Una Città168 / 2009
Ottobre


"Quando si è diffusa la notizia della morte di Marek Edelman, la sera del 2 ottobre, in tanti hanno pensato che Marek era l’ultimo. Un pensiero struggente e strano, perché non era quasi mai accompagnato dalla specificazione: l’ultimo di chi, di che cosa?...”. A Marek Edelman, ebreo polacco, membro del Bund negli anni ’20, leggendario vicecomandante della rivolta del ghetto di Varsavia, tra i fondatori del Kor, Comitato di Difesa degli Operai, precursore di Solidarnosc, dedichiamo la copertina e le pagine centrali, con le foto, commentate da Adriano Sofri, del suo funerale, svoltosi lo scorso 9 ottobre a Varsavia.
LA DOMANDA DA FARE AL SUD La questione meridionale è scomparsa dall’agenda culturale e politica del paese e anche l’Europa rischia di essersi stancata di questa, come di altre regioni renitenti all’integrazione; una società locale che continua a rimanere invischiata in pratiche anticiviche e dagli effetti nefasti; la fatica, ammirevole, delle tante "isole di resistenza”, i giovani, le imprese virtuose, gli amministratori seri, che però non ce la fanno a sfondare il muro delle cattive abitudini; una questione che, prima che economica e occupazionale, è istituzionale, riguarda cioè il rispetto delle regole; il problema di una modernità che non si è mai pienamente compiuta e gli scarsi risultati ottenuti con le programmazioni comunitarie, che pure avevano il condivisibile obiettivo di intaccare la "cultura del furbo”; intervista a Carlo Donolo (da pag. 3 a pag. 7).
I REQUISITI. Nel nostro paese il problema non sono i tassi di disoccupazione, pur preoccupanti, ma i requisiti per accedere alle indennità, ancora oggi tarati su storie lavorative lunghe e lineari e non frammentarie e intermittenti come in realtà sono diventate; un sistema di ammortizzatori sociali che procede per categorie lasciando regolarmente fuori qualcuno; l’assenza, grave, di un reddito minimo di garanzia e invece l’esperienza positiva dei paesi della flexicurity, fondata sul "triangolo d’oro”: flessibilità, welfare generoso e politiche attive; il ruolo che potrebbe avere un maggior ricorso al part-time, soprattutto per donne e lavoratori anziani; il dubbio che gli interventi sui cassaintegrati servano a contenere la "visibilità” della disoccupazione; un sistema previdenziale che, senza correzioni, porterà inevitabilmente ad anziani poveri; intervista a Ugo Trivellato (da pag. 8 a pag. 10).
LA PIAZZA E’ MIA! Simone Lucido e Maurizio Giambalvo ripercorrono gli anni della speranza, quando c’era la giunta Orlando, Palermo era in fermento e il centro storico stava rinascendo, e quelli della delusione, quando i giovani hanno ricominciato a emigrare al Nord e l’atmosfera è tornata grigia; le vicende emblematiche dell’Amia, la ex municipalizzata, e dei lavoratori socialmente utili, pagati per far finta di lavorare; l’importanza di ripartire dallo spazio pubblico per scardinare tutta una serie di pessime prassi e riconquistare luoghi di socialità (da pag. 11 a pag. 14).
GLI STUDIO’ DI PARIGI. Il Disegno di legge Carfagna contro la prostituzione, preceduto peraltro dalle discutibili ordinanze di alcuni sindaci, è nato senza alcun confronto o consultazione con le tante realtà e associazioni che da tempo sono impegnate a fianco delle prostitute; una proposta di legge che rende illegale un’attività che era solo moralmente illecita; le obiezioni a una visione, prevalente nei paesi scandinavi, secondo cui la prostituta è solo una vittima, se non una sorta di "minore” da tutelare, mai una donna libera; intervista a Pia Covre e Carla Corso (da pag. 15 a pag. 18).
LA PENSIONE DELLE DONNE. Continuiamo la pubblicazione degli atti del convegno "Età pensionabile e nuovo welfare”: il possibile scambio tra innalzamento dell’età pensionabile delle donne e un’estensione del welfare per le donne lavoratrici; l’importanza di uscire da un’ottica risarcitoria e il rischio che le protezioni abbiano un effetto depressivo sull’occupazione femminile; interventi di Pietro Ichino, Giuliano Cazzola, Nicola Salerno e Anna Soru (da pag. 19 a pag. 22).
