Una Città n° 150 / 2007
Agosto-Settembre
PERCHE’ LA SINISTRA NON HA CAPITO? Nell’intervista, in seconda e terza, Aldo Bonomi ci parla della totale incomprensione, da parte di una sinistra da decenni tradizionalmente legata all’analisi delle forze produttive e della composizione sociale, dei profondi cambiamenti sociali prodotti dalla globalizzazione; una risposta tutta politica e di vertice, mente gli operai si sbandavano, i piccoli imprenditori dei distretti industriali fallivano, gli abitanti dei quartieri e dei paesi perdevano i loro riferimenti territoriali; la contraddizione su cui lavorare, quella fra flussi e luoghi.
CRONACHE DI SREBRENICA nei giorni dell’International Cooperation for Memory, l'incontro convocato a Srebrenica dall'associazione Tuzlanska Amica e dalla Fondazione Alexander Langer; dal 27 agosto al 1° settembre la città è stata animata da incontri pubblici, seminari, workshop, eventi musicali, artistici e culturali; in quarta e quinta, a scrivere è Fabio Levi.
I COSTI DELLA QUALITA’ è l’intervista a Chiara Marinelli su una cooperativa che lavora nell’assistenza a persone con disagio psichico e ha scelto di rimanere piccola per salvaguardare la qualità; in sesta, e settima.
IL MARITO E IL MONDO è l’intervista a Giovanna Bodrato, Amina El Almi, Sara Hanna e Charifa Kbiri, sui problemi che incontrano le donne immigrate; la subordinazione al marito a volte è più forte in Italia che in Marocco perché la donna vive nascosta e isolata, spesso quasi segregata, e con la paura, se si ribella, che l’assistenza sociale possa portarle via i figli; in ottava e nona.
GLI ARRUSI DI CATANIA è l’intervista in cui Gianfranco Goretti e Tommaso Giartosio ci raccontano della tristissima vicenda degli omosessuali portati al confino fascista; la mentalità di allora in cui era stigmatizzato il cosiddetto "passivo”, sinonimo di femminile; la discrezione dell’omosessuale che difendeva il sistema di relazioni familiari a cui era profondamente legato; in decima e undicesima.
Il "luogo”, nelle centrali, è Berlino, dove ovunque "si ricorda” e le scelte architettoniche tengono insieme il ricordo di un passato fosco con l’idea di un futuro democratico.
TIBET, LA TERRA NON TOCCA PIU’ IL CIELO, di Paolo Bergamaschi, è un reportage di viaggio dal tetto del mondo sempre più ridotto a una provincia cinese; in quattordicesima e quindicesima .
CITTADINANZA PLANETARIA è il ricordo di Kurt Vonnegut di Gregory Sumner, in quindicesima.
L’ASPIRAZIONE DI UN RAGAZZO CECENO è l’intervista in cui Francesca Sforza ci racconta di una Cecenia senza più alcuna speranza in preda ormai a faide tribali e governata da un ras collaborazionista; la figura luminosa di Anna Politkovskaja; in sedicesima e diciassettesima.
MIO MAESTRO E’ IL SUBALTERNO è una massima a cui si rifa anche Paolo Perticari: gli educatori dovrebbero sempre chiedersi cos’hanno da imparare da un ragazzo che non capisce, che "resta indietro”; la desolazione dell’educazione nelle nostre scuole non nasce lì, ma fuori, dove un mondo ormai in preda alla mediatizzazione pulsionale e all’economizzazione selvaggia, rischia di produrre solo "burattini ubbidienti”; l’importanza dell’errore per imparare non è più riconosciuta; in diciottesima e diciannovesima.
NOI RICOSTRUIAMO: dai Territori palestinesi la testimonianza di un giovane volontario israeliano impegnato in un Campo di Ricostruzione Icahd, il comitato contro la demolizione delle case palestinesi, con le foto dei volontari, israeliani e internazionali, che armati solo di cazzuola, lottano per un futuro di pace e convivenza; ricostruire una casa palestinese costa 5-6000 dollari, aiutiamoli; in ventesima e ventunesima.
Negli APPUNTI DEL MESE, in ventiduesima e ventitreesima, si parla della signora che ha scelto di prevenire con estrema violenza il cancro, dei mutui americani, di "suicidi d’onore” delle donne turche, dei veterani dell’Iraq, di una Cina dove ci sono 18 milioni di uomini "in più” rispetto alle donne da sposare, dei monaci in Birmania, eccetera, eccetera. Sempre in ventitreesima la "lettera dalla Cina” di Ilaria Maria Sala.
RICORDI DI GUERRA, in ultima, è l’intervista in cui Ester Fano ci parla di come una bimba vedeva e viveva gli anni del fascismo, della scuola separata per bimbi ebrei, del parlare sommesso dei genitori, di quando iniziarono gli spostamenti continui, di quando il babbo non tornò più...
In copertina: Firenze.