Una Città162 / 2009
Febbraio


La copertina è dedicata agli immigrati clandestini che una legge odiosa, voluta dalla Lega, rende passibili di denuncia da parte dei medici a cui si rivolgono; nella foto l’ambulatorio del Naga di Milano, che da anni assiste immigrati clandestini.
GAZA, L’IRAQ, L’IRAN… La guerra ingaggiata da Israele, oltre che per ragioni di politica interna, probabilmente è stata voluta anche per lanciare un messaggio al nuovo Presidente, e per rendere più difficile l’annunciato tentativo di dialogo con l’Iran; l’Iraq aveva avuto una straordinaria chance nel 2004, con l’avvio del processo costituzionale, che purtroppo è drammaticamente fallito dando vita a una situazione molto più opaca di quella di Israele e Palestina, perché là almeno si sanno quali sono le controparti e quale dovrebbe essere il compromesso storico; l’incognita del ritiro ora che le forze occupanti americane hanno assunto un ruolo di peacekeeping; intervista a Andrew Arato (da pag. 3 a pag. 5).
USCIRE E VEDERE LA DEVASTAZIONE. Eyad El Sarraj, psichiatra palestinese, da sempre impegnato per la democrazia e la tutela dei diritti umani, ci parla di una Gaza devastata materialmente e psicologicamente, e della sua profonda preoccupazione per i bambini e per i loro genitori; il rischio che tra gli "effetti collaterali” dei traumi ci sia anche una rinnovata adesione dei giovani palestinesi ai gruppi più radicali e il dubbio che tutto questo non sia casuale ma deliberato; l’indisponibilità a trattare con un paese che è sempre più difficile non definire razzista (pag. 5-6).
OBAMA POTRA’ CONVINCERE ISRAELE? Un intervento di Francesco Papafava che ripercorre le tappe che già lasciavano presagire l’ultima escalation (pag. 6-7).
MI DIA LA NOTA. Riprendiamo la discussione sull’autorità, una parola divenuta quasi tabù dopo il 68. In una scuola dove gli insegnanti si trovano a dover dire dei no ad adolescenti a cui non è mai stato negato nulla, i ragazzini stranieri ripropongono un modello improntato su severità, merito e autorità dell’adulto che finisce col mettere in crisi insegnanti e educatori; l’importanza del giudizio, e talora perfino della punizione, che toglie l’ansia di aver sbagliato e allevia il senso di colpa; il problema della formazione e l’incognita delle nuove generazioni di insegnanti, all’apparenza magari "alternativi”, ma alla prova della realtà estremamente rigidi; intervista a Laura Manassero (da pag. 8 a pag. 11).
LA BANCA. Per "storie di lavoro”, Annibale Osti ci parla di un ambito, quello bancario-finanziario, profondamente cambiato in questi anni; l’esperienza, appassionante, in una banca americana alle prese con le nuove imprese emergenti italiane; il disagio dei funzionari di banca e la preocuppante crescita, in un paese da sempre votato al risparmio, di prestiti personali, richiesti non più per comperare l’automobile o la casa, ma per aumentare il proprio tenore di vita (da pag. 12 a pag. 14).
I GESTI GIUSTI. Tornare in tribunale a 35 anni dalla strage di Piazza della Loggia a Brescia dà la sensazione di "partecipare a un processo ai fantasmi, nel senso che non c'è presente nessun rinviato a giudizio, è un’aula completamente vuota”; Manlio Milani, che quel giorno perse la moglie e alcuni cari amici, ripercorre alcune tappe di una vicenda di cui conosciamo il movente, l’area, ma non i colpevoli, e ci parla di un’impunità il cui peso grava inesorabilmente sulle vittime, che rischiano di rimanere prigioniere di un processo di vittimizzazione infinito; l’importanza di gesti concreti, di riparazione e riconoscimento, anche per il bene delle istituzioni; il dramma aggiuntivo delle stragi, in cui, a differenza degli omicidi, le vittime tendono a diventare numeri (da pag. 15 a pag. 19).
LA STRADA DEL RISPETTO. Le vicissitudini di una coppia di genitori nella difficile sfida di accompagnare il figlio, affetto dalla sindrome Asperger, lungo un percorso sempre in bilico tra proibizioni e libertà; l’importanza di un contesto "protettivo”; la scoperta del computer, un mezzo straordinario per dei giovani che non riescono a guardare l’altro degli occhi, e poi il problema, drammatico, del lavoro e l’assillo angosciante del "dopo di noi”; intervista a Umberto Brancia (pag. 20-21).
QUEL QUADRETTO… Due spettacoli teatrali nati da alcuni laboratori con dei ragazzini di strada di Nairobi; il problema drammatico dell’Aids, dietro cui in realtà si cela una condizione di grave deprivazione e di miseria estrema che non lascia tempo alle relazioni né all’amore. La passione, ma anche la fatica del percorso, che resta più importante del risultato; intervista a Marco Baliani (pag. 22-23).
DEMOCRAZIA IN MEDIO ORIENTE? Marina Ottaway ci spiega come le ragioni di una mancata democratizzazione del mondo arabo vadano ricercate nella storia dei movimenti politici e nella loro incapacità di fare della democrazia un’ideologia rilevante di per sé, e non semplicemente un’appendice del nazionalismo; gli errori, clamorosi, dell’Amministrazione Bush e l’importanza di riconoscere i vari partiti religiosi, purché nonviolenti, come dei movimenti legittimi e normali così da recuperarne gli elementi moderati (da pag. 26 a pag. 28).
OBAMA E IL CONFLITTO SULLA SEPARAZIONE TRA STATO E CHIESA, un intervento di Riccardo Gori-Montanelli (pag. 29).
I MORTI DIMENTICATI sono quei giovani degli anni 70 rimasti uccisi per mano delle forze dell’ordine o dei neofascisti che lo Stato non ricorda, la qual cosa rende difficile il raggiungimento di una storia condivisa; la strage di Piazza Fontana, la morte di Pinelli e l’omicidio Calabresi; l’idea un po’ autoassolutoria di una degenerazione violenta del movimento giovanile iniziata dopo il trauma di Piazza Fontana. Intervista a Sergio Sinigaglia (da pag. 30 a pag. 33).
IL PRIVILEGIO DELLA FEDE. Dagli agi di un’infanzia ebraica passata nella magica Alessandria, agli studi a Cambridge ai tempi di Wittgenstein, alla conversione al cattolicesimo e all’ordinazione sacerdotale; poi il Concilio a fianco del cardinale Tisserand, le docenze in giro per il mondo, i tanti amici... La fedeltà alla chiesa dei sacramenti. Intervista a don Pierre Riches (pag. 34-39).
8 MAGGIO 1945; la memoria della Shoah, da motore di movimenti anticoloniali e antirazzisti, è diventata una memoria "istituzionalizzata”, ministeriale, fenomeno che da un lato esprime la formazione di una nuova coscienza storica europea, ma dall’altro ha come conseguenza una sorta di assegno in bianco affidato a Israele come Stato che incarna la memoria dell’Olocausto e che va sostenuto in ogni circostanza; uno spazio, quello europeo, abitato da più memorie, talvolta coesistenti all’interno dello stesso paese, e spesso conflittuali; una rappresentazione del passato sempre più centrata sulla figura della vittima; intervista a Enzo Traverso (pag. 40-41).
LA LETTERA DALL’AMERICA, di Simonetta Nardin, è a pag.45.
LA LETTERA DALLA CINA, di Ilaria Maria Sala, è a pag. 46.
APPUNTI DEL MESE. Si parla della popolazione palestinese di Gaza che dopo l’aggressione di Israele, ora si trova a dover subire anche le angherie dei "servizi di sicurezza” di Hamas preoccupati dell’emergere di eventuali velleità contestatorie; di sei sorelle straordinarie che, in età avanzata, si sono riunite per assistere degnamente le più anziane e bisognose; della cerimonia di insediamento di Obama; delle università africane dove gli studenti negli ultimi anni si sono quintuplicati, alimentando grandi speranze, ma anche qualche problema; degli inquietanti tassi di suicidio tra i soldati americani; dell’odiosa abolizione del divieto di segnalazione all’autorità dei cittadini stranieri irregolari che si rivolgono alle strutture sanitarie, eccetera eccetera (pag. 44-47).
LA VISITA è alla tomba di Giuseppe Dossetti (pag. 47).
CARLO CATTANEO, FEDERALISTA: per il "reprint” dell’ultima, la seconda parte del ritratto di Carlo Cattaneo e delle sue idee, di Camillo Berneri.