IL SOGNO EUROPEO. I turchi vogliono entrare in Europa, ma iniziano a non crederci più; la diffidenza verso un Occidente percepito come ostile, anche per le posizioni di alcuni paesi europei sul Kurdistan, e le nuove speranze riposte su Barack "Hussein” Obama; un controverso rapporto col mondo arabo e il problema, atavico, del nazionalismo; intervista a Emre Erdogan (da pag. 27 a pag. 29).
TREMILA CASI IN TRENT’ANNI. A dicembre si aprirà il processo per disastro doloso e rimozione od omissione volontaria di cautele verso gli ex vertici della Eternit Spa; Benedetto Terracini ci spiega le difficoltà di far risalire all’esposizione da amianto alcune patologie oncologiche; l’incredibile vicenda di Casale dove addirittura la Eternit regalava i materiali di risulta agli abitanti e ancora oggi si contano 50 casi all’anno; il dramma nel dramma di chi si è ammalato senza mai essere entrato in fabbrica; la speranza che nel dibattimento esca la verità e l’ipocrisia di voler costituire un fondo come risarcimento (da pag. 30 a pag. 32).
QUEGLI ARCHIVI CON CUCINA. La precarietà dei percorsi individuali degli anarchici, spesso segnati dall’esilio, si specchia nella dispersione e nel difficile recupero delle loro raccolte documentarie; la tendenza a distribuire tutto fino all’ultima copia, in nome della propaganda e dell’obiettivo rivoluzionario, che fa sì che oggi alcuni opuscoli e numeri unici si trovino solo negli archivi della polizia; gli itinerari di Luigi Fabbri, Ugo Fedeli, Camillo Berneri e il sogno di Pier Carlo Masini di aprire un istituto storico del movimento anarchico; intervista a Luigi Balsamini (da pag. 33 a pag. 35).
INAUGURATA LA BIBLIOTECA ‘GINO BIANCO’ a Forlì per iniziativa della Fondazione Alfred Lewin; sarà una biblioteca dedicata alla memoria della shoà e dei genocidi del 900, ai diritti umani e di cittadinanza, all’altra tradizione del movimento operaio e socialista, quella sconfitta e minoritaria del socialismo umanitario, ma tuttora capace di darci stimoli alla riflessione sul presente (pag. 36-37).
ADDIO LISSI; Lissi Pressl Lewin presidente onoraria della Fondazione intitolata a suo fratello Alfred, fucilato con la madre Jenny nel ‘44 a Forlì, è morta a Berlino il 25 settembre; la ricordiamo ripubblicando l’intervista che ci concesse nel 2000, quando, dopo 57 anni e la caduta del Muro di Berlino, poté venire in Italia e sostare sulla tomba dei suoi (da pag. 38 a pag. 40).
L’AMOR MUNDI. Crescere in una famiglia comunista molto appassionata, "quasi una sezione del Pci” e poi l’iscrizione al Partito, il 68 vissuto in chiave antiautoritaria, e poi il crollo del Muro, l’allontanamento dalla politica dei partiti… fino a quell’incontro con un libro e con una persona che ti cambia la vita; un’esistenza segnata da un impegno civile quotidiano, minuto, tenace; l’importanza delle amicizie autentiche e del fare delle cose assieme; intervista a Paola Patuelli (da pag. 41 a pag. 43).
LA LETTERA DALLA CINA, di Ilaria Maria Sala, è a pag. 45.
APPUNTI DEL MESE. Si parla di operai che protestano con la bandiera dell’Italia dei Valori; di una scuola di Anversa dove una preside piena di buone intenzioni si è suo malgrado trovata a dover proibire il velo; dello storico boicottaggio che le Trade Unions inglesi hanno deciso di adottare contro le politiche di Israele; delle Polaroid, che grazie a un imprenditore austriaco e a un gruppo di ricercatori olandesi, stanno per tornare; di un giovane americano che ha svolto 50 lavori in 50 settimane girando per i 50 stati dell’America; di pena di morte e di miti che cadono; del Bhutan e del suo "indice di felicità”; delle scuse postume ad Alan Turing, eccetera (da pag. 44 a pag. 47).
QUESTA E’ L’ITALIA: "L’unificazione d’ltalia costituiva difatti necessariamente la supremazia del Nord sopra il Sud. Unificare era come abbandonare il debole al forte e in questo caso il ricco al povero. Nel Nord c’erano le imposte più gravose, il debito pubblico più grosso; nel Sud c’erano i conventi più ricchi, i più vasti beni demaniali...”. Per il "reprint” dell’ultima, pubblichiamo la seconda puntata del saggio di Francesco Saverio Merlino.