accusa di deicidio nasce con l’idea di andare a riconquistare Gerusalemme. Le leggi spagnole sulla purezza, strappo gravissimo, ma tollerato, all’universalismo cristiano. Le conversioni forzate. L’orrore per ogni idea di emancipazione dell’ebreo, che minava l’unica convivenza possibile, quella servile. Intervista a Anna Foa.

IL CULTO DEGLI ANONIMI
Intervista a Stefano De Matteis di Katia Alesiano
Intervista a Stefano De Matteis.

Una Città 66 / 1998
CARNEVALE TRISTISSIMO
Intervista a Alain Brossat di Marco Bellini
Nel ’44, la rasatura pubblica di migliaia di "amanti degli occupanti", per lo più serve sole e isolate, fu il rito spietato, osceno e incruento per riaffermare la "razza" francese umiliata. Le donne furono il capro espiatorio che forse evitò alla Francia un’epurazione selvaggia. Il trauma silenzioso e rimosso da tutti di quella gogna. Intervista ad Alain Brossat.

Una Città 65 / 1998
QUEI LUMINI
Intervista a Chiara Frugoni di Gianni Saporetti
Un brulicare di attività all’aperto, le donne che vanno al mercato e a prendere l’acqua o il fuoco, gli artigiani che aprono bottega, i bambini che giocano, il banditore che dà le ultime notizie. Ma anche case anguste, senza vetri, dove ci si ammassa per dormire, quando, al tramonto, la città sprofonda in un buio pesto. Il successo strabiliante dei frati predicatori. Una giornata in una città del Trecento. Intervista a Chiara Frugoni.

Una Città 64 / 1998
LA PENA DELLA VERITA’
Intervista a Russell Ally di Lisa Foa, Massimo Tesei
Non dimenticare i crimini del passato ma amnistiare i criminali è l’obiettivo del Sudafrica. Dire tutta la verità, dirla di fronte alle vittime o ai loro familiari in pubblico, aver agito comunque per motivi politici, sono alcune delle condizioni per usufruire dell’amnistia. Gli attivisti che non si sentono vittime e il problema dei crimini commessi dai militanti Anc. Intervista a Russell Ally.

QUELLA RETE COSMOPOLITA
Intervista a Marianne Enckell di Franco Melandri, Gianni Saporetti
Una rete di compagni e amici anarchici estesa in tutte le Americhe e l’Europa che è stata forse il primo esempio di "rete" orizzontale, libertaria e pure fortemente "comunitaria". L’esperienza straordinaria delle peregrinazioni degli anarchici in esilio. La conoscenza delle lingue, le corrispondenze fittissime, l’immancabile ospitalità. In ogni città, piccola o grande, la biblioteca, centro di studio, di lotta e di ritrovo. Intervista a Marianne Enckell.

Una Città 63 / 1997
IL GENOCIDIO DIMENTICATO
Intervista a Gasana Ndoba di Lisa Foa
Uno sterminio da tempo programmato nella distrazione e, spesso, nella complicità internazionale attuato sistematicamente, famiglia per famiglia, fino all’ultimo componente, così come avvenne per gli armeni e per gli ebrei. Il problema degli hutu moderati. La necessità di un tribunale internazionale per i colpevoli. Intervista a Gasana Ndoba.

Una Città 62 / 1997
TRA UNICITA’ E RELATIVISMO
Intervista a Claudio Pavone di Sergio Sinigaglia
Intervista a Claudio Pavone.

Una Città 61 / 1997
LE CONFERENZE DI EMERSON
Intervista a Nadia Urbinati di Franco Melandri, Alessandro Pilotti
L’individualismo americano, che professa la fede in una democrazia non come insieme di regole, ma come sistema di vita, affonda le sue radici nell’idea che la divinità è in ognuno di noi, è ovunque. La conferenza dove chi espone le proprie opinioni accetta il contraddittorio è una delle scene basilari della democrazia americana. La profonda convinzione che parlare è meglio che contare i morti. Intervista a Nadia Urbinati.