Una Città169 / 2009
Novembre


PASSATO IL FIUME LIVENZA...; viaggio nel distretto del legno del Livenza, dove c’è crisi quando si fanno otto ore, gli operai non fanno turni perché vanno a casa a mangiare, ma lavorano anche il sabato, in tante fabbriche non ci sono più italiani e però la Lega fa terra bruciata; un territorio che fino a 25 anni fa era zona di mezzadria, bracciantato, miseria, emigrazione e che, grazie all’innovazione, al rischio che tanti ex-operai e artigiani si sono assunti mettendo su delle attività in proprio dal nulla, ma anche a una forte dose di autosfruttamento, si è trasformato in uno dei distretti più ricchi d’Italia; la crisi e il crescente ricorso al lavoro interinale, l’unico che permette di gestire picchi di produttività e periodi di inattività; intervista a Valentino Danelon (da pag. 3 a pag. 6).
SE NON CI FOSSERO STATE LE BADANTI. All’indomani del recente provvedimento di regolarizzazione selettiva per colf e badanti, i dati parlano di mezzo milione di lavoratrici rimaste irregolari; i problemi delle famiglie alle prese con contratti di lavoro, tasse, ferie e Tfr e con l’incubo che la badante se ne vada, e quelli delle lavoratrici, impossibilitate ad avere spazi propri, lontane dalla famiglia, alle prese con un lavoro che spesso termina con la morte dell’assistito; gli aneddoti picareschi e le storie di dedizione; l’ipocrisia di uno stato che straparla di domiciliarietà e poi scarica tutto il peso sulle famiglie; intervista a Alberto Bordignon e Cristina Ghiotto (da pag. 7 a pag. 11).
GLI EX ARTICOLO 111. L’arrivo dell’agognato contratto a tempo indeterminato, dopo diciannove anni trascorsi nella precarietà lavorativa; intere generazioni di giovani laureati siciliani costretti a rincorrere contratti temporanei spesso inadeguati alla propria formazione; il rifugio negli hobby, per non soccombere al senso di inutilità; intervista a Giusi Garrubbo (da pag. 12 a pag. 14).
PERCHE’ ME NE VADO... La passione per le lettere e poi l’arrivo, quasi per caso, nella scuola; la convinzione che fare l’insegnante sia il lavoro più bello, che il contatto coi ragazzi sia uno stimolo continuo a uscire da sé, che far crescere delle altre persone sia una bellissima responsabilità, e poi però l’impatto con un ambiente senza più ideali, fissato sugli standard, incapace di accompagnare i ragazzini in difficoltà; la scelta, controcorrente, di lasciare il posto di ruolo per un lavoro precario in cui però si sente di poter crescere; intervista a Laura Lanni (da pag. 15 a pag. 17).
VITA D’ALBERGO. Prendere in gestione due piccoli alberghi e trasformarli in luogo terapeutico per pazienti psichiatrici cronici, la scoperta che a far vita d’albergo gli "ospiti” stanno meglio; la battaglia per fare dei luoghi del sociale dei posti anche belli e piacevoli; i problemi dell’operare in un mercato sempre più competitivo, senza regole e assolutamente svilente che sta facendo prevalere anche nelle cooperative sociali una dimensione economicista; l’importanza di tenere fermi gli ideali e le pratiche anche quando le dimensioni aumentano e a presentarsi sono persone più in cerca di lavoro che di diventare "socie”; intervista a Giuseppe Turrini (da pag 18 a pag. 20 ).
DA ZERO A DIECI QUANTO SEI FELICE? Il Pil, nato per misurare la produzione, è diventato, indebitamente, un indice di benessere; l’aspirazione a un Pil "pulito”, capace di vedere anche la "ricchezza” gratuita del lavoro di cura, ma anche di chi fa software libero; il paradosso di Easterlin, secondo cui da un certo punto in poi la ricchezza non porta maggiore felicità; la competizione tra Onu, Ocse e paesi emergenti, per far valere i propri indici; il dubbio che in politica non sia saggio affidarsi a un indice di felicità; intervista a Donato Speroni (da pag. 21 a pag. 23).
RICORDARSI. Nelle centrali onoriamo il ventesimo anniversario della caduta del Muro di Berlino.
LA GUIDA TURISTICA DEL KOSOVO. In un Kosovo la cui indipendenza resta riconosciuta a metà, e dove il rapporto con i serbi kosovari è ancora irrisolto, il clima resta teso; la rabbia per la recente "promozione” della Serbia, i cui cittadini dal prossimo anno non avranno più bisogno del visto per viaggiare nell’Unione Europea; la consapevolezza che la strada da percorrere è ancora lunga; intervento di Paolo Bergamaschi (pag. 26-27).
ALLA SERA ANDIAMO A BEIT SAHOUR. Diario di viaggio di Paola Canarutto in Israele e nei Territori, passando per villaggi beduini, dove a un’Occupazione che non allenta la sua morsa si aggiunge la burocrazia ottusa e corrotta di un’Autorità palestinese sempre più invisa agli stessi palestinesi (da pag. 28 a pag. 32).
L’UTOPIA A BERLINO. Una conversazione, provocatoria e spregiudicata, tra Boris Groys, filosofo e critico d’arte, nato a Berlino da genitori russi nel 1947, e Frank Berberich, di Lettre International, la rivista internazionale fondata da Ryszard Kapuściński, che ripercorre la storia e l’atmosfera a Berlino prima, durante e dopo il Muro; un regime che si è dissolto in seguito a una rivoluzione dall’alto, frutto di una valutazione pragmatica e nient’affatto per un rivolgimento popolare; una Germania sempre meno interessata al mondo, ripiegata in se stessa, con il mito della "normalità”, chiusa in un processo di auto-provincializzazione; Berlino oggi come vera e ultima oasi del socialismo (da pag. 33 a pag. 37).
FAI IL CONSIGLIERE COMUNALE. La straordinaria storia del Bund, il partito che organizzava i lavoratori e la vita quotidiana delle comunità ebraiche polacche e che finì con le deportazioni nei campi di sterminio e con la disperata insurrezione del ghetto di Varsavia; un partito internazionalista che rivendicava l’autonomia nazional-culturale degli ebrei che parlavano yiddish ed era contrario al sionismo; Alter ed Erlich, i due capi del partito fatti uccidere da Stalin; Marek Edelman, bundista, medico, dirigente di Solidarnosc... al suo funerale c’erano il presidente della Repubblica polacca, il messo di Netanyahu, e tanti amici... Intervista a Wlodek Goldkorn (da pag. 38 a pag. 43).
LA LETTERA DALLA CINA, di Ilaria Maria Sala, è a pag. 45.
LA VISITA è alla tomba di Charles Darwin.
APPUNTI DEL MESE. Si parla di destra e sinistra; del crocefisso; dell’ospedale di Torino, dove sono diminuite le interruzioni di gravidanza di donne straniere, ma sono aumentati i ricoveri per emorragia; della Cina che si sta comprando l’Africa; del fatto che la popolazione urbana per la prima volta nella storia dell’umanità ha superato la popolazione rurale; della riforma "restauratrice” dell’Ordine degli avvocati, tutta a sfavore dei più giovani; della storia di Tangentopoli e di quel che dice Massimo D’Alema; de "Il becco giallo”, giornale antifascista pubblicato in Francia negli anni ’30 e diffuso clandestinamente in Italia; eccetera eccetera (da pag. 44 a pag. 47).
QUESTA E’ L’ITALIA: "Il possidente, d’altra parte, non si affrettava all’acquisto, aspettava tranquillamente che uno o due cattivi raccolti, o il calo dei prezzi per la concorrenza determinata dalle grandi vie di comunicazione, le quali stanno al contadino come la macchina all’operaio, avessero maturato la sorte dell’agricoltore indipendente. La rovina del quale era scritta nelle leggi del capitalismo moderno”. Per il "reprint” dell’ultima, pubblichiamo la terza parte del testo che Francesco Saverio Merlino scrisse nel 1890 dall’esilio francese.
La copertina è dedicata a tutti quegli operai e imprenditori che stanno lottando per salvarsi